2018

EVENTI: Darwin Day 2018, a caccia di bufale #streaming @scinet_it @Milano #6febbraio 2018

L’evento potrà essere seguito in diretta su Scienza in Rete, partner della manifestazione.

https://www.scienzainrete.it


http://www.comune.milano.it/museostorianaturale


http://www.turismo.milano.it


“Sicuramente vero? Fatti, ipotesi, congetture” è il titolo della edizione 2018 del Darwin Day di Milano, che si terrà come tutti gli anni il 6 febbraio al Museo di Storia Naturale. Anche la manifestazione dei patiti di evoluzionismo si cimenta quindi col ragionare sul tema più in voga in questo periodo, declinabile in vari modi: Fake News, fatti alternativi e post verità. Che si scopra un meccanismo di selezione delle bufale simile a quello svelato da Darwin per le specie?

  • ore 10.15 Occhio alla bufala! Come il metodo scientifico può difenderci dalle fake news
    Massimo Polidoro GIORNALISTA E SCRITTORE – SEGRETARIO NAZIONALE CICAP
  • ore 10.45 I fossili, le antiche civiltà e l’evoluzione: l’importanza della storia della scienza per riconoscere la pseudoscienza
    Marco Ciardi UNIVERSITÀ DI BOLOGNA – CICAP
  • ore 11.15 Nascita e crescita del pensiero scientifico
    Giulio Lanzavecchia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA
  • ore 11.45 Valutazione delle fonti di informazione scientifica
    Andrea Becchetti UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA
  • “Fake news”, “post-verità” e persino “fatti alternativi”: sono termini entrati in uso recentemente, nell’ambito del dibattito sull’attendibilità delle informazioni che frequentemente riguarda argomenti scientifici, soprattutto nei campi della biologia, della
    medicina e della fisica. “Bufale” e pseudoscienze, pur essendo prive di fondamento ma facendo talvolta uso di una terminologia apparentemente scientifica, risultano attraenti perché sembrano permettere il superamento dei limiti imposti dalla razionalità e promettono certezze o speranze che la scienza non è sempre in grado di fornire. Nemmeno i singoli scienziati ne sono immuni: Alfred
    Wallace, co-scopritore con Charles Darwin della selezione naturale e fondatore della biogeografia, era dedito allo spiritismo e contrario alla vaccinazione antivaiolosa. L’esempio citato dimostra che non si tratta di un tema esclusivo dei nostri giorni, ma lo sviluppo dei moderni mezzi di comunicazione ne ha amplificato la portata.
    Il Darwin Day 2018 intende fornire elementi di conoscenza dei metodi e della storia della scienza utili per distinguere il vero dal falso, mostrando anche come lo studio dei meccanismi di genesi e diffusione di “bufale” e pseudoscienze permetta di capire meglio il
    procedimento scientifico


    Programma martedì 6 febbraio (scarica il programma completo)

    • ore 9.30 Indirizzi istituzionali di saluto
    • ore 10.00 Sicuramente vero? Fatti, ipotesi e congetture
      Maurizio Casiraghi UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA – SIBE;  Marco Ferraguti UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO – SIBE
    • ore 10.15 Occhio alla bufala! Come il metodo scientifico può difenderci dalle fake news
      Massimo Polidoro GIORNALISTA E SCRITTORE – SEGRETARIO NAZIONALE CICAP
    • ore 10.45 I fossili, le antiche civiltà e l’evoluzione: l’importanza della storia della scienza per riconoscere la pseudoscienza
      Marco Ciardi UNIVERSITÀ DI BOLOGNA – CICAP
    • ore 11.15 Nascita e crescita del pensiero scientifico
      Giulio Lanzavecchia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA
    • ore 11.45 Valutazione delle fonti di informazione scientifica
      Andrea Becchetti UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA
    • ore 14.30
      Introduce e modera Sylvie Coyaud SCIENCE REPORTER
    • ore 15.00 OGM, la grande paura
      Stefano Bertacchi UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA – IUxS
    • ore 15.30 Il “darwinismo sociale” fu pseudoscienza?
      Antonello La Vergata UNIVERSITÀ DI MODENA E REGGIO EMILIA
    • ore 16.00 Draghi, ornitorinchi e bufale: storie di zoologia al limite
      Giorgio Bardelli MUSEO DI STORIA NATURALE DI MILANO
    • ore 16.30 Balle sottovuoto. Tutto ciò che sappiamo, ma non dovremmo sapere, sullo spazio
      Luca Perri ASSOCIAZIONE LOFFICINA
    • ore 17.00 Dibattito con il pubblico
    • ore 20.30 Ultime notizie sull’evoluzione umana
      Giorgio Manzi SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
      Massimo Polidoro GIORNALISTA E SCRITTORE – SEGRETARIO NAZIONALE CICAP

    ATTIVITÀ LUDICO-DIDATTICHE
    Prenotazione obbligatoria desk.adiemme@gmail.com Informazioni: tel 02 88463337


    DOMENICA 4 FEBBRAIO

    ore 16.00 Famose creature improbabili, science show Fake news e zoologia. Esiste già una disciplina che si occupa di questo curioso incontro: la criptozoologia.
    Venite a scoprirlo grazie all’incredibile visione di reperti naturalistici unici e misteriosi. A cura di Paolo De Piazzi. Per tutti dai 7 anni.


    SABATO 10 FEBBRAIO

    ore 11.30 Sarà vero? Sarà vero che lo struzzo mette la testa sotto la sabbia? E nelle gobbe del cammello c’è una riserva d’acqua? L’orso bruno trascorre tutto l’inverno davvero in letargo? Muovendoci tra i diorami del Museo andremo a conoscere meglio alcuni di questi animali: ci racconteranno cosa si dice di loro e ci sveleranno la verità sulle loro abitudini di vita. Per famiglie con bambini di 4-5 anni
    ore 15.00 Il Corriere delle Bufale Le pagine di un misterioso quotidiano riportano strane notizie che sembrano avere un fondamento scientifico, siamo davvero certi che si tratti di informazioni corrette? In che modo la scienza procede per confermare o confutare la verità di una notizia? Come veri reporter andremo alla ricerca di reperti che ci aiuteranno a scoprire se le pagine del Corriere delle Bufale raccontano bugie o verità. Per famiglie con bambini di 6-11 anni


    LUNEDÌ 12 FEBBRAIO

    ore 17.30 Buon compleanno Charles. Immagini e parole per festeggiare Darwin. Con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera. A cura di Maurizio Arcangeli, Clara Bonfiglio, Cristina Muccioli. Organizzato da Centro Filippo Buonarroti.



    IN COLLABORAZIONE CON:
    Società Italiana di Scienze Naturali (SISN)

    CON LA PARTECIPAZIONE DI:
    Associazione Didattica Museale (ADM)
    Centro Filippo Buonarroti (CFB)
    Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP)
    Italia Unita per la Scienza (IUxS)
    Pikaia portale dell’evoluzione
    Scienzainrete
    Scienza Under 18
    Società Italiana di Biologia Evoluzionistica (SIBE)

    EVENTI: consultazione pubblica UE #tacklefakenews – posizioni di @IFLA e @AIB_it

    Consultazione pubblica #tacklefakenews dal 20 novembre 2017 al 23 febbraio 2018 su disinformazione sui social media. La Commissione Europea ha lanciato a novembre 2017 una consultazione pubblica su notizie false e disinformazione online e ha istituito un gruppo di esperti di alto livello che rappresenta accademici, piattaforme online, mezzi di informazione e organizzazioni della società civile.
    http://bit.ly/tacklefakenews


    risposte dall’IFLA

    A febbraio sono state divulgate in pubblico dominio le risposte inviate dall’IFLA:
    https://www.ifla.org/files/assets/hq/topics/info-society/documents/ifla_response_to_eu_consultation_on_fake_news_final.pdf

    “…L’IFLA ha risposto sottolineando che l’unica risposta sostenibile è una popolazione alfabetizzata e critica. Le librerie sono essenziali per la distribuzione di questo e dovrebbero essere supportate per farlo. Le biblioteche hanno una lunga e ricca esperienza nel promuovere l’alfabetizzazione informativa e nel lavorare a stretto contatto con gli altri per promuovere l’alfabetizzazione mediatica. Queste sono le abilità richieste per comprendere e valutare le informazioni – articoli di notizie, riviste scientifiche, pubblicazioni ufficiali, blog o tweet, per citarne solo alcuni – che i cittadini ricevono quotidianamente…”

    fonte: https://www.ifla.org/node/25805


    risposta dall’AIB

    http://www.aib.it/attivita/2018/66933-consultazione-ue-fake-news/

    A parere dell’AIB, il fenomeno della disinformazione è molto antico, riguarda molteplici ambiti (economia, politica, ambiente, immigrazione ed altri) e non riguarda soltanto le piattaforme online.
    Non può essere contrastato con misure liberticide, ma promuovendo, anche attraverso il potenziamento dei servizi bibliotecari, livelli di istruzione più alti e conoscenza delle metodologie di verifica e confronto delle fonti, rispetto dei codici etici da parte di autori e operatori professionali.
    L’esigenza di evitare la diffusione di notizie false e disinformazione online non deve indurre a forme di censura o filtraggio: le fake news non devono essere confuse con la libertà di pensiero e di opinione e non è compito delle piattaforme online valutare le fonti. Sicuramente maggiore trasparenza sugli algoritmi di rilevanza sarebbe utile, e altrettanto fondamentale è assicurare l’offerta di una pluralità di fonti sui fatti riportati. Soprattutto è necessario promuovere opportunità di apprendimento lungo l’arco di tutta la vita e la capacità critica degli utenti, lasciando a loro sempre libertà di scelta. Per queste finalità occorre rafforzare la rete di biblioteche di base e scolastiche e la formazione professionale dei bibliotecari e degli insegnanti e diffondere il più possibile in accesso aperto l’accesso aperto l’informazione del settore pubblico o finanziata dal settore pubblico come i risultati della ricerca scientifica.



