information literacy

STRUMENTI: La biblioteca: un antidoto contro le fake news #biblioVerifica

Come usare le biblioteche per difendersi da fake news e disinformazione

Da alcuni mesi il problema delle fake news è nei primi posti dell’agenda di comunicatori, sociologi e politici sia in Italia che all’estero. Nuove e pretese teorie scientifiche, dietrologie e calunnie per diffamare i rivali politici sono infatti sempre più frequenti e diffuse specie sul web.

La questione non può più essere ignorata e in questa battaglia devono necessariamente sentirsi coinvolti i professionisti del mondo universitario e, in modo particolare, le biblioteche accademiche in quanto depositarie degli strumenti di accesso alle informazioni e di un rapporto diretto con l’utenza.

Di questa necessità sono accorte innanzitutto l’AIB (Associazione italiana Biblioteche) e l’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions). Entrambe hanno infatti sottolineato il ruolo di garanzia svolto dalle biblioteche nell’accesso alla conoscenza grazie all’uso di risorse documentali certificate e la promozione di strumenti di alfabetizzazione informativa e digitale e di un pensiero critico.

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STRUMENTI: Il sito ISSalute dedicato alla salute del cittadino. @issalute_it#biblioverifica

Il progetto ISSalute (Informare, Conoscere, Scegliere) è un nuovo sito dedicato alla salute del cittadino sviluppato e gestito dall’Istituto Superiore di Sanità:

https://www.issalute.it/

è a disposizione dei cittadini con un linguaggio semplice e  informazioni  aggiornate, indipendenti e certificate. Sono tre le sezioni ed una è dedicata ai falsi miti e alle bufale in tema di salute:

https://www.issalute.it/index.php/falsi-miti

ISSalute è presente anche sui social (Facebook, Twitter,  Instagram, YouTube).

EVENTI: #Brescia #8marzo @scinet_it Come difendersi dalle bufale #biblioVerifica

Introduce e modera: Prof. Franco Docchio, Università degli Studi di Brescia


Anche tu detective antibufala: tecniche e strumenti per distinguere fra fatti e bufale nei media moderni, Paolo Attivissimo, giornalista e scrittore


La sfida dell’informazione corretta in campo medico-scientifico, Roberta Villa, giornalista


Discussione e conclusioni, Luca Carra, Scienza in Rete

8 marzo 2018 – 16:30 – 19:00 | Aula Magna Facoltà di Economia, via Santa Chiara 50, Brescia


Iscrizione obbligatoria al link:

http://www.scienzainrete.it/iscrizioni

https://www.facebook.com/events/171017920188516/

STRUMENTI: #dottoremaeveroche @FNOMCeO #biblioVerifica #informazione #mediacertificati #trasparenza #relazioneconicittadini

La FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, è un organo ausiliario dello Stato e la principale istituzione del mondo medico nel nostro Paese. Come tale essa ha due scopi principali e perfettamente complementari: tutelare la popolazione facendo sì, insieme ad altri organi, che venga garantito e difeso il suo diritto alla salute e, al tempo stesso, vigilare sulla Professione medica, difendendone la dignità e proteggendola da abusi.

Dottoremaeveroche nasce con lo scopo di assolvere a entrambi questi compiti: offrire alla popolazione un’informazione accessibile, scientificamente solida e sempre trasparente, e ai Colleghi strumenti comunicativi nuovi, in linea con i tempi, proficui nell’attualizzare lo scambio che è alla base del rapporto tra medico e paziente.

Gli ultimi anni hanno visto una pericolosa, e spesso dolorosa, impennata nella circolazione di notizie in molti casi inesatte, in troppi infondate e in molti altri, deliberatamente e maliziosamente, false, con ricadute a volte drammatiche sulla salute di singoli cittadini o di intere fasce della popolazione.

La FNOMCeO ha deciso di scendere in campo, con strumenti nuovi, per arginare questo fenomeno, in difesa dei cittadini e degli operatori.

Dottoremaeveroche nasce come porto sicuro nel mare in tempesta della disinformazione in ambito sanitario. Avete un dubbio? Qui troverete la risposta, costruita sulle evidenze scientifiche più attuali da esperti divulgatori.

Un’informazione seria, solida e trasparente, corredata da tutti i dovuti riferimenti bibliografici, al tempo stesso resa immediata e accessibile a tutti gli utenti, con l’imprescindibile collaborazione di divulgatori esperti e giornalisti impegnati da anni in ambito scientifico.

Se comunicare bene la salute fa bene alla salute… la nostra prescrizione è di visitare Dottoremaeveroche in dosi massicce ogni volta che ne sentite il bisogno. Non ci sono controindicazioni!


https://dottoremaeveroche.it

Il CICAP-MED nasce come emanazione del CICAP ( Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, fondato da Piero Angela nel 1989), e ne fanno parte medici, biologi, fisici e ricercatori che ne condividono le finalità.
Il Cicap-Med risponde a domande di interesse generale relative alla salute basandosi sul piu’ rigoroso metodo scientifico.

EVENTI: #SAA2018 Open Data come fonte per la #biblioVerifica attraverso il #factchecking


il nostro “social hackathon #SAA2018” dara’ la possibilita’ a ogni Cittadino di proporre:
quesiti su dati da reperire tramite fonti istituzionali
contenuti e fonti ad accesso aperto / open data per scaricare ed elaborare serie storiche
metodi e strumenti di condivisione e riuso di dati di fonte pubblica certificata

    #Free Social reference online: AMBITO










    https://www.facebook.com/events/326480994525590




    La redazione di bibliotecari e archivisti (biblioVolontari) vagliera’ le proposte proponendo gratuitamente sui social (Fb/Tw/Ln/ ecc…) strategie di ricerca e strumenti on-line di #BiblioVerifica

    https://biblioverifica.altervista.org/hackathon/

     

     

     

     

    STRUMENTI: segnalzioni di potenziali #fakeNews @poliziadistato

    Da gennaio 2018 anche il Ministero degli Interni ha aperto uno spazio di segnalazione on-line di potenziali casi di fake news tramite il portale della Polizia di Stato:


    https://www.commissariatodips.it/

    I cittadini che si dichiarano vittime di contenuti lesivi otterranno indicazioni su come sollecitare la rimozione dei post offensivi sulle piattaforme social.
    Il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) della Polizia Postale provvede quindi a valutare se esistono i presupposti per procedere civilmente o penalmente

    STRUMENTI: Gruppo di lavoro della Commissione Europea contro le #fakenews

    I 39 esperti partecipanti al tavolo europeo “High Level group on Fake News” 2018:

    https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/experts-appointed-high-level-group-fake-news-and-online-disinformation