    I risutlati e le azioni future verranno esposti in questo evento ad hoc in streaming:
    https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/colloquium-fake-news-and-disinformation-online


    info su

    http://bit.ly/tacklefakenews

    STRUMENTI: segnalzioni di potenziali #fakeNews @poliziadistato

    Da gennaio 2018 anche il Ministero degli Interni ha aperto uno spazio di segnalazione on-line di potenziali casi di fake news tramite il portale della Polizia di Stato:


    https://www.commissariatodips.it/

    I cittadini che si dichiarano vittime di contenuti lesivi otterranno indicazioni su come sollecitare la rimozione dei post offensivi sulle piattaforme social.
    Il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) della Polizia Postale provvede quindi a valutare se esistono i presupposti per procedere civilmente o penalmente

    STRUMENTI: Gruppo di lavoro della Commissione Europea contro le #fakenews

    I 39 esperti partecipanti al tavolo europeo “High Level group on Fake News” 2018:

    https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/experts-appointed-high-level-group-fake-news-and-online-disinformation

    Name

    Organisation/Company

    Raag, Ilmar

    Media executive

    Bechmann, Anja

    Aarhus University

    Nielsen, Rasmus

    Reuters Institute for Journalism Oxford

    Markovski, Veni

    Internet expert

    Jimenez Cruz, Clara

    Maldita.es / El Objetivo de Ana Pastor

    Frau-Meigs, Divina

    Sorbonne Nouvelle University

    Pollicino, Oreste

    Bocconi University

    Vaisbrode, Neringa

    Communications adviser

    Rozukalne, Anda

    Riga Stradings University

    Bargaoanu, Alina

    University of Bucharest

    Turk, Ziga

    University of Ljubljana

    Curran, Noel

    EBU

    Gniffke, Kai

    ARD

    Schwetje, Sonja

    RTL Group

    Nieri, Gina

    Mediaset

    Stjarne, Hanna

    Sveriges Television

    Polák, Juraj

    RTVS

    Whitehead, Sarah

    Sky News

    Goyens, Monique

    BEUC

    Steenfadt, Olaf

    Reporters sans frontières

    Sundermann, Marc

    Bertelsmann & Co

    Von Reppert-Bismarck, Juliane

    Lie Detectors

    Mantzarlis, Alexios

    IFCN Poynter

    Salo, Mikko

    Faktabaari

    Dzsinich, Gergely

    CyAN

    Riotta, Gianni

    Journalist

    Niklewicz, Konrad

    Civic Institute

    Wardle, Claire

    First draft

    Dimitrov, Dimitar

    Wikimedia

    MacDonald, Raegan

    Mozilla Firefox

    Lundblad, Nicklas

    Google

    Stephen Turner

    Twitter

    Richard Allan

    Facebook

    Gutierrez, Ricardo

    European Federation for Journalists

    Leclercq, Christophe

    EurActiv

    Lemarchand, Grégoire

    AFP

    Rae, Stephen

    Independent News and Media

    Fubini, Federico

    Journalist

    van Wijk, Wout

    News Media Europe

    I compiti del gruppo consistono nel consigliare la Commissione su tutte le questioni che si presentano nel contesto di informazioni false diffuse tra i media tradizionali e sociali e su come far fronte alle sue conseguenze sociali e politiche:

    – Analizzare in profondità la situazione attuale e il quadro giuridico, nonché i potenziali rischi politici e sociali associati alla diffusione della disinformazione online;

    – Definire la portata del problema e promuovere interventi legislativi o non legislativi per limitare la diffusione di contenuti falsi; nel fare ciò, si dovrebbe operare una distinzione tra false informazioni che equivalgono a contenuti illegali ai sensi della legislazione comunitaria o nazionale, ad es. incitamento all’odio, alla violenza o al terrorismo, diffamazione, ecc. e false informazioni che non rientrano nell’ambito di tali leggi, e quindi non illegali;

    – Definire ruoli e responsabilità di tutti gli stakeholder rilevanti con attenzione al funzionamento dei social network e di altre piattaforme online e alle vulnerabilità dei media di notizie professionali;

    – Valutare l’effetto delle misure volontarie messe in atto finora dalle piattaforme online e dalle organizzazioni dei mezzi d’informazione per contrastare le notizie false;

    – Valutare eventuali miglioramenti a tali misure volontarie esistenti,

    – Tracciare la direzione per lo sviluppo di giornalismo di qualità (giornalismo di dati, giornalismo investigativo, ecc.) E migliorare l’alfabetizzazione mediatica come azioni complementari per promuovere la fiducia nei media e nella consapevolezza degli utenti;

    – Identificare i principi guida per una possibile autoregolamentazione basata su buone pratiche condivise e il coordinamento delle politiche e attività pertinenti a livello UE e nazionale.

     


    https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/experts-appointed-high-level-group-fake-news-and-online-disinformation

     


    EVENTI: #wlic2018 @IFLA #Library Theory and Research Section joint with #InformationLiteracy Section – Call for Papers / Open Sessions


    2018.ifla.org/cfp-calls/library-theory-and-research-section-with-information-literacy-section

    The IFLA Library Theory and Research and Information Literacy Sections invite proposals for papers to be presented at their joint session on “Information Literacy: From Practice to Research and Back Again during the IFLA World Library and Information Congress in Kuala Lumpur, Malaysia from 24-30 August 2018.

    Since 1974 when the term information literacy was first used, the field has received a vast amount of attention from both practical and research perspectives. With the potential to transform lives and societies, the importance of information literacy is appreciated world-wide. Our understandings of information literacy come from across the globe and ranges in focus from practice-based to highly theoretical; from everyday life to education and workplace settings; and for infants through to the elderly.

    This session aims to bring together practice that is based on theoretical underpinnings and theory that can inform practice across the diverse field (of literacies that encompasses the analytical skills critical to information literacy). Our objective is to hear about a range of critical approaches and research models that contribute to building new theory; the challenges of applying theory in practice; the technology dimension in theoretical frameworks; how learning theories can inform practice; and cultural perspectives associated with learning.

    The session will look beyond standards and processes, engaging instead in the potential for developing knowledge to guide information literacy practice across disciplines, contexts and environments. It will also explore how the body of information literacy practice can inform the building of theory, which in turn can inform future practice.

    Suggested themes to guide submissions:

    • Construction of knowledge in information literacy
    • Critical approaches and challenges to build new theoretical contexts
    • Cross-cultural contexts in information literacy
    • Emancipatory pedagogy
    • Enabling technology to enhance information literacy theory and practice.
    • Exploring alternative routes to information literacy
    • Information literacies to transform society
    • Information literacy models – from theory to practice and back to theory
    • Informed learning theory
    • Methodological and analytical approaches for exploring information literacy.

    SUBMISSION GUIDELINES

    • Selection of papers will be based on an abstract (of no more than 500 words), which should demonstrate the paper’s relevance to one or more of the themes above, and how it will inform practice, research or both.
    • The author(s) should include their full contact details and a brief biographical note with the abstract.
    • Abstracts should be submitted as an MS Word file by e-mail. They will be reviewed by the full Program Committee.

    Please email your abstract to the Co-Chairs of Program Committee for the joint Library Theory & Research and Information Literacy Sections’ session:

    Dr. Gaby Haddow
    Email: G.Haddow@curtin.edu.au and

    Dr. Min Chou
    Email :minchou.njcu@gmail.com

    • If accepted, a full paper must be submitted for inclusion on the Conference website. Further details will be provided on acceptance.
    • Depending on the number of submissions accepted, we are expecting that up to 15 minutes will be allowed for each presentation, with 5 minutes for questions.
    • The Program Committee reserves the right to invite authors to participate in a panel discussion to close the Session, rather than present a paper.

    IMPORTANT DATES

    5 March 2018 – Abstract submission with full author(s) details including email contact.

    16 April 2018 – Notification of acceptance.

    1 June 2018 – Full paper due. Must be an original submission not presented or published elsewhere.

    CONTACT INFORMATION

    Dr. Gaby Haddow, Co-chair of Program Committee
    IFLA Library Theory & Research Section
    Email: G.Haddow@curtin.edu.au

    Dr. Min Chou, Co-chair of Program Committee
    IFLA Information Literacy Section
    Email: minchou.njcu@gmail.com

    LANGUAGE OF THE SESSION

    The language of the session is expected to be English. However, presenters may also give their talk in any of the IFLA working languages. Simultaneous translation is not guaranteed; therefore, presenters are strongly encouraged to provide the PowerPoint in English to facilitate understanding of the ideas presented.

    Submissions:

    All proposals must be received by 5 March 2018.

    Please note

    At least one of the paper’s authors must be present to deliver a summary of the paper during the program in Malaysia. Abstracts should only be submitted with the understanding that the expenses of attending the conference will be the responsibility of the author(s)/presenter(s) of accepted papers.

    All papers that are presented at the WLIC 2018 will be made available online via the IFLA Library under the Creative Commons Attribution 4.0 license.

    Authors of accepted papers must complete the IFLA Authors’ Permission Form.

    All expenses, including registration for the conference, travel, accommodation etc., are the responsibility of the authors/presenters. No financial support can be provided by IFLA, but a special invitation letter can be issued to authors.

    Congress Participation Grants

    List of opportunities for support is available on our Conference Participation Grants webpage.


    2018.ifla.org/cfp-calls/library-theory-and-research-section-with-information-literacy-section

    STRUMENTI: #AGCOM e #biblioVerifica collaborazione tecnica a garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione

    Disinformazione online, Cardani scrive ai social: “Collaborate con noi”

    25 Ott 2018 https://www.corrierecomunicazioni.it
    Il presidente Agcom chiede a Facebook, Google e Twitter di “rendere disponibili all’Autorità gli accessi alle Api al fine di consentire un’attività di monitoraggio”. Massima allerta in vista delle elezioni europee


    Cardani scrive a CEO di Facebook, Google e Twitter;
    25.10.2018 la riunione plenaria del tavolo tecnico sulla disinformazione online

    AGCOM: ELEZIONI EUROPEE, PER CONTRASTARE FAKE NEWS, SVOLGANO RUOLO PIÙ PROATTIVO E FORNISCANO ALL’AUTORITÀ LE INFORMAZIONI TECNICHE NECESSARIE

    l’Autorità
    – adotterà forme di monitoraggio dei fenomeni di disinformazione e di hate speech attraverso la fattiva collaborazione delle piattaforme online;
    – verranno individuate forme di trasparenza del sistema della pubblicità online;
    – sarà favorita la creazione, anche in Italia, di una piattaforma autonoma di fact-checking;
    – saranno varate iniziative per promuovere la cultura mediatica e digitale e fornire ai cittadini strumenti per un uso consapevole e critico dei media (social e non);
    – verranno introdotti nuovi strumenti di trasparenza ed empowerment del consumatore attraverso la realizzazione di campagne informative sulla disinformazione…
    FONTE:
    https://www.agcom.it



    EVENTI: #ConvegnoStelline 15-16 marzo 2018 “LA BIBLIOTECA (IN)FORMA” #DigitalReference #InformationLiteracy #MediaLiteracy #Milano

    “Lo spazio social per la media literacy: #biblioVerifica vs #fakenews”
    di Damiano Orru e Paola Coppola
    16.3.2018 Convegno delle Stelline



    Le slide divulgate da #biblioVerifica sono scaricabili in pubblico dominio qui


    #BIBLIOVERIFICA, e’ un blog, e’ uno spazio social di interazione tra cittadini e BIBLIOVOLONTARI, ma soprattutto e’ una pratica di ricerca di dati e informazioni, applicando le indicazioni del Manifesto “How to Spot Fake News” divulgato dall’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions), per agevolare l’accesso all’informazione responsabile: condividendo strategie, strumenti e fonti attendibili, basandoci sui principi di accuratezza, tracciabilità, indipendenza, legalità, imparzialità.
     

    Convegno Stelline 2018

    “Lo spazio social per la media literacy: biblioVerifica vs fake news”
    16/03/2018


    Recensione a La biblioteca {in}forma
    Alla locandina dell’Ifla sulle false informazioni fanno riferimento (pp.157-158) anche Damiano Orrù e Paola Coppola nella loro relazione (Lo spazio social per la media literacy: biblioVerifica vs fake news, pp.157-165). I due presentano la loro iniziativa “biblioVerifica” (blog e presenza su LinkedIn, YouTube, Facebook, Twitter, Instagram, Meetup) (pp.161-163) e citano altre attività in rete volte a contrastare le informazioni scorrette, tra le quali il sito “Dottore ma è vero che…?“, promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (pp.159-160). I relatori richiamano la “responsabilità che abbiamo come professionisti dell’informazione” (p.157) e affermano che, “come bibliotecari, in tutte le occasioni di scambio e condivisione con i nostri interlocutori, possiamo contrastare la disinformazione intenzionale diffusa con ogni mezzo e in ogni modo” (p.157).

    https://casadeilibri.wordpress.com/tag/convegno-delle-stelline/


    15 e 16 marzo 2018 http://www.convegnostelline.it



    Dal 1995 il Convegno delle Stelline è un momento di aggiornamento e crescita professionale per tutti gli operatori del mondo delle biblioteche.

    Il tema dell’edizione 2018 sarà LA BIBLIOTECA (IN)FORMA. Digital Reference, Information Literacy, e-learning.

    La formazione degli utenti ha infatti acquisito una crescente centralità nelle strategie di servizio della biblioteca.

    Obiettivo del convegno è approfondirne le molteplici sfaccettature alla luce degli sviluppi delle tecnologie digitali e della evoluzione delle metodologie di riferimento.

    Information literacy ed e-learning sono solo due aspetti, seppure fondamentali, di un convegno scientifico, che alla elaborazione teorica unirà la presentazione di nuovi progetti, lo studio di casi e di buone pratiche.

    Il percorso dedicato più strettamente al ruolo formativo della biblioteca si intreccerà con i temi riguardanti i servizi di informazione e in particolare il digital reference, evidenziando come la trasformazione delle tradizionali modalità di assistenza e consulenza al pubblico, in un’ottica anch’essa favorita dalle nuove tecnologie, concorra a definire un progetto unitario di carattere “educativo”.

    Particolare attenzione verrà dedicata anche al ruolo che le biblioteche possono svolgere, in un’ottica di educazione permanente, nella formazione di una cittadinanza attiva e consapevole.

    Come Arrivare

    FACEBOOK @ConvegnoStelline

    Twitter.com @CStelline #convegnoStelline

    RELATORI

    Lo spazio social per la media literacy: biblioVerifica vs fake news

    Oggi più di ieri le fonti web di informazione incidono nello sviluppo sia della personale convinzione che – in genere – dell’opinione pubblica. Talvolta si creano gruppi e comunità che contestano ogni tipo di notizia, persino quella certificata da enti istituzionali nazionali o internazionali.
    L’obiettivo del contributo è la promozione e la divulgazione del fact checking sui social, come processo autonomo e indipendente del cittadino, educando il fruitore all’accesso responsabile e critico all’informazione on-line.
    Tramite una redazione on-line di “biblioVolontari” – bibliotecari e archivisti – si applicano realmente e praticamente le indicazioni IFLA contro le fake news, condividendo sulle piattaforme social le strategie e gli strumenti di ricerca, le fonti informative certificate, unitamente a metodi di “biblioVerifica” basati sui principi di accuratezza, tracciabilità, indipendenza, legalità, imparzialità.
    16 marzo mattina


    15 e 16 marzo 2018 http://www.convegnostelline.it



    STRATEGIE: night tabloid #RAI #factchecking

    http://www.raiplay.it/programmi/nighttabloid/factchecking


    Politica, economia, futuro, tecnologie, costume e tendenze…Night Tabloid è Il programma di informazione e approfondimento del lunedì, in seconda serata, su Rai2, condotto da Annalisa Bruchi












    STRATEGIE: #Fakenews cosa sono e come riconoscerle SECONDO @factcheckers_it #BIBLIOverifica #2aprile #factcheckingday

    Fake news: cosa sono e come riconoscerle. 29.03.2017 FONTE
    http://tg24.sky.it/mondo/2017/03/28/faq-fake-news-post-verita.html

    A cura di Factcheckers*

    In occasione dell’International Fact-checking Day organizzato in tutto il mondo per il 2 Aprile 2017, ecco una guida per comprendere meglio il fenomeno delle “notizie false”: chi le produce e perché, quali iniziative sono nate per arginarle e come difendersi nella navigazione quotidiana


    1) Cosa sono le “fake news”?

    “Fake news” è un’espressione inglese traducibile in italiano con “notizie false”. La si utilizza per indicare quelle fonti che “inventano del tutto le informazioni, disseminano contenuti ingannevoli, distorcono in maniera esagerata le notizie vere”. Questa definizione è di Melissa Zimdars, docente di comunicazione al Merrimack College, e promotrice del progetto OpenSources http://www.opensources.co/
    nato per mappare in maniera collaborativa le “fonti false, ingannevoli, clickbait o satiriche”.

    Negli ultimi mesi l’espressione “fake news” è stata utilizzata per indicare fenomeni molto diversi tra loro. Tanto che c’è chi ha proposto di abbandonare del tutto questa espressione, perché ormai svuotata di significato. Donald Trump, ad esempio, l’ha utilizzata in diverse occasioni per attaccare testate rispettate come il New York Times e il Washington Post. Anche in Italia il blog di Beppe Grillo usa questa espressione in riferimento ad alcuni quotidiani.



    2) Le bugie ci sono sempre state, cos’è cambiato adesso?