    Name

    Organisation/Company

    Raag, Ilmar

    Media executive

    Bechmann, Anja

    Aarhus University

    Nielsen, Rasmus

    Reuters Institute for Journalism Oxford

    Markovski, Veni

    Internet expert

    Jimenez Cruz, Clara

    Maldita.es / El Objetivo de Ana Pastor

    Frau-Meigs, Divina

    Sorbonne Nouvelle University

    Pollicino, Oreste

    Bocconi University

    Vaisbrode, Neringa

    Communications adviser

    Rozukalne, Anda

    Riga Stradings University

    Bargaoanu, Alina

    University of Bucharest

    Turk, Ziga

    University of Ljubljana

    Curran, Noel

    EBU

    Gniffke, Kai

    ARD

    Schwetje, Sonja

    RTL Group

    Nieri, Gina

    Mediaset

    Stjarne, Hanna

    Sveriges Television

    Polák, Juraj

    RTVS

    Whitehead, Sarah

    Sky News

    Goyens, Monique

    BEUC

    Steenfadt, Olaf

    Reporters sans frontières

    Sundermann, Marc

    Bertelsmann & Co

    Von Reppert-Bismarck, Juliane

    Lie Detectors

    Mantzarlis, Alexios

    IFCN Poynter

    Salo, Mikko

    Faktabaari

    Dzsinich, Gergely

    CyAN

    Riotta, Gianni

    Journalist

    Niklewicz, Konrad

    Civic Institute

    Wardle, Claire

    First draft

    Dimitrov, Dimitar

    Wikimedia

    MacDonald, Raegan

    Mozilla Firefox

    Lundblad, Nicklas

    Google

    Stephen Turner

    Twitter

    Richard Allan

    Facebook

    Gutierrez, Ricardo

    European Federation for Journalists

    Leclercq, Christophe

    EurActiv

    Lemarchand, Grégoire

    AFP

    Rae, Stephen

    Independent News and Media

    Fubini, Federico

    Journalist

    van Wijk, Wout

    News Media Europe

    I compiti del gruppo consistono nel consigliare la Commissione su tutte le questioni che si presentano nel contesto di informazioni false diffuse tra i media tradizionali e sociali e su come far fronte alle sue conseguenze sociali e politiche:

    – Analizzare in profondità la situazione attuale e il quadro giuridico, nonché i potenziali rischi politici e sociali associati alla diffusione della disinformazione online;

    – Definire la portata del problema e promuovere interventi legislativi o non legislativi per limitare la diffusione di contenuti falsi; nel fare ciò, si dovrebbe operare una distinzione tra false informazioni che equivalgono a contenuti illegali ai sensi della legislazione comunitaria o nazionale, ad es. incitamento all’odio, alla violenza o al terrorismo, diffamazione, ecc. e false informazioni che non rientrano nell’ambito di tali leggi, e quindi non illegali;

    – Definire ruoli e responsabilità di tutti gli stakeholder rilevanti con attenzione al funzionamento dei social network e di altre piattaforme online e alle vulnerabilità dei media di notizie professionali;

    – Valutare l’effetto delle misure volontarie messe in atto finora dalle piattaforme online e dalle organizzazioni dei mezzi d’informazione per contrastare le notizie false;

    – Valutare eventuali miglioramenti a tali misure volontarie esistenti,

    – Tracciare la direzione per lo sviluppo di giornalismo di qualità (giornalismo di dati, giornalismo investigativo, ecc.) E migliorare l’alfabetizzazione mediatica come azioni complementari per promuovere la fiducia nei media e nella consapevolezza degli utenti;

    – Identificare i principi guida per una possibile autoregolamentazione basata su buone pratiche condivise e il coordinamento delle politiche e attività pertinenti a livello UE e nazionale.

     


    https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/experts-appointed-high-level-group-fake-news-and-online-disinformation

     


    STRUMENTI: #AGCOM e #biblioVerifica collaborazione tecnica a garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione

    Disinformazione online, Cardani scrive ai social: “Collaborate con noi”

    25 Ott 2018 https://www.corrierecomunicazioni.it
    Il presidente Agcom chiede a Facebook, Google e Twitter di “rendere disponibili all’Autorità gli accessi alle Api al fine di consentire un’attività di monitoraggio”. Massima allerta in vista delle elezioni europee


    Cardani scrive a CEO di Facebook, Google e Twitter;
    25.10.2018 la riunione plenaria del tavolo tecnico sulla disinformazione online

    AGCOM: ELEZIONI EUROPEE, PER CONTRASTARE FAKE NEWS, SVOLGANO RUOLO PIÙ PROATTIVO E FORNISCANO ALL’AUTORITÀ LE INFORMAZIONI TECNICHE NECESSARIE

    l’Autorità
    – adotterà forme di monitoraggio dei fenomeni di disinformazione e di hate speech attraverso la fattiva collaborazione delle piattaforme online;
    – verranno individuate forme di trasparenza del sistema della pubblicità online;
    – sarà favorita la creazione, anche in Italia, di una piattaforma autonoma di fact-checking;
    – saranno varate iniziative per promuovere la cultura mediatica e digitale e fornire ai cittadini strumenti per un uso consapevole e critico dei media (social e non);
    – verranno introdotti nuovi strumenti di trasparenza ed empowerment del consumatore attraverso la realizzazione di campagne informative sulla disinformazione…
    FONTE:
    https://www.agcom.it



    EVENTI: #ConvegnoStelline 15-16 marzo 2018 “LA BIBLIOTECA (IN)FORMA” #DigitalReference #InformationLiteracy #MediaLiteracy #Milano

    “Lo spazio social per la media literacy: #biblioVerifica vs #fakenews”
    di Damiano Orru e Paola Coppola
    16.3.2018 Convegno delle Stelline



    Le slide divulgate da #biblioVerifica sono scaricabili in pubblico dominio qui


    #BIBLIOVERIFICA, e’ un blog, e’ uno spazio social di interazione tra cittadini e BIBLIOVOLONTARI, ma soprattutto e’ una pratica di ricerca di dati e informazioni, applicando le indicazioni del Manifesto “How to Spot Fake News” divulgato dall’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions), per agevolare l’accesso all’informazione responsabile: condividendo strategie, strumenti e fonti attendibili, basandoci sui principi di accuratezza, tracciabilità, indipendenza, legalità, imparzialità.
     