    Lo studioso Robert Darnton ha ricostruito la storia della disinformazione a partire dal VI secolo d.C. L’uso manipolatorio delle informazioni è passato attraverso diverse modalità: si pensi alle “pasquinate” https://it.wikipedia.org/wiki/Pasquino#Pasquinate
    i sonetti spesso diffamatori appesi di notte sulle statue di Roma; o, ancora, ai “canard” https://it.wikipedia.org/wiki/Canard
    distribuiti nelle strade di Parigi con notizie spesso ingannevoli; fino ad arrivare ai giornali londinesi di fine ‘700, quando, secondo Darnton, le notizie false hanno raggiunto il proprio picco.

    Oggi però sono cambiate diverse cose rispetto al passato.

    Nello scenario del “giornalismo a rete” (la definizione è di Charlie Beckett) chiunque può accedere a molte fonti di informazione e allo stesso tempo creare un contenuto informativo con bassi costi e alte potenzialità di distribuzione.
    Queste caratteristiche hanno contribuito a migliorare in modo significativo la qualità dell’informazione. In questo contesto, si sono anche aperti nuovi spazi per chi insegue interessi diversi.

    E’ il caso di chi vuole sfruttare questa apertura per generare facili profitti pubblicitari: basta creare un sito web e saperlo promuovere sui social media con titoli accattivanti per guadagnare fino a 10.000 dollari al mese, come ha confessato al Washington Post Paul Horner, noto autore di notizie false. https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Horner

    Ma c’è anche chi produce “fake news” per influenzare l’opinione altrui con finalità politiche: in questo caso si può sfruttare l’effetto “bolla” https://it.wikipedia.org/wiki/Bolla_di_filtraggio
    che Facebook e gli altri social network producono quando ci fanno vedere contenuti personalizzati, provenienti da (poche) fonti che confermano i nostri pregiudizi e su cui molti utenti cliccano senza neppure chiedersi da dove provengono.

    Infine, altro fondamentale elemento di novità rispetto al passato è il formato in cui ci arrivano: Facebook e Google News impaginano le notizie in una modalità omogenea, uguale sia per il New York Times che per un sito di scienza spazzatura.

    Questi formati tendono a dare più risalto al singolo contenuto (un titolo sensazionalistico, una bella foto) che non alla fonte che l’ha prodotto. E questo elemento gioca molto a favore di siti che producono “fake news” per scopi di clickbaiting (acchiappaclick), come ha spiegato la webzine The Verge.



    3) Che cos’è invece la “post verità”?

    Post-verità è un’espressione entrata nell’Oxford Dictionaries nel 2016. Ecco la definizione data dagli autori del dizionario: “circostanze nelle quali i fatti obiettivi sono meno influenti nell’orientare la pubblica opinione rispetto agli appelli all’emotività e alle convinzioni personali’”.

    In pratica, le nostre convinzioni non vengono scalfite neanche quando smentite in modo evidente dai fatti, come confermano alcune ricerche.

    La scelta di introdurla nel dizionario è stata dettata proprio dal consistente uso che se ne è fatto nel corso del 2016 in ambito politico: prima con il referendum sulla Brexit e poi con le elezioni statunitensi.

    La nostra Accademia della Crusca ha commentato questa scelta, http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/viviamo-nellepoca-post-verit
    evidenziando come la “post verità” non sia un fenomeno nuovo, eppure “Le caratteristiche e le dimensioni assunte dal fenomeno ai nostri giorni sono però diverse e ci sono alcuni fattori che in particolare devono essere sottolineati, tutti legati alla rete: la globalità, la capillarità, la velocità virale della diffusione delle varie post-verità; e poi la generalità e genericità degli attori che possono alimentarle, spesso con una propaganda nascosta e inaspettata che può provenire da pseudo-istituti di ricerca, da esperti improvvisati”.



    4) Che differenza c’è tra una fake news e una notizia che dà un sito di news e che si rivela poi sbagliata?

    Claire Wardle, direttrice di First Draft News, https://firstdraftnews.com/
    network internazionale sulla verifica delle fonti online, ha proposto un’utile distinzione tra:
    – disinformazione: creazione e condivisione consapevole di informazioni che si sa essere false
    – misinformazione: la condivisione involontaria di informazioni false

    A chiunque può capitare di condividere informazioni non vere. Non tutti, però, lo fanno con l’obiettivo di ingannare chi legge.

    E, soprattutto, chi produce involontariamente un’informazione falsa tende poi a rettificarla e/o integrarla appena emergono nuovi elementi. Lo stesso non vale per chi vuole diffondere disinformazione in maniera consapevole.



    5) Chi produce tutte queste notizie false? E per quale motivo?

    Nel caso delle ultime elezioni statunitensi è emerso che alcuni degli articoli più condivisi provenivano da Veles, cittadina della Macedonia, dove erano attivi una serie di adolescenti che producevano notizie inventate di sana pianta. Questi articoli spesso erano pro-Trump e contro la Clinton, non perché ci fosse un collegamento diretto con l’attuale presidente Usa, ma semplicemente perché quel genere di notizie generavano più click e quindi anche maggiori introiti pubblicitari.

    Uno di questi teenager ha spiegato di guadagnare fino a 1800 euro al mese (in un paese in cui lo stipendio medio è di 350 euro).
    Si è molto discusso, poi, dell’uso di “fake news” per scopi propagandistici in contesti elettorali. Questo utilizzo è stato spesso ricondotto alla Russia, che proverebbe a influenzare i risultati elettorali attraverso la disinformazione. Tentativi di questo tipo sono stati riscontrati negli Stati Uniti, in Germania, Olanda e, di recente, anche in Francia.

    Durante gli ultimi mesi, in Italia ha fatto molto discutere il caso di LiberoGiornale.com, sito web che diffondeva informazioni false in chiave politica. Come è emerso poi da due diverse inchieste, quel dominio faceva parte di una più grande galassia di siti fake riconducible a una società con sede in Bulgaria, gestita da italiani. Oltre a questo hub, ci sono molte altre galassie di siti web che diffondono notizie false in italiano con obiettivi economici o politici.



    6) Qualche esempio di fake news?

    Tre “fake news” più condivise di recente sono state, nell’ordine:

    Brexit: lo slogan a caratteri cubitali su un autobus del comitato per il “lasciare”, secondo cui il Regno Unito avrebbe potuto risparmiare 350 milioni di sterline a settimana una volta uscita dalla Ue. Il dato è stato poi smentito dagli stessi autori, ma solo dopo la vittoria al referendum.

    Elezioni Usa: la notizia più condivisa in assoluto su Facebook è stata quella “falsa” secondo cui il Papa Francesco aveva deciso di appoggiare Donald Trump.

    Referendum italiano: secondo un’analisi di Pagella Politica, l’articolo più condiviso sul tema è stato pubblicato dal sito “Italiani Informati” a proposito del (falso) ritrovamento di “500.000 schede già segnate col SI”. Nonostante provenisse da una fonte sconosciuta e il paese a cui si fa riferimento non esista, la news è stata condivisa più di 200.000 volte.

    Germania: Una foto con un siriano (con regolare permesso di soggiorno) che si scatta un selfie con Angela Merkel è stata manipolata e messa in associazione con gli attentati di Bruxelles o di Berlino. Il ragazzo ha fatto causa a Facebook perché il proprio volto non venga più associato agli attentati.

    Al di là della politica, molte notizie false riguardano anche il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento: negli Stati Uniti sono diventate molto virali le “fake news” dell’arrivo delle star in piccolissime località del paese.



    7) Come posso accorgermi se una notizia è una fake news?

    Craig Silverman, esperto di fact-checking e giornalista di Buzzfeed, ha creato un elenco di 6 semplici cose da fare per verificare una notizia:

    – Controlla l’URL: spesso non ce ne accorgiamo, ma il sito su cui stiamo cliccando è una copia di uno più famoso, tipo “La Gazzetta della Sera”, “Rebubblica”, “Il Fato Quotidiano”;

    – Leggi la pagina “Chi Siamo”: molti siti che diffondono “fake news” spesso hanno un disclaimer in cui indicano che si tratta di un sito di satira;

    – Occhio alle dichiarazioni: se provengono da una persona nota, basta selezionare la frase e lanciare una ricerca su Google tra virgolette. In questo modo si può controllare se le stesse parole sono state riprese anche da altre fonti; in caso contrario, meglio approfondire;

    – Segui i link: per vedere se effettivamente ti porta alla fonte che dice di linkare oppure no; in generale, è meglio essere diffidenti degli articoli che hanno pochi (o nessun) link;

    – Fai una ricerca inversa delle immagini: basta andare su Google Immagini e caricare un’immagine sospetta per scoprire se è stata già pubblicata altrove o se si riferisce a un altro evento;

    – Cautela: “Se una storia sembra troppo bella per essere vera, oppure ti provoca una forte reazione emotiva, è meglio calmarsi per un momento”, è il consiglio finale di Silverman.
    https://www.buzzfeed.com/craigsilverman/detect-fake-news-like-a-pro-1?utm_term=.fnqvV65KLm#.eh2MrWLpv4



    8) Quali iniziative sono state messe in campo per arginare la diffusione delle notizie false?

    Di recente Facebook ha lanciato negli Stati Uniti un servizio di segnalazione delle notizie che sono state messe in dubbio da alcune note testate di fact-checking (come Snopes o Associated Press, che fanno parte dell’International Factchecking Network e che hanno siglato il codice di condotta del Poynter Institute).
    http://www.poynter.org/fact-checkers-code-of-principles/

    Google ha invece deciso di colpire le testate “acchiappaclick” produttrici di false notizie, bloccando la propria pubblicità sui loro domini.

    In Europa diversi governi hanno lanciato proposte di legge per arginare il fenomeno: la Germania vuole introdurre multe fino a 50 milioni di euro per i siti che non rimuovono notizie diffamatorie o calunniose (il provvedimento non riguarda le “notizie false” in genere, ma solo alcune tipologie); nella Repubblica Ceca è stata creata un’unità governativa per timore di influenze russe in campo informativo.

    Anche in Italia è stata presentata una proposta di legge contro le fake news che però è stata giudicata come “pericolosa” sia da alcuni esponenti politici che da attivisti per le libertà digitali.
    https://www.wired.it/attualita/media/2017/02/16/cosa-dice-la-proposta-di-legge-sulle-fake-news/

    Parallelamente stanno prendendo piede iniziative di “educational fact-checking” con l’obiettivo di diffondere la cultura della verifica delle fonti nei contesti scolastici e familiari. Negli Stati Uniti sono attivi da tempo due progetti:

    A) il News Literacy Project che invita giornalisti nelle scuole e ha creato un’app per i docenti;
    http://www.thenewsliteracyproject.org/

    B) il Center for News Literacy della Stony Brook University che effettua attività educativa sia sugli studenti che sui docenti.
    http://www.centerfornewsliteracy.org/
    Tra le diverse iniziative, il centro ha anche lanciato un corso gratuito online disponibile sulla piattaforma Coursera.

    C) l’OCSE ha lanciato un appello affinché nelle scuole si insegni a riconoscere le notizie false: questa competenza sarà valutata nel prossimo PISA Test, che valuta il grado di alfabetizzazione nelle scuole di più di 60 paesi.
    http://www.bbc.com/news/education-39272841



    9) Che cos’è l’International Factchecking Day?

    E’ un’iniziativa lanciata dall’International Factchecking Network del Poynter Institute per il prossimo 2 Aprile. Si tratta di una giornata di sensibilizzazione creata per promuovere la cultura della verifica delle fonti in tutto il mondo.
    http://factcheckingday.com/map-of-activities

    Sul sito dell’evento si trova una mappa con le attività intorno al mondo, una lezione per i docenti, http://factcheckingday.com/lesson-plan

    un quiz da fare con gli amici http://factcheckingday.com/trivia-quiz



    10) Cosa possiamo leggere per approfondire questo tema?

    L’associazione Factcheckers ha realizzato una guida interattiva per diffondere la cultura della verifica delle fonti tra i più giovani. http://www.factcheckers.it/guida/

    La guida è disponibile anche in formato infografica da scaricare (qui in formato jpg) o attraverso una serie di social card per Facebook e Twitter.

    Sul sito dell’International Factchecking Day è poi disponibile uno schema di lezione (tradotto anche in Italiano) che i docenti possono scaricare per programmare una lezione sul tema nella propria scuola. Sempre su questo sito si trovano una serie di risorse in inglese per valutare l’attendibilità di un sito web, foto e video, account Twitter, voce di Wikipedia.

    In italiano il sito Valigia Blu ha tradotto la guida redatta da Claire Wardle su First Draft News: la si può trovare qui Facile dire fake news. Guida alla disinformazione. http://www.valigiablu.it/fakenews-disinformazione/
    Anna Maria Testa ha commentato su Internazionale.it i risultati di un importante test svolto dalla Stanford University per valutare le competenze informative degli studenti. http://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2016/12/12/vero-e-falso-in-rete

    Altra fonte utile con esercizi e quiz è poi First Draft News. https://firstdraftnews.com/

    Factcheckers è un’associazione no-profit nata nel 2016 per promuovere l’educational factchecking in Italia con un target mirato su studenti, docenti e genitori. http://www.factcheckers.it
    Si occupa della creazione di format innovativi per diffondere la cultura delle fonti e di una corretta informazione attraverso percorsi didattici e strumenti divulgativi. E’ partner dell’International Factchecking Network per l’organizzazione del primo International Fackchecking Day. Insieme a Sky Academy ha realizzato una guida interattiva per coinvolgere i più giovani sul tema della verifica delle fonti online.

    STRATEGIE: Decalogo contro #FakeNews secondo associazione Factcheckers


    24/10/2017 http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-55836654-b659-4050-b983-b9234ac3264f.html

    DAL MINUTO 10 al 29


    1. Non condividerai notizie non verificate.
    2. Ricordati che internet e i social network possono essere manipolati.
    3. Ricordati di risalire alle fonti.
    Sono alcune delle regole d’oro che, a partire dal 31 ottobre, saranno parte del programma nelle scuole italiane.
    Uno strumento in più per imparare a orientarsi nel mare magnum del web e a difendersi dalle fake news.
    Ne parliamo con Nicola Bruno, giornalista e cofondatore dell’associazione Factcheckers. Anche la comunità di Wikipedia deve continuamente confrontarsi sulle regole condivise per garantire la correttezza delle informazioni nelle sue voci enciclopediche, come ci spiega Luca Martinelli, amministratore di Wikipedia Italia.


    STRATEGIE: #MEDbunker smascherare #fakeNews secondo Salvo Di Grazia

    “Per i loro imbrogli sono pieni di crudeltà e peggio di tutti gli altri, ingannando non solo con le truffe economiche ma anche con l’irreparabile frode della morte”
    Sir Thomas Browne, 1646, in “Saltimbanchi, truffatori e ciarlatani”


    Salvo Di Grazia: #MEDBUNKER
    Come smascherare le fake-news.

    Per chi non è medico o si occupa di tutt’altro nella vita, non è facile distinguere tra fatti e bufale specie se a guidarlo nella lettura è lo stato emotivo di chi cerca disperatamente una cura. E allora che strumenti ha un paziente per difendersi dalle notizie false? “Internet ed a volte pure altri media – spiega Di Grazia – sono una giungla e spesso c’è tanta spazzatura, c’è un solo modo per essere sufficientemente sicuri di leggere notizie attendibili: consultare fonti ufficiali, istituzionali, scientifiche. Sono le uniche fonti controllate, che scrivono basandosi su fatti scientificamente corretti e su dati verificabili. Il resto, siti personali, blog, pagine Facebook, possono essere strumenti interessanti, affascinanti ma che non garantiscono nulla e spesso sono anzi trappole create apposta per chi è in cerca di aiuto.


    Il blog è in rete da molti anni nei quali ha analizzato casi “eclatanti” di guarigioni miracolose (poi rivelatesi truffe), ha spiegato la scienza ed ha approfondito temi di medicina.
    Dedicato all’analisi scientifica delle cosiddette medicine alternative, il blog è diventato un punto di riferimento nella rete per chi cerca informazioni controllate e scientificamente corrette sulle più svariate pratiche di medicina alternativa e pseudoscienza e sulle notizie, spesso allarmanti e terroristiche quanto infondate, che si diffondono nel web.
    Con questo pretesto si diffonde la cultura scientifica, la capacità critica e l’informazione medica più corretta e basata sulle evidenze (senza mai sostituirsi al proprio medico curante, l’unica persona autorizzata a prendersi cura della nostra salute).

    Questa pagina è un riferimento, per commenti, notizie o informazioni è più utile cercare nel blog #medbunker

    wewee1@hotmail.it

    https://twitter.com/MedBunker

    http://medbunker.blogspot.it

    https://www.facebook.com/MedBunker/

    STRATEGIE: 7 consigli contro #fakeNews secondo Kennedy Townsend

    Kennedy Townsend non è una scienziata ma una politica, vice governatrice del Maryland dal 1995 al 2003, e nel board di The future of science ricopre la carica di vice presidente.

    http://www.wired.it/scienza/biotech/2017/

    Nel corso degli anni ha elaborato una scaletta di 5 consigli (che abbiamo ricomposto in 7 punti, sdoppiandone un paio) per difendere la scienza dalla minaccia rappresentata da bufale

    1. Non perdere tempo con i casi irrecuperabili
    Con le persone davvero convinte delle proprie idee è inutile insistere: sarebbe una battaglia persa in partenza.

    Ciò presuppone anzitutto di conoscere il proprio pubblico, informandosi su chi sono le persone a cui ci si rivolge e sul modo in cui le si potrebbe persuadere. Anche se a volte la mentalità conta più dell’età anagrafica, in generale i giovani sotto i 20 anni sono sempre recuperabili, mentre non vale la pena di sforzarsi troppo per gli over 50. “In realtà abbasserei l’età limite a 30 anni”, ha confidato Kennedy Townsend a Wired, “ma non vorrei sembrare esagerata”.