    Convegno Stelline 2018

    “Lo spazio social per la media literacy: biblioVerifica vs fake news”
    16/03/2018


    Recensione a La biblioteca {in}forma
    Alla locandina dell’Ifla sulle false informazioni fanno riferimento (pp.157-158) anche Damiano Orrù e Paola Coppola nella loro relazione (Lo spazio social per la media literacy: biblioVerifica vs fake news, pp.157-165). I due presentano la loro iniziativa “biblioVerifica” (blog e presenza su LinkedIn, YouTube, Facebook, Twitter, Instagram, Meetup) (pp.161-163) e citano altre attività in rete volte a contrastare le informazioni scorrette, tra le quali il sito “Dottore ma è vero che…?“, promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (pp.159-160). I relatori richiamano la “responsabilità che abbiamo come professionisti dell’informazione” (p.157) e affermano che, “come bibliotecari, in tutte le occasioni di scambio e condivisione con i nostri interlocutori, possiamo contrastare la disinformazione intenzionale diffusa con ogni mezzo e in ogni modo” (p.157).

    https://casadeilibri.wordpress.com/tag/convegno-delle-stelline/


    15 e 16 marzo 2018 http://www.convegnostelline.it



    Dal 1995 il Convegno delle Stelline è un momento di aggiornamento e crescita professionale per tutti gli operatori del mondo delle biblioteche.

    Il tema dell’edizione 2018 sarà LA BIBLIOTECA (IN)FORMA. Digital Reference, Information Literacy, e-learning.

    La formazione degli utenti ha infatti acquisito una crescente centralità nelle strategie di servizio della biblioteca.

    Obiettivo del convegno è approfondirne le molteplici sfaccettature alla luce degli sviluppi delle tecnologie digitali e della evoluzione delle metodologie di riferimento.

    Information literacy ed e-learning sono solo due aspetti, seppure fondamentali, di un convegno scientifico, che alla elaborazione teorica unirà la presentazione di nuovi progetti, lo studio di casi e di buone pratiche.

    Il percorso dedicato più strettamente al ruolo formativo della biblioteca si intreccerà con i temi riguardanti i servizi di informazione e in particolare il digital reference, evidenziando come la trasformazione delle tradizionali modalità di assistenza e consulenza al pubblico, in un’ottica anch’essa favorita dalle nuove tecnologie, concorra a definire un progetto unitario di carattere “educativo”.

    Particolare attenzione verrà dedicata anche al ruolo che le biblioteche possono svolgere, in un’ottica di educazione permanente, nella formazione di una cittadinanza attiva e consapevole.

    Come Arrivare

    FACEBOOK @ConvegnoStelline

    Twitter.com @CStelline #convegnoStelline

    RELATORI

    Lo spazio social per la media literacy: biblioVerifica vs fake news

    Oggi più di ieri le fonti web di informazione incidono nello sviluppo sia della personale convinzione che – in genere – dell’opinione pubblica. Talvolta si creano gruppi e comunità che contestano ogni tipo di notizia, persino quella certificata da enti istituzionali nazionali o internazionali.
    L’obiettivo del contributo è la promozione e la divulgazione del fact checking sui social, come processo autonomo e indipendente del cittadino, educando il fruitore all’accesso responsabile e critico all’informazione on-line.
    Tramite una redazione on-line di “biblioVolontari” – bibliotecari e archivisti – si applicano realmente e praticamente le indicazioni IFLA contro le fake news, condividendo sulle piattaforme social le strategie e gli strumenti di ricerca, le fonti informative certificate, unitamente a metodi di “biblioVerifica” basati sui principi di accuratezza, tracciabilità, indipendenza, legalità, imparzialità.
    16 marzo mattina


    15 e 16 marzo 2018 http://www.convegnostelline.it



    EVENTI 2019? Condividili nel TUO calendario personalizzabile liberamente e gratuitamente

    evento
    sito
    Countering Online Disinformation
    https://www.eac-events.eu/counteringonlinedisinformation
    Open data day
    http://opendataday.org/it/
    Open Education Week
    https://www.openeducationweek.org/
    Convegno Stelline 2019
    http://www.convegnostelline.it/
    BiblioVerifica Day
    http://biblioverifica.cloud
    International Fact-Checking Day
    http://factcheckingday.com
    festival del giornalismo 2019
    https://www.festivaldelgiornalismo.com/
    Giornata mondiale del libro
    http://www.un.org/en/events/bookday/
    THE WEB CONFERENCE 2019
    https://www2019.thewebconf.org
    PASocial fake news è make news
    https://www.paSocial.info
    Global Fact-Checking Summit
    https://www.poynter.org/fact-checking/2018/the-sixth-global-fact-checking-summit-will-be-in-cape-town-in-june-2019/
    International #Literacy Day
    https://www.unric.org/it/attualita/29743-giornata-internazionale-per-lalfabetizzazione-8-settembre
    CICAP-Fest 2019
    https://www.cicapfest.it/programma
    European Statistics Day
    https://ec.europa.eu/eurostat/web/ess/european-statistics-day
    Open Access Week
    http://www.openaccessweek.org
    CicapDay Lazio
    https://cicaplazio.wordpress.com/programma-del-cicap-day

    condividiamo alcuni appuntamenti integrati nel calendario #BiblioVerifica

    (gratuitamente scaricabile e personalizzabile liberamente tramite excel e
    disponibile anche in pdf)

      proponi eventi per il 2019 con il modulo #BiblioVerifica:

      titolo(breve)

      tipologia

      descrizione e info

      organizzato da

      inizia il

      durata in giorni

      sede dell'evento

      sito (facoltativo)

      quota iscrizione

      nome e cognome (richiesto)

      e-mail (richiesto)

      evento
      data
      sede
      Countering Online Disinformation
      2019-01-29
      Brussels Musée des Beaux-Arts
      Open data day
      2019-03-02
      Internet
      Open Education Week
      2019-03-04
      web
      Convegno Stelline 2019
      2019-03-14
      Fondazione Stelline, Corso Magenta, 61 - 20123 Milano
      BiblioVerifica Day
      2019-03-25
      web
      International Fact-Checking Day
      2019-04-02
      web
      festival del giornalismo 2019
      2019-04-03
      Perugia
      Giornata mondiale del libro
      2019-04-23
      web
      THE WEB CONFERENCE 2019
      2019-05-13
      San Francisco, California
      PASocial fake news è make news
      2019-06-18
      Ancona comune
      Global Fact-Checking Summit
      2019-06-19
      University of Cape Town's South Africa
      International #Literacy Day
      2019-09-08
      web
      CICAP-Fest 2019
      2019-09-13
      Padova
      European Statistics Day
      2019-10-20
      Europe
      Open Access Week
      2019-10-21
      web
      CicapDay Lazio
      2019-12-07
      Roma