    2. Insisti su chi può guadagnare grazie alla scienza
    Le persone che hanno un qualsiasi tipo di interesse finanziario nel seguire i risultati scientifici seri sono anche le più facili da convincere. Sembra cinico? Probabilmente sì, ma se l’alternativa sono gli interessi economici delle pseudoscienze…
    https://www.wired.it/play/libri/2017/01/05/5-libri-post-verita/


    3. I fatti scientifici non sono l’argomentazione più efficace
    Questo è il suggerimento che appare meno intuitivo per chi fa parte della comunità scientifica. Eppure per persuadere o far cambiare idea a qualcuno non bastano certo i freddi dati della ricerca, ma è molto più semplice puntare sulle emozioni di chi ci ascolta. “Per i vaccini”, spiega Kennedy Townsend, “si potrebbe spiegare ai genitori che una mancata vaccinazione può mettere a rischio la salute dei propri bambini, e che in certi casi i medici saranno impotenti qualora la malattia venisse contratta”.


    4. Informati bene prima di parlare
    Studia e approfondisci gli argomenti in modo da avere una posizione chiara e ben fondata, percepita come autorevole da chi ti circonda. In altri termini, diventa un punto di riferimento, una persona a cui rivolgersi per conoscere lo stato dell’arte della scienza sugli argomenti di cui parli.


    5. Inizia da chi ti è più vicino e poi allarga la tua audience
    Le prime persone con cui impegnarsi sono gli amici, i colleghi e i parenti. Aiutali a capire meglio la situazione e come risultato avrai una squadra di estimatori pronti a dare supporto alle tue argomentazioni. Successivamente, per dare più risonanza alla tua azione, sfrutta l’amplificazione dei media. A seconda del ruolo, questo può significare rivolgersi a giornalisti ed editori, ma anche semplicemente sfruttare i social.
    https://www.wired.it/attualita/media/2017/03/06/social-network-disinformazione/


    6. Impegnati politicamente
    La politica ha un potere enorme, è un dato di fatto. “Ci sono molti leader politici che hanno un background scientifico”, racconta Kennedy Townsend, “e questo è ciò di cui abbiamo bisogno: persone che sanno trattare di scienza e si impegnano in una carriera politica. D’altronde, se non lo fa uno scienziato, chi lo fa?”. Con il termine politica si intendono ruoli più o meno prestigiosi, ma l’idea è di sedere – per quanto possibile – al tavolo degli stakeholders.


    7. L’intelligenza (del pubblico) conta poco
    Non importa quanto una persona sia intelligente, perché il credere alle bufale scientifiche non ha a che fare con il quoziente intellettivo o con il livello culturale in senso accademico. La possibilità di portare a termine con profitto un’attività di debunking dipende soprattutto dall’elasticità mentale e dall’apertura al nuovo da parte di chi ci ascolta. Per questo con i ragazzi in generale è più facile avere successo

    .


    Bonus. Un consiglio per i giovani
    Lapidaria, Kennedy Townsend ha una sola raccomandazione per chi deve ancora entrare nel mondo del lavoro: “non permettete mai che un’occupazione possa costringervi ad accettare qualcosa che non è scientificamente vero”.

    STRUMENTI: InVid “In video veritas“ GOOGLE CHROME e FIREFOX

    STRUMENTI: “verification handbook” e-book gratuito in ITALIANO

    http://verificationhandbook.com/book_it


    «Nel mondo tecnologico di oggi, dove circolano voci non confermate e false informazioni, i giornalisti devono poter differenziare il materiale autentico dai falsi. Questo manuale è una letteura obbligatoria per tutti i giornalisti che hanno a che fare con ogni tipologia di contenuti prodotti dagli utenti». – Wilfried Ruetten, Direttore, The European Journalism Centre (EJC)

    «Le informazioni accurate possono rivelarsi una risorsa cruciale per salvare molte vite nelle crisi umanitarie, ma le circostanze in cui tali crisi si presentano sono generalmente quelle in cui è più difficile reperire informazioni affidabili. Questo manuale sarà di grande aiuto non soltanto ai giornalisti, ma anche a chiunque operi direttamente in queste situazioni per la verifica dei fatti sul campo». – William Spindler, Portavoce, The United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR)

    «Questo manuale è essenziale per giornalisti che seguono i conflitti inter-religiosi e interetnici, consentendo loro di lavorare in maniera più equilibrata, trasparente e accurata, contribuendo in definitiva a far calare la tensione all’interno e tra le comunità coinvolte». – Matthew Hodes, Direttore, The United Nations Alliance of Civilizations (UNAOC)

    «Di questi tempi è sempre più vitale conoscere la verità e saper verificare le notizie e altre informazioni. Questo manuale fornisce gli strumenti fondamentali a tutti, giornalisti e cittadini, per farlo in maniera efficace». – Howard Finberg, Responsabile delle partnership di formazione e delle alleanze, The Poynter Institute

    «Arrivare ai fatti è un principio cardine del giornalismo, ma i media fanno fatica a comportarsi eticamente di fronte alle situazioni d’emergenza. Questo manuale aiuta chi fa informazione a cercare la verità, anche quando online abbondano voci e fonti incontrollate». – Aidan White, Direttore, The Ethical Journalism Network (EJN)

    «Il punto sta nell’avere le informazioni giuste al momento giusto e nel posto giusto. Quando in caso di disastri o emergenze l’accesso è limitato, diventa cruciale per i soccorritori poter reperire efficacemente le informazioni tramite i social network. Questo manuale sarà utile alle squadre di soccorso sul campo come anche ai volontari impegnati online». – Christoph Dennenmoser, Team Lead Urgent Needs, Humanity Road Inc.

    STRATEGIE: “come riconoscere le bufale” secondo #Mashable

    Che fare? Mashable definisce le bufale “i morti viventi del la rete” perché sono impossibili da uccidere.

    Ed elenca 7 segni (più alcuni altri) che indicano un contenuto probabilmente falso:

    1) titoli iperbolici.

    2) la dichiarazione che “le vostre preghiere sono state esaudite”.

    3) affermazioni urlate, anche attraverso l’uso di caratteri tutti maiuscoli.

    4) l’indicazione che “l’articolo originale non è più disponibile”.
    E poi:

    5) Citazioni impiegate fuori contesto e in modo fuorviante (la frase è stata detta dal soggetto ma in una situazione e con intenti diversi).

    6) Citazioni false, o falsamente attribuite.

    7) foto che mettono intenzionalmente in cattiva luce il soggetto della notizia, o lo imbruttiscono.

    Segni ulteriori: titoli fuorvianti rispetto ai contenuti dell’articolo. Linguaggio sciatto. Errori di grammatica. Grafica sommaria. Inserzioni promozionali discutibili.

    http://mashable.com/2016/11/17/6-signs-of-fake-news/#8jZiSQ8OoSqF

    STRATEGIE: “Diritto alla Conoscenza” lezione di Stefano Rodota’

    http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

    In un bellissimo saggio dal titolo Fame di sapere, che poi nel testo diventa fame di conoscenza, Francesco Remotti ci conduce alle radici dell’umanità e alle origini della nostra cultura, quella delle parole iniziali della Metafisica di Aristotele: “Tutti gli uomini, per natura, desiderano sapere”. Fame indica un bisogno primario che, se non viene soddisfatto, porta la persona a morire. E dunque si può morite per mancanza di cibo, ma pure di sapere, in una unione tra corpo e mente.

    A che cosa, però, ci riferiamo oggi parlando di conoscenza, poiché l’intera nostra società viene definita, appunto, della conoscenza? Viviamo in uno spazio sociale dilatato, senza precedenti nella storia dell’umanità, creato da Internet, identificato con la Rete, dove si mescolano soggetti e fenomeni diversi, dove i ruoli possono cambiare vorticosamente e gli interessi trovarsi in conflitto. Questo spazio è riempito d’una infinita conoscenza che, per le sue caratteristiche, Luciano Gallino ha definito un “bene pubblico globale” e che, anzi, viene ormai sempre più considerata un “bene comune”, liberamente accessibile da ogni persona. Che cosa vuol dire, allora, percorrere quest’immenso territorio muniti d’un diritto?

    La risposta più ovvia – attingere la maggior quantità possibile di sapere – è ormai insufficiente, talvolta ingannevole. Bisogna andare oltre ogni formula semplice, scoprendo spesso che, una volta avviata una analisi appena più attenta, anche in passato l’accesso al sapere poneva numerosi problemi e, soprattutto, rifletteva una divisione netta tra produttori e consumatori della conoscenza. Oggi abbiamo la consapevolezza della impossibilità di tracciare una definitiva, stabile linea di confine tra quei due mondi e quelle due figure. Siamo di fronte ad un rapporto paritetico tra ricezione e produzione, ogni utente si fa produttore, cambiando così la natura stessa della conoscenza in rete, tanto che si è potuto concludere che ormai è stata annullata ogni differenza tra sfera culturale, sfera sociale, sfera mediatica.

    Da queste considerazioni, tuttavia, non si può trarre la conclusione che diritto alla conoscenza significhi diritto a qualsiasi conoscenza, in qualsiasi modo o forma, guardando al mondo come ad una miniera a cielo aperto, dove qualsiasi informazione diviene liberamente disponibile. Esempi quotidiani mostrano che non è così. Basta ricordare il cosiddetto Datagate, la rivelazione che una agenzia americana raccoglie milioni di dati e li adopera per controllare le persone su scala planetaria. E’ stata così riscoperta l’importanza della privacy, diritto fondamentale da rispettare a tutela della libertà di ciascuno. Ma, all’interno della stessa sfera privata, il diritto di sapere può rovesciarsi nel diritto di non sapere, come accade quando una persona, ad esempio, non vuole che le vengano comunicate informazioni riguardanti il suo stato di salute. E la tutela della privacy può esigere una amputazione della conoscenza in rete, come accade con il diritto all’oblio che richiede appunto la cancellazione di informazioni già legittimamente raccolte.