      (pdf)

      evento
      info
      organizzazione
      Countering Online Disinformation
      European Commission Conference
      European Commission DG CONNECT Unit I4 – Media Convergence and Social Media
      Open data day
      è una festa dei dati aperti organizzata ogni anno a livello mondiale. Per la quinta volta, gruppi da tutto il mondo creeranno degli eventi locali in cui useranno dati aperti nelle proprie comunità
      @okFn
      Open Education Week
      global Open Education Movement
      Open Education Consortium
      Convegno Stelline 2019
      La biblioteca che cresce - contenuti e servizi tra frammentazione e integrazione
      Biblioteche oggi - EDITRICE BIBLIOGRAFICA srl
      BiblioVerifica Day
      secondo anno del blog BiblioVerifica
      BiblioVolontari
      International Fact-Checking Day
      giornata per l'alfabetizzazione al fact checking
      Factcheckers
      festival del giornalismo 2019
      Tutti gli eventi in diretta streaming
      Arianna Ciccone e Christopher Potter
      Giornata mondiale del libro
      #giornatamondialedellibro #worldbookday
      UNESCO
      THE WEB CONFERENCE 2019
      30 years of the web
      W3C
      PASocial fake news è make news
      Evento ad Ancona organizzato dalla Regione Marche e ordine giornalisti
      PaSocial
      Global Fact-Checking Summit
      Global Fact
      poynter
      International #Literacy Day
      L’8 settembre è la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, una ricorrenza istituita il 17 novembre 1965 dall’UNESCO al fine di ricordare alla comunità internazionale l’importanza dell’alfabetizzazione.
      UNESCO
      CICAP-Fest 2019
      evento di divulgazione scientifica di rilievo nazionale e internazionale che, insieme ad alcuni dei più importanti protagonisti della ricerca, della divulgazione e anche dell'intrattenimento, affronta e approfondisce temi attualissimi come quello delle fake-news, delle pseudoscienze, delle bufale e della disinformazione scientifica
      CICAP
      European Statistics Day
      better data, better lives
      European Statistical Advisory Committee (ESAC)
      Open Access Week
      12th year, promoting Open Access
      SPARC global coalition
      CicapDay Lazio
      Il “CICAP Day – Lazio 2019” è un evento con ingresso gratuito aperto a tutti, ma soprattutto una ottima occasione di incontro per tutti i soci e simpatizzanti CICAP.
      Cicap

      EVENTI: #18dicembre #scinet_it Sarà vero? Milano @museoWOW Incontro pubblico sulla Attendibilità delle fonti e sulle #FakeNews

      Lunedì 18 Dicembre 2017, ore 14:30-18:30
      Museo del Fumetto, viale Campania 12, Milano

      https://www.scienzainrete.it/articolo/incontro-pubblico-sulla-attendibilità-delle-fonti/2017-11-23

      Un dialogo a più voci per fare il punto sull’inganno e l’autoinganno, la credulità e la manipolazione nella nostra epoca, e sugli strumenti per difendersi. Esiste una via per verificare le notizie, distinguere la scienza dalla ciarlataneria, consolidare il senso critico nella scuola? E in questo la rete è d’intralcio o d’aiuto? Il tormentone delle fake news ha posto di nuovo al centro dell’attenzione il tema della attendibilità delle fonti, soprattutto nel mondo della salute, dell’informazione e della scuola. Se possedere la verità può essere impossibile, e forse nemmeno auspicabile, “farsi un’opinione” è diventata una sfida che richiede un metodo e guide all’altezza del compito.
      Agli insegnanti al termine della giornata verrà consegnato l’attestato di partecipazione.

      E’ possibile seguire la conferenza via streaming da questa pagina. Per informazioni scrivere a: recalcati@zadig.it

      Programma

      14:30 Introduzione
      Nicola Bellomo, Presidente Gruppo 2003 per la ricerca scientifica

      14:40 Ci si può fidare della scienza?
      Gianfranco Pacchioni, Università Milano-Bicocca
      Pietro Greco, Scienza in Rete

      15:00 Social media, informazioni e post verità
      Walter Quattrociocchi, Università Ca’ Foscari, Venezia

      15:20 L’han detto in tv e l’ho visto su internet: Stamina e altre emergenze di salute nei media e a scuola
      Eva Benelli, Asset project
      Cristina da Rold, Scienza in Rete
      Paolo Vitale, Liceo Scientifico Copernico, Brescia

      15:40 Competenze e benessere digitale nel mondo giovanile
      Marco Gui, Andrea Cerroni, Università Milano-Bicocca

      16:00 Obbligo o verità? Strumenti e metodi per essere cittadini consapevoli del web
      Alessandra Nesti, Loescher Editore – La Ricerca

      16:20 Coffee break

      16:35 Luigi Bona guida alla mostra: “Il complotto”, di Will Eisner

      16:50: Fisica per cittadini
      Lorenzo Magnea, Università di Torino

      17:10 Storia sociale delle fake news
      Olimpia Affuso, Università della Calabria

      17:30 Il romanzo alle prese con streghe e catastrofi
      Silvia Bencivelli, Bruno Arpaia, scrittori

      18:00 Capire e usare le immagini
      Marco Capovilla, Fotografia e informazione, Politecnico di Milano, Milano

      18:20 Conclusioni
      Maria Pia Abbracchio, Vice presidente Gruppo 2003, Università degli Studi di Milano

      Conducono Anna Piseri e Luca Carra

       

       

      Abstract:

      Pietro Greco, Gianfranco Pacchioni
      Ci si può fidare della scienza?
      Il ‘900 ha prodotto straordinari sviluppi scientifici con conseguenze profonde sul mondo in cui viviamo. Altre innovazioni sorprendenti ci attendono. Il progresso della scienza si basa su rigorosi meccanismi di verifica interna dei risultati raggiunti. Ma negli ultimi anni il modo di fare scienza è cambiato. Passione, curiosità e rigore faticano sempre di più a trovare spazio, schiacciati come sono da dure leggi di mercato e da una competizione sfrenata. Da vocazione di pochi, fare ricerca è diventato un mestiere di molti. Con conseguenze e rischi, come la comparsa di frodi, plagi, ma soprattutto con una produzione scientifica abnorme e spesso di scarso rilievo. Una scienza che perde di credibilità in un’era di fake news rappresenta un rischio che non possiamo permetterci.

      Walter Quattrociocchi
      Social media, informazioni e post-verità
      La fake news sono soltanto la punta dell’iceberg di un cambiamento molto più radicale che riguarda il processo di produzione della conoscenza. Internet ha dato a tutti la possibilità di accedere a una quantità sconfinata di informazioni, indebolendo il ruolo dei corpi intermedi come giornalisti e accademici. Evidenze empiriche forti suggeriscono che tutti, nessuno escluso, tendiamo a selezionare e rafforzare le narrazioni che più si addicono alla nostra visione del mondo, ignorando o combattendo posizioni contrarie. La polarizzazione domina i processi di fruizione dell’informazione, e quando è particolarmente alta il ricorso all’uso strumentale delle informazioni è prerogativa di tutti. Quando queste vengono formulate in maniera strumentale, omettendo dettagli (deliberatamente o non), possiamo avere un effetto di distorsione dell’ecosistema informativo.