    Gli intrecci non si fermano qui. La stessa garanzia del diritto alla privacy si indebolisce, fino a scomparire, quando siamo di fronte a “figure pubbliche” – politici, attori, sportivi – che hanno scelto appunto di vivere in pubblico. E, considerando in particolare i politici, ci accorgiamo che il diritto alla conoscenza è funzionale al controllo diffuso che i cittadini devono poter esercitare su chiunque detenga un potere, facendo così emergere la dimensione della trasparenza come un connotato della democrazia.

    Nasce così una sfera pubblico-politica dove gli arcana imperii sono sempre meno accettati. Vicende come quelle di Wikileaks e del Datagate hanno mostrato come fossero state colte tutte le opportunità tecnologiche per far crescere quasi senza limiti la raccolta delle informazioni e la loro conservazione in banche dati sempre più gigantesche, dove le informazioni sono divenute sempre più facilmente reperibili, alla portata di molti, accessibili a distanza, agevoli da divulgare. E questo ha fatto nascere la diffusa consapevolezza che lì si stava depositando un nuovo sapere sociale, che non poteva più essere sequestrato con le vecchie regole sul segreto e di cui i cittadini si sentivano i veri “proprietari”, dunque legittimati ad esercitare in questa direzione il loro diritto alla conoscenza, a quel “cercare, ricevere, diffondere” informazioni di cui parla la Dichiarazione universale dei diriti dell’uomo dell’Onu.

    Di nuovo un radicale cambiamento di scenario. Il mondo si svela nella sua sempre più sconfinata ricchezza informativa, che ridisegna il ruolo del cittadino nella sfera pubblica, incidendo al tempo stesso, e in modo ancor più profondo, sul modo in cui ciascuno ridefinisce se stesso di fronte a questo sapere che gli si presenta come infinito, alla cui definizione e crescita anch’egli può contribuire. Abbiamo diritto alla conoscenza perché solo così possiamo liberamente costruire la nostra personalità, e dunque gli stessi sistemi istituzionali devono essere strutturati in modo da permettere pienezza del vivere, dell’essere davvero se stessi. Tutto il sapere del mondo è lì. a portata di mano, e nessun ostacolo deve essere posto alla libertà di accedervi.

    Si innestano qui conflitti che non sono tra vecchio e nuovo, tra continuità e discontinuità, ma che hanno la loro origine nella molteplicità degli interessi Richiamando le “enclosures” dei fondi che si verificarono in Gran Bretagna a partire dal Settecento, sottraendo quei beni agli usi comuni, si denuncia oggi il rischio di un nuovo movimento per la “chiusura” di quel bene globale che è appunto la conoscenza. Reggono, di fronte alla nuova realtà, categorie proprietarie forti come il diritto d’autore e il diritto di brevetto? L’accesso al mondo della conoscenza deve passare attraverso la logica del mercato o attraverso la logica dei diritti? La conoscenza è una merce o un bene comune?

    Questi sono conflitti reali che, tuttavia, proprio nella realtà possono trovare forme di composizione lontane dalla pretesa di far prevalere uno soltanto degli interessi in campo. Il punto di riferimento è rappresentato dal fatto, innegabile, che la tecnologia ha “reinventato” la conoscenza, sì che nessuno può pretendere di esserne il proprietario più o meno esclusivo. Il problema, allora, diventa quello di garantire al massimo la possibilità di essere protagonisti nella produzione della conoscenza (e questo implica diritto di accesso alla tecnologia e ostilità alla censura); quello di capovolgere l’assunto secondo il quale unico riferimento deve essere la logica proprietaria; quello di inventare forme anche giuridiche di riconoscimento concreto del diritto alla conoscenza, liberandosi dalla tentazione di rifugiarsi nelle vecchie categorie, che la forza delle cose continuamente scardina (ecco, allora, le tariffe flat, i creative commons e tutti gli altri strumenti che disegnano un contesto istituzionale dove diventa possibile la composizione degli interessi).

    Dinamiche, queste, che sembrano destinate a funzionare quando ci si trasferisce nella dimensione digitale. Ma il libro, il libro di carta, con il piacere di sentirlo fisicamente, con la sua persistenza che lo sottrae alle ingiurie del tempo che colpiscono i dati digitali e li fanno deperibili e non più leggibili? In questo nuovo universo il libro non custodisce solo una memoria, ma un modo d’essere che, nelle varie forme della scrittura e degli strumenti ai quali è stata affidata, davvero può dirsi che ha accompagnato la storia dell’umanità. E la sua fisicità, che incorpora un bene immateriale come la conoscenza, ha bisogno dei suoi luoghi anch’essi storici, ma adeguati al mutamento, le librerie appunto, dove rimane il contatto effettivo tra lettore e libro.

    Il precettore settecentesco rivolgeva questo invito al suo discepolo: “Si vous êtes curieux, allez voyager”. L’invito al viaggio rimane, continua ad essere fondato sulla curiosità intellettuale, si estende all’intero mondo della conoscenza, e ai molteplici strumenti che , lì, ciascuno di noi può adoperare.

    http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

    STRATEGIE: Suggerimenti contro #FakeNews secondo Facebook

    Ci stiamo impegnando per limitarne la diffusione e ti vogliamo fornire alcuni suggerimenti che ti aiuteranno a capire a cosa fare attenzione:

    Non ti fidare dei titoli: le notizie false spesso hanno titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi. Se le affermazioni contenute in un titolo ti sembrano esagerate, probabilmente sono false.
    Guarda bene l’URL: un URL fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono siti autentici effettuando cambiamenti minimi agli URL di questi siti. Puoi accedere al sito per confrontare l’URL con quello della fonte attendibile.
    Fai ricerche sulla fonte: assicurati che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile. Se la notizia proviene da un’organizzazione che non conosci, controlla la sezione “Informazioni” della sua Pagina per scoprire di più.
    Fai attenzione alla formattazione: su molti siti di notizie false, l’impaginazione è strana o il testo contiene errori di battitura. Se vedi che ha queste caratteristiche, leggi la notizia con prudenza.
    Fai attenzione alle foto: le notizie false spesso contengono immagini e video ritoccati. A volte, le immagini potrebbero essere autentiche, ma prese fuori contesto. Puoi fare una ricerca dell’immagine o della foto per verificarne l’origine.
    Controlla le date: le date degli avvenimenti contenuti nelle notizie false potrebbero essere errate e la loro cronologia potrebbe non avere senso.
    Verifica le testimonianze: controlla le fonti dell’autore per assicurarti che siano attendibili. La mancanza di prove o il riferimento a esperti di cui non viene fatto il nome potrebbe indicare che la notizia è falsa.
    Controlla se altre fonti hanno riportato la stessa notizia: se gli stessi avvenimenti non vengono riportati da nessun’altra fonte, la notizia potrebbe essere falsa. Se la notizia viene proposta da fonti che ritieni attendibili, è più probabile che sia vera.
    La notizia potrebbe essere uno scherzo: a volte può essere difficile distinguere le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire. Controlla se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli e il tono della notizia ne rivelano lo scopo umoristico.
    Alcune notizie sono intenzionalmente false: usa le tue capacità critiche quando leggi le notizie online e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità.


    notizie false su Facebook??

    https://facebook.com/help/188118808357379


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    Accesso per i REDATTORI

    #BIBLIOVERIFICA, e’ un blog, e’ uno spazio social di interazione tra cittadini e BIBLIOVOLONTARI, ma soprattutto e’ una pratica di ricerca di dati e informazioni, applicando le indicazioni del Manifesto “How to Spot Fake News” divulgato dall’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions), per agevolare l’accesso all’informazione responsabile: condividendo strategie, strumenti e fonti attendibili, basandoci sui principi di accuratezza, tracciabilità, indipendenza, legalità, imparzialità.
     

    Ti ricordiamo che come redattore/redattrice potrai indicare autonomamente e liberamente
    FONTI – STRUMENTI – STRATEGIE di ricerca e verifica di DATI!

    Non verifichiamo le opinioni, ogni indicazione che fornirai non sara’ sottoposta a giudizio di altri redattori, ma sara’ di pubblico dominio su Internet. Ogni redattore e’ personalmente responsabile (civilmente e penalmente) dei contenuti divulgati.





    per creare semplici video tutorial brevi su tablet

    APP gratutia per registrare video sul tuo tablet/smartphone andorid

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    #BIBLIOVOLONTARI

    profilo
    CV
    ente
    Documentalista
    Federica Viazzi
    Bibliotecaria/o Ente Ricerca
    Elena Almangano
    ALTRO
    Virginia D'Ambrosio
    Bibliotecaria/o Universitaria/o
    Daniela Picin
    http://bibliodinie.uniroma2.it/contatti.php?id=1
    Bibliotecaria/o Universitaria/o
    Lucia Grassi
    Bibliotecaria/o Ente Ricerca
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    http://economia.uniroma2.it/biblioteca/staff/
    Bibliotecaria/o Universitaria/o
    Damiano Orru
    http://economia.biblio.uniroma2.it/Staff/
    Bibliotecario Privata
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    Bibliotecario Universitario
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    REQUISITI per essere BiblioVolonari:
    1) lavorare (o aver lavorato almeno 5 anni) come bibliotecario o archivista
    2) utilizzare almeno due canali social
    (ad.es. instagram o facebook o linkedin o twitter)
    3) contribuire a titolo volontario con almeno 3 post all’anno, senza finalita’ di lucro o politiche

      nome e cognome (richiesto)

      Bibliotecaria/o o Archivista presso (richiesto)

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      Profilo linkedin (facoltativo, ma palese)

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      25 marzo #biblioVerificaday

      I dati trasmessi attraverso i moduli web non verranno divulgati a terzi, nel rispetto della normativa italiana ed europea sulla protezione dei dati.