      Eva Benelli, Cristina Da Rold, Paolo Vitale
      L’han detto in tv e l’ho visto su internet: Stamina e altre emergenze di salute nei media e a scuola
      Fare delle scelte sulla propria salute in consapevolezza e autonomia richiede un buon governo delle fonti di informazione. Per esempio, da chi ci arrivano le nostre convinzioni sull’influenza e su come contrastarla? Il ruolo determinante del “mi ha detto mia cugina”. Anche l’immigrazione è stata ed è tuttora un terreno in cui prolifera la disinformazione intenzionale. Si pensi all’uso dell’argomento salute per consolidare pregiudizi e forme più o meno velate di razzismo, dipingendo i migranti come untori di malattie per le quali non è documentata alcuna prevalenza in queste popolazioni. E se sono i giovani a chiedere: sarà vero quello che vedo, sento o leggo in rete? Cosa rispondono gli adulti? Sanno insegnare come distinguere ciò che può essere attendibile da ciò che sicuramente non lo è? I docenti si trovano a dover insegnare ciò che nessuno ha mai spiegato loro: l’uso della rete. Mentre scienza e pseudoscienza si confondono, molti sono disorientati e tra questi anche politici e grandi decisori. Purtroppo per i giovani, disincanto e pessimismo sembrano essere le emozioni dominanti tra gli adulti.

      Marco Gui, Andrea Cerroni
      Competenze e benessere digitale nel mondo giovanile
      La “competenza digitale” è una delle difese più importanti contro la cattiva informazione sul web. I dati della diffusione di tale competenza tra i giovani italiani mostrano che essa è distribuita in modo disuguale, specie nella dimensione informativa. Tuttavia, la capacità di valutare le informazioni non è l’unica competenza chiave per una buona dieta informativa: le fake news non sono infatti solo un problema di contenuto ma anche di forma! Esse sono costruite in modo da attirare la nostra attenzione in maniera istantanea e danno luogo spesso a comportamenti di consumo impulsivi. Inoltre, più l’ambiente è ricco di stimoli concorrenti, come avviene nel digitale, più rischiamo di agire impulsivamente nella loro selezione. Il concetto di “clickbait” illustra bene questi meccanismi. Educarsi a un consumo non impulsivo degli stimoli digitali concorre quindi, insieme alla competenza digitale informativa, a difenderci dai tranelli della cattiva informazione.

      Alessandra Nesti
      Obbligo o verità? Strumenti e metodi per essere cittadini consapevoli del web
      Loescher Editore dedica l’ultimo numero della sua rivista d’informazione didattica «La ricerca» alle fake news e all’educazione all’uso consapevole del web, nell’epoca in cui si è rotta la barriera tra chi produce informazione e chi la consuma. «La ricerca» è inoltre partner del progetto Social Media School della Regione Toscana, volto a utilizzare alcune prerogative dell’alternanza scuola-lavoro per migliorare la cultura e le competenze digitali degli alunni, rendendoli fruitori consapevoli dell’informazione e dell’industria dei contenuti: in particolare, imparando a produrre e gestire i contenuti digitali facendo una rivista online.

      Lorenzo Magnea
      Fisica per cittadini
      Come cittadini siamo sempre più spesso chiamati a compiere scelte economiche, politiche e personali su temi che hanno uno sfondo o un contenuto scientifico. Trovare e identificare informazioni corrette e rilevanti è una sfida non facile. All’Università di Torino, da tre anni abbiamo varato il corso di Fisica per Cittadini, aperto al pubblico e gestito a quattro mani da un fisico e da un sociologo dei media, per affrontare questi temi.

      Olimpia Affuso
      Storia sociale delle fake news
      Le fake, “voci che corrono” nell’epoca di internet, sono l’archetipo, che ritorna, di una comunicazione che da sempre si è nutrita dell’inverosimile, per rispondere a bisogni collettivi di fascinazione ma anche per raggiungere obiettivi strategici di varia natura, dalla delegittimazione degli avversari alla promozione di forme di contropotere. Complice il web (dove, nelle rete dei social, l’informazione è soggetta ad alterazioni continue) con le fake si stanno radicando alcune trasformazioni nelle strutture dell’informazione e nei processi della conoscenza. Tra queste trasformazioni rilevano quelle che riguardano i meccanismi di costruzione della fiducia nelle fonti, che tende a non accordarsi più a strutture e figure autorevoli riconosciute istituzionalmente, ma a nuove forme di autorevolezza, focalizzate e alternative. Ciò induce processi di ridefinizione del sistema dell’informazione e rende spesso opaca la fonte stessa, soprattutto per l’emergere di canali di risonanza delle fake.

      Bruno Arpaia, Silvia Bencivelli
      Il romanzo alle prese con streghe e catastrofi
      Cosa c’entrano i romanzi con le fake news? C’entrano eccome se, come nel caso di “Le mie amiche streghe” di Silvia Bencivelli e “Qualcosa là fuori” di Bruno Arpaia, la narrativa prende spunto dalla salute e dal cambiamento climatico. In questo dialogo i due scrittori si confrontano sul ruolo che può avere la fiction – che per definizione vive della sospensione temporanea della verità – per farci comprendere meglio i nuovi scenari della post verità.

      Marco Capovilla
      Capire e usare le immagini
      Le immagini fotografiche occupano con prepotenza la nostra vita quotidiana e saturano per sovrabbondanza le nostre percezioni visive. Nella maggior parte dei casi esse sono totalmente opache, nel senso che non ne conosciamo provenienza, contesti culturali e sociali di origine, modalità di realizzazione, ragioni della loro divulgazione, attendibilità, verosimiglianza. Ci sfugge cioè, perché non è quasi mai disponibile, chi sta comunicando e con quale scopo lo fa. Se vogliamo che le immagini possano tornare a informarci sul mondo reale dobbiamo imparare a decifrarle, a impadronirci cioè di strumenti che ci permettano di esercitare una critica severa e costante con la quale riconoscere e smascherare eventuali manipolazioni, deformazioni, rimaneggiamenti, messe in scena. Per evitare inoltre di contribuire noi stessi al rilancio e quindi alla diffusione di immagini fuorvianti e inappropriate o addirittura false e offensive, dobbiamo alfabetizzare il nostro sguardo ai linguaggi visivi per riuscire a frenare e gestire il loro fatale potere di attrazione.

      EVENTI: #tacklefakenews Partecipa alla consultazione pubblica online della Commissione Europea contro #fakeNews

      La Commissione Europea ha lanciato a novembre 2017 una consultazione pubblica su notizie false e disinformazione online e ha istituito un gruppo di esperti di alto livello che rappresenta accademici, piattaforme online, mezzi di informazione e organizzazioni della società civile.
      http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-4481_en.htm


      http://bit.ly/tacklefakenews


      Frans Timmermans (vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali) ha dichiarato:

      “La libertà di ricevere e diffondere informazioni e il pluralismo dei media sono sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, viviamo in un’era in cui il flusso di informazioni e disinformazione è diventato quasi schiacciante. è il motivo per cui dobbiamo fornire ai nostri cittadini gli strumenti per identificare notizie false, migliorare la fiducia online e gestire le informazioni che ricevono “.



      https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/public-consultation-fake-news-and-online-disinformation
      La consultazione si chiuderà il 23 febbraio 2018.

       

      video della CONFERENZA del 13 e 14 novembre 2017

      https://webcast.ec.europa.eu/multi-stakeholder-conference-on-fake-news-13-11-2017

      https://webcast.ec.europa.eu/multi-stakeholder-conference-on-fake-news-14-11-2017


      Appello per cosituire un gruppo di lavoro di esperti

      High Level group on Fake News 2018


      https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/call-applications-selection-members-high-level-group-fake-news

      I compiti del gruppo consistono nel consigliare la Commissione su tutte le questioni che si presentano nel contesto di informazioni false diffuse tra i media tradizionali e sociali e su come far fronte alle sue conseguenze sociali e politiche:

      –  Analizzare in profondità la situazione attuale e il quadro giuridico, nonché i potenziali rischi politici e sociali associati alla diffusione della disinformazione online;

      –  Definire la portata del problema e promuovere interventi legislativi o non legislativi per limitare la diffusione di contenuti falsi; nel fare ciò, si dovrebbe operare una distinzione tra false informazioni che equivalgono a contenuti illegali ai sensi della legislazione comunitaria o nazionale, ad es. incitamento all’odio, alla violenza o al terrorismo, diffamazione, ecc. e false informazioni che non rientrano nell’ambito di tali leggi, e quindi non illegali;

      –  Definire ruoli e responsabilità di tutti gli stakeholder rilevanti con attenzione al funzionamento dei social network e di altre piattaforme online e alle vulnerabilità dei media di notizie professionali;

      –  Valutare l’effetto delle misure volontarie messe in atto finora dalle piattaforme online e dalle organizzazioni dei mezzi d’informazione per contrastare le notizie false;

      –  Valutare eventuali miglioramenti a tali misure volontarie esistenti,

      –  Tracciare la direzione per lo sviluppo di giornalismo di qualità (giornalismo di dati, giornalismo investigativo, ecc.) E migliorare l’alfabetizzazione mediatica come azioni complementari per promuovere la fiducia nei media e nella consapevolezza degli utenti;

      –  Identificare i principi guida per una possibile autoregolamentazione basata su buone pratiche condivise e il coordinamento delle politiche e attività pertinenti a livello UE e nazionale.


      Nel complesso, le notizie false rappresentano un concetto mal definito che comprende diversi tipi di travisamento o distorsione della realtà sotto forma di notizie (in formato testo, audio o video). È tuttavia possibile fare una distinzione ampia tra informazioni false che contengono elementi illegali ai sensi delle leggi comunitarie o nazionali e notizie false che non rientrano nell’ambito di tali leggi.

      Una risposta politica globale deve riflettere i ruoli specifici dei diversi attori (piattaforme sociali, mezzi di informazione e utenti) e definire le loro responsabilità alla luce di una serie di principi guida. Questi includono la libertà di espressione, il pluralismo dei media e il diritto dei cittadini a informazioni diverse e affidabili.

      Su questa traccia l’UE per contrastare la disinformazione online ha lanciato una consultazione pubblica su notizie false e disinformazione online, i risultati aiuteranno a valutare l’efficacia delle azioni attuali nell’agora’ digitale contro le notizie false:



      https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/public-consultation-fake-news-and-online-disinformation

      La consultazione si chiuderà il 23 febbraio 2018.

      FONTI: normattiva

      Il progetto “Normattiva” si basa sull’impiego di innovative tecnologie informatiche per la creazione di un servizio affidabile, gratuito e completo di informazione sulle leggi italiane.

      http://www.normattiva.it/ricerca/semplice

      IL COORDINAMENTO DELLE INIZIATIVE PUBBLICHE PER L’INFORMATIZZAZIONE E LA CLASSIFICAZIONE DELLA NORMATIVA VIGENTE

      Con l’apertura del sito http://www.normattiva.it si dà attuazione all’articolo 107 della legge n. 388 del 2000 che aveva disposto l’istituzione di un fondo destinato al finanziamento di “iniziative volte a promuovere l’informatizzazione e la classificazione della normativa vigente al fine di facilitarne la ricerca e la consultazione gratuita da parte dei cittadini, nonché di fornire strumenti per l’attività di riordino normativo” e aveva affidato tale compito alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati.

      Nel 2008 il Parlamento è nuovamente intervenuto sulla materia, approvando il decreto-legge n. 200 che ha confermato le finalità e la struttura interistituzionale del progetto, affidando nel contempo al Ministro per la semplificazione normativa un compito di coordinamento delle attività e disponendo la convergenza presso il Dipartimento degli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri di “tutti i progetti di informatizzazione e di classificazione della normativa statale e regionale in corso di realizzazione da parte delle amministrazioni pubbliche”. Lo stesso decreto – per dare più forza e incisività al coordinamento fra tutti i soggetti pubblici – reca la seguente disposizione: “Non è in alcun caso consentito il finanziamento, a carico di bilanci pubblici, di progetti di classificazione e di accesso alla normativa vigente non rientranti nell’ambito delle attività coordinate ai sensi del presente decreto”.

       

       

      I CARATTERI QUALIFICANTI DEL PROGETTO

      La multivigenza

      Con questo termine si intende che le leggi presenti nella banca dati “Normattiva” potranno essere consultate nelle tre seguenti modalità:

      nel loro testo originario, come pubblicato nella Gazzetta Ufficiale;

      nel testo vigente, e quindi effettivamente applicabile, alla data di consultazione della banca dati;

      nel testo vigente a qualunque data pregressa indicata dall’utente.

      La completezza

      La banca dati, nella sua versione definitiva, comprenderà l’intero corpus normativo statale dei provvedimenti numerati (leggi, decreti legge, decreti legislativi, altri atti numerati), dalla nascita dello Stato unitario, valutato, al 31 dicembre 2009, in circa 75.000 atti.

      L’accessibilità delle norme

      Il cittadino sarà aiutato in un percorso non sempre agevole fra leggi e disposizioni, attraverso strumenti che consentono la ricerca per concetti e per classi di materie.

      L’immediatezza dell’aggiornamento

      L’aggiornamento della banca dati con il testo delle nuove norme pubblicate in Gazzetta Ufficiale avverrà entro 1 ora dalla pubblicazione della Gazzetta certificata sul sito dell’Istituto Poligrafico dello Stato. L’aggiornamento delle norme modificate avverrà, di norma, entro i successivi 3 giorni e comunque entro i successivi 15 giorni, nel caso di un numero rilevante di modifiche.