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      1. CONSIDERA LA FONTE
        Clicca al di fuori della storia e indaga sul sito, i suoi scopi e le info di contatto.
      2. APPROFONDISCI
        I titoli possono venire esagerati per attrarre click. Qual è la vera storia?

      3. VERIFICA L’AUTORE
        Fai una breve ricerca sull’autore. È plausibile? È reale?

      4. FONTI A SUPPORTO?
        Clicca su quei link. Determina se l’informazione data sostiene davvero la storia.

      5. VERIFICA LA DATA
        Le notizie vecchie ri-postate non sono per forza rilevanti per l’attualità.

      6. E’ UNO SCHERZO?
        Se è troppo stravagante potrebbe trattarsi di satira. Fai una ricerca sul sito e sull’autore.

      7. VERIFICA I TUOI PRECONCETTI
        Valuta se le tue convinzioni influenzano il tuo giudizio.

      8. CHIEDI AGLI ESPERTI
        Chiedi ad un bibliotecario, o consulta uno dei siti dedicati alla verifica dei fatti.

      Traduzione: Matilde Fontanin – IFLA

      NON DISPENSIAMO VERITA’ O GIUDIZI SU PERSONAGGI O PROPOSTE IN AMBITO POLITICO – FINANZIARIO – SOCIALE.

      CONDIVIDIAMO STRUMENTI E STRATEGIE DI VERIFICA DEI DATI (OGGETTIVI E DOCUMENTATI PALESEMENTE) E DELLE FONTI ISTITUZIONALI E CERTIFICATE.
      Non siamo la ghigliottina delle falsita’ o l’oracolo delle verita’, ma proprio come la BOCCA DELLA VERITA’,

      ci proponiamo di tagliare le dita ai produttori virtuali di notizie false #fakenews, come lo facciamo??
      proprio informando gli utenti su dove e su come CERCARE,


      SE SEI UN BIBLIOTECARIO, determinato a contribuire gratuitamente entra nella redazione BIBLIOVOLONTARI

      NO dossier su argomenti di attualita’

      NO sondaggi politici o partici

      NO autoproduzione di dati e informazioni

      NO pagelle politiche/manageriali

      =============================

      SI FOIA

      SI OPENDATA

      SI SMALLDATA

      SI fonti istituzionali e verificabili in modo autonomo, libero, gratuito

      SI dati oggettivi e certificati da siti istituzionali o fonti autorevoli a livello nazionale e internazionale


      #BiblioverificaDay: il 25 marzo 2017 nasceva #Biblioverifica blog e spazio di digital reference tramite i social, i forum e le chat. Per festeggiare lanciamo il primo #oscardellebufale una graduatoria delle bufale circolate negli ultimi 12 mesi:
      chiunque può votare qui o proporre altre bufale:

       


      Quale e’ la bufala piu’ grossa degli ultimi mesi??


      INVIACI UNA BUFALA DA INSERIRE IN VOTAZIONE:

      foto di Marilyn Silverstone © 2017 Magnum Photos

        #oscardellabufala:


        smascherata sul sito (richiesto)


        AccettoRifiuto Biblioverifica   GDPR Privacy_Policy






         

        Partecipa dai nostri social:


        evento QUORA


        evento MEETUP


        evento FACEBOOK



        Chi sono i biblioVolontari?

        La redazione di bibliovolontari e’ disponibile via e-mail biblioverifica@votopalese.it
        jQuery(document).ready(function() { jQuery('#cftble_1270079850').dataTable({ "bJQueryUI": true, "aaSorting": [], "iDisplayLength": -1, "aLengthMenu": [[10, 25, 50, 100, -1], [10, 25, 50, 100, "All"]], "oLanguage": { "sUrl": "https://biblioverifica.altervista.org/wp-content/plugins/contact-form-7-to-database-extension/dt_i18n/it.json" } }) });

        CV
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        Virginia D'Ambrosio
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        elisabetta tamburini

        LE VOSTRE DOMANDE FREQUENTI suddivise per argomento:


           

           


        meetup.com/BiblioVerifica
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        quora.com/blog/biblioverifica
        twitter.com/biblioveri


        La redazione di BiblioVolontari e’ formata da bibliotecari e archivisti, specialisti della ricerca accademica e non solo, (gratuitamente) dediti alla collaborazione sui social network per condividere:

        – fonti istituzionali certificate a livello nazionale / internazionale,
        – strumenti di ricerca ad accesso libero e gratuito,
        – strategie di verifica
        – eventi divulgativi che agevolino l’information literacy e la media literacy

        REQUISITI:
        1) lavorare (o aver lavorato almeno 5 anni) come bibliotecario o archivista
        2) utilizzare almeno due canali social
        (ad.es. instagram o facebook o linkedin o twitter)
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        Quali contenuti vengono condivisi nel blog?

        Come posso creare un profilo personale?

        Gratuitamente qui

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        Come posso recuperare la password del mio profilo?

        Puoi recuperare la tua password utilizzando l’e-mail con cui hai completato la registrazione dalla pagina web

        biblioverifica.altervista.org/forgot/


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        Come posso modificare la password del mio profilo?

        Puoi aggiornare la tua password qui dopo esserti identificato

        [uwp_change]


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        Come posso consigliare fonti, strumenti, strategie, eventi?

        Basta comiplare il modulo

          #Free Social reference online:



          Sito (facoltativo)




          AccettoRifiuto Biblioverifica   GDPR Privacy_Policy





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          Come posso inviare le richieste di biblioVerifica?

          Puoi indicare dati e informazioni oggettivamente verificabili qui

            #Free Social reference online: AMBITO
            —Seleziona un'opzione—Ambiente Territorio EnergiaBeni Servizi ArtigianatoDiritto e normativeEconomia Lavoro AgricolturaFinanza Imprese BancheInternet Mass media InformazioneIstruzione Cultura RicercaPopolazione PrevidenzaSalute Medicina SanitaTurismo e sportUrbanistica Edilizia TrasportiALTRO










            Le nostre strategie sono disponibili su
            https://biblioverifica.altervista.org/tag/strategie/


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            Cosa viene sottoposto a biblioVerifica?

            noi verifichiamo solo i dati e i fatti tracciati da fonti istituzionali certificate a livello nazionale o internazionale, non giudichiamo le opinioni: divulghiamo strategie e strumenti per il fact checking autonomo da parte del cittadino


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            Chi paga e chi finanzia il blog? Esistono quote associative o tariffe?

            Il blog non ha finanziatori, non ha sponsor, non ha fini di lucro, non riceve fondi pibblici o privati.

            Nessun biblioVolontario richiede pagamenti ai cittadini, tutti i contenuti sono gratuitamente fruibili in pubblico dominio.


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            Come posso diventare biblioVolontario? Quale impegno mi viene richiesto?

            Ogni redattore e’ un bibliovolontario, quindi sceglie quando e come produrre contenuti (almeno 3 post in 12 mesi), sceglie autonomamente cosa divulgare e in quale forma (video, slide, infografica, tutorial, ecc…), tutto senza finalita’politiche o di lucro.

            Compila il modulo https://biblioverifica.altervista.org/bibliovolontari/
            se hai i tre REQUISITI:

            1) lavorare (o aver lavorato almeno 5 anni) come bibliotecario o archivista
            2) utilizzare almeno due canali social
            (ad.es. instagram o facebook o linkedin o twitter)
            3) contribuire a titolo volontario con almeno 3 post all’anno, senza finalita’ di lucro o politiche

            Ti abiliteremo come autore del blog, come redattore/redattrice potrai condividere autonomamente e liberamente FONTI – STRUMENTI – STRATEGIE di ricerca e verifica di DATI! Non verifichiamo le opinioni, ogni indicazione che fornirai non sara’ sottoposta a giudizio di altri redattori, ma sara’ di pubblico dominio su Internet. Ogni redattore e’ personalmente responsabile (civilmente e penalmente) dei contenuti divulgati.


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            Chi gestisce e approva i contenuti del blog?

            Il blog non ha proprierari, non viene gestito da enti, associazioni o aziende.
            Ogni redattore/redattrice condivide autonomamente e liberamente FONTI – STRUMENTI – STRATEGIE di ricerca e verifica di DATI! Non verifichiamo le opinioni, ogni indicazione non e’ sottoposta a giudizio di altri redattori, ma e’ di pubblico dominio su Internet. Ogni redattore/redattrice e’ personalmente responsabile (civilmente e penalmente) dei contenuti divulgati


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