      EVENTI: @DFPaib Giornata della documentazione di fonte pubblica: vent’anni di evoluzione dell’informazione nel settore pubblico @AIB_it

      In occasione del ventennale del Repertorio DFP: Documentazione di fonte pubblica in rete (1997-2017)

      Associazione italiana biblioteche. Redazione DFP in collaborazione con il Polo Bibliotecario parlamentare



      Roma, Polo bibliotecario parlamentare, 4 dicembre 2017
      ingresso c/o Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, piazza della Minerva 38

      MATTINA ore 10-13
      Saluti istituzionali (Associazione italiana biblioteche, Biblioteca del Senato, Biblioteca della Camera, Redazione DFP)
      “Gestione, conservazione e valorizzazione dell’informazione del settore pubblico”

      – Giovanni Bergamin, Chiara Storti (Biblioteca nazionale centrale di Firenze), Progetti di conservazione del patrimonio di fonte pubblica digitale
      – Gabriele Ciasullo (AGID, Servizio banche dati e open data), Open data e programmi dell’Agenzia
      Alexia Sasso, Stefania Bergamasco (Biblioteca dell’Istat), Giano contro Crono: il panorama internazionale e il caso Istat per la conservazione delle banche dati
      – Fernando Venturini (Biblioteca della Camera dei deputati), L’editoria pubblica in rete tra autonomia e controllo: habent sua fata libelli?
      – Piero Cavaleri (Redazione DFP), La documentazione di fonte pubblica internazionale e gli echi in Italia


      POMERIGGIO ore 14-16
      “Educare all’informazione del settore pubblico: Information literacy education, reference e DFP”

      – Chiara De Vecchis e Lucia Panciera (Biblioteca del Senato, Biblioteca della Camera dei Deputati), Esperienze di information literacy parlamentare
      – Roberta Nanula (Banca d’Italia. Servizio tutela dei clienti e antiriciclaggio. Divisione Educazione finanziaria), L’educazione finanziaria in Italia. Criticità e prospettive
      – Maurella Della Seta (Istituto superiore di sanità), L’informazione sulla salute: alcune esperienze di fonte pubblica
      – Antonella Agosti (Biblioteca del Consiglio regionale della Lombardia), La formazione alla documentazione delle Assemblee legislative regionali

      – Lucia Antonelli (Biblioteca Albo nazionale segretari comunali e provinciali), Documentazione di fonte pubblica tra open data, data journalism e fake news

      – Alessandra Cornero (Formez PA), Migliorare l’accesso all’informazione digitale del settore pubblico: competenze e strumenti


       

      Conclusione: Laura Ballestra (Coordinatore Redazione DFP), Proposta per un Manifesto sulla DFP
      La partecipazione alla Giornata prevede una registrazione che si potrà effettuare fino al raggiungimento del numero dei posti disponibili.
      Per la registrazione utilizzare l’apposito modulo web http://www.aib.it/attivita/2017/65337-giornata-dfp-20171204/
      E’ richiesto un abbigliamento decoroso nel rispetto dell’Istituzione

       

       

      EVENTI: Più libri più liberi 6-10 dicembre 2017 #piùlibri17 #Roma Convention Center – La Nuvola dell’Eur

      Più libri più liberi è la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria e si svolge a Roma, dal 6 al 10 dicembre 2017. In occasione della sedicesima edizione, la manifestazione si sposta dalla tradizionale sede del Palazzo dei Congressi al nuovo centro congressi della capitale, La Nuvola, progettata dall’archistar Massimiliano Fuksas. #plpl è l’unica fiera al mondo dedicata esclusivamente all’editoria indipendente dove ogni anno oltre 400 editori, provenienti da tutta Italia, presentano al pubblico le novità ed il proprio catalogo. Cinque giorni e più di 300 eventi in cui incontrare gli autori, assistere a reading e performance musicali, ascoltare dibattiti sulle tematiche di settore.


      Fake news, Hate speech e libertà di espressione: come
      bilanciare diritti contrapposti

      06 dicembre 2017 ore 19.00 SALA Sala Vega
      Presentazione del libro di Stefano Quintarelli, Oreste
      Pollicino e Giovanni Pitruzzella
      Intervengono gli autori e Massimo Russo
      A cura di Egea
      Internet, tecnologia, social network danno ogni giorno a
      milioni di utenti la possibilità di caricare, condividere,
      commentare contenuti che non sempre possono essere verificati o
      bloccati, sia per ragioni tecniche sia per il rispetto di
      diritti fondamentali come la libertà di espressione.
      Sala Vega
      http://www.plpl.it/event/fake-news-hate-speech-e-liberta-di-espressione-come-bilanciare-diritti-contrapposti/


      Manuale anti-fake

      07 dicembre 2017 ore 18.30 SALA Sala La Nuvola
      Intervengono Tommaso Cerno e Maurizio Ferraris
      Conduce Angelo Aquaro
      A cura di la Repubblica e Più libri più liberi
      Sala La Nuvola
      http://www.plpl.it/event/manuale-anti-fake/


      Il progetto

      Più libri più liberi nasce nel dicembre del 2002 da un’idea del Gruppo Piccoli Editori dell’Associazione Italiana Editori. L’obiettivo è quello di offrire al maggior numero possibile di piccole case editrici uno spazio per portare in primo piano la propria produzione, spesso “oscurata” da quella delle imprese più grandi, garantendogli la vetrina che meritano. Una vetrina d’eccezione, al centro di Roma e durante il periodo natalizio.
      Ma #plpl non è solo questo, il vero cuore della fiera è il programma culturale: incontri con gli autori, reading, dibattiti su temi di attualità, iniziative per la promozione della lettura, musica e performance live scandiscono le cinque giornate della manifestazione in una successione continua di eventi per tutti i gusti.
      Più libri più liberi è anche un luogo di incontro per gli operatori professionali, dove discutere le problematiche del settore e dove individuare le strategie da sviluppare.

       

      Programma completo

      http://www.plpl.it/eventi/

      https://www.facebook.com/piulibri.piuliberi

      STRATEGIE: #youtube #biblioVerifica come smascherare #fakenews con #factchecking #video

      PragerU
      #29giugno 2017

      What is Fake News?
      https://www.youtube.com/watch?v=FOZ0irgLwxU



      ABC News (Australia)
      #02giugno 2017

      Could you spot fake news?
      https://www.youtube.com/watch?v=1UkmkQdKKQ4


      KTN News Kenya
      #30aprile 2017

      FACT CHECK: How to spot fake news on Social Media
      https://www.youtube.com/watch?v=OSL3Mhx4Tds


      Channel One News
      #07marzo 2017
      https://www.youtube.com/watch?v=6Z-7zhS4OHU
      How to Spot Fake News
      https://www.youtube.com/watch?v=6Z-7zhS4OHU


      Common Sense Media
      #31gennaio 2017

      5 Ways To Spot Fake News
      https://www.youtube.com/watch?v=g2AdkNH-kWA


      FlackCheck
      #8dicembre 2016

      How to Spot Fake News – FactCheck.org
      https://www.youtube.com/watch?v=AkwWcHekMdo


      John Spencer
      #6dicembre 2016

      The Problem with Fake News (and how our students can solve it)
      https://www.youtube.com/watch?v=xf8mjbVRqao


      HowStuffWorks
      #23gennaio 2016

      4 Ways to Spot a Fake News Story | What the Stuff?!
      https://www.youtube.com/watch?v=g5ON3u5rrmI


      EVENTI: Moving to Open-ness & Knowledge. #Università e la #CommissionEU come hubs per l’innovazione #30novembre @cdeUniteramo


      Moving to Open-ness & Knowledge. #Università e la #CommissionEU

      30 novembre 2017 – Campus Aurelio Saliceti
      Il Centro di documentazione europea dell’Università di Teramo presenta un seminario e due workshops sul tema: “Moving to Open-ness & Knowledge. L’Università e la Commissione Europea come hubs per l’innovazione: strategie digitali, aperte, collaborative e partecipative“. Gli incontri offriranno una panoramica sulle politiche della Commissione Europea e delle Università per lavorare sui contenuti e dati in formato aperto per progetti legati alla ricerca, educazione, e terza missione.

      Info
      Carla Colombati – CDE (Centro di documentazione europea) Università di Teramo
      ccolombati@unite.it – +390861266075

      #seminario #workshop il #30novembre “Moving to Open-ness & Knowledge. #Università e la #CommissionEU come hubs per l’innovazione”
      #EU60 #OpenScience #Horizon2020 #OpenAire #OpenEducation #EuropeForCulture #CulturalHeritage @europainitalia

      EVENTI: International Fact-Checking Day #2aprile

      Per l’evento del 2 aprile, Factcheckers ha contribuito a realizzare uno schema di lezione (disponibile qui anche in italiano) e un video animato. Con Sky Academy è stata realizzata anche una guida interattiva mobile-first il cui scopo è coinvolgere i giovani fornendo loro gli strumenti-base per informarsi meglio online. Inoltre è stato realizzato un decalogo di facile consultazione. Poche regole, semplici, per cominciare a orientarsi nel mondo della post-verità e evitare di “abbocare” alle bufale. Partire dalla scuola e dall’istruzione sembra l’antidoto migliore contro chi coltiva la menzogna e volta le spalle alla verità.

      http://factcheckingday.com/lesson-plan

      STRUMENTI: #AGCOM tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione #16novembre 2017 @agcomunica

      AGCOM: ISTITUITO TAVOLO TECNICO PER CONTRASTARE DISINFORMAZIONE ONLINE

      L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha istituito il “Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali” che ha l’obiettivo di promuovere l’autoregolamentazione delle piattaforme e lo scambio di buone prassi per l’individuazione ed il contrasto dei fenomeni di disinformazione online frutto di strategie mirate. L’iniziativa, decisa con la delibera 423/17/CONS, dà seguito all’attività di analisi avviata nei mesi scorsi sul sistema dell’informazione online, che ha evidenziato le peculiari caratteristiche del contesto italiano in rapporto a temi di grande attualità nel dibattito sull’evoluzione di Internet, quali il crescente utilizzo dei social network anche nelle campagne elettorali e referendarie e la diffusione di strategie di disinformazione mediante le piattaforme digitali. Sulla scorta di queste considerazioni e consapevole della complessità, anche tecnica, delle questioni sottese alla garanzia del pluralismo informativo sulle piattaforme online, il Consiglio dell’Autorità ha inteso istituire una sede di confronto finalizzata al sostegno e al monitoraggio delle iniziative di autoregolamentazione poste in essere dai principali attori economici interessati: le piattaforme digitali, gli editori e le imprese che offrono servizi e contenuti audiovisivi online.

      Il Tavolo tecnico è inoltre aperto al contributo di esperti, università, centri di ricerca e associazioni di settore. Tra gli obiettivi che Agcom si propone vi è anche quello di ricercare con gli operatori soluzioni condivise e adeguate al contesto nazionale, finalizzate alla rilevazione dei principali fenomeni di disinformazione online. La cooperazione tra i partecipanti al Tavolo e l’Autorità dovrebbe favorire l’adozione di codici di condotta e buone prassi in materia di detection, flagging e contrasto alle strategie di disinformazione alimentate da account falsi o inesistenti e legate a flussi economici, anche esteri, associati all’inserzionismo online. Le imprese e associazioni interessate ad aderire all’iniziativa sono invitate a presentare la propria candidatura all’Autorità nei modi e tempi fissati dall’Allegato A alla delibera 423/17/CONS.

      Roma, 16 novembre 2017


      STRATEGIE: night tabloid #RAI #factchecking

      http://www.raiplay.it/programmi/nighttabloid/factchecking


      Politica, economia, futuro, tecnologie, costume e tendenze…Night Tabloid è Il programma di informazione e approfondimento del lunedì, in seconda serata, su Rai2, condotto da Annalisa Bruchi












      EVENTI: Comunicare il patrimonio culturale in ambiente digitale: fruizione e riuso @Aib_it #Roma #23novembre #24novembre 2017

      Il coordinamento permanente Musei Archivi e Biblioteche composto da AIB, ANAI e ICOM organizza nei giorni 23 e 24 novembre 2017 a Roma presso la Biblioteca nazionale centrale il III Convegno Nazionale MAB dal titolo “Comunicare il patrimonio culturale in ambiente digitale: fruizione e riuso”. Il convegno vedrà la partecipazione di esperti e operatori pubblici e privati e promuoverà un confronto ad ampio raggio sulle strategie, i linguaggi, i servizi per l’integrazione, la rappresentazione, la fruizione e la disponibilità a lungo termine del patrimonio culturale in ambiente digitale.

      23-24 novembre 2017 – Roma, Biblioteca nazionale centrale

      Giovedì 23 novembre 2017

       

      ORE 9.00-9.30  REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI

      ORE 9.30-10.15  INDIRIZZI DI SALUTO

      Andrea De Pasquale, Direttore Biblioteca Nazionale Centrale Roma
      Gino Famiglietti, Direttore generale Archivi del MiBACT
      Nicola Macrì, Dirigente del Servizio I per conto del Direttore generale Biblioteche ed Istituti culturali del MiBACT
      Antonio Lampis, Direttore generale Musei del MiBACT
      Gianni Torrenti, Coordinatore Commissione beni e attività culturali della Conferenza delle Regioni

      ORE 10.15-10.45  SESSIONE INTRODUTTIVA
      Keynote speaker Gino Roncaglia, Università della Tuscia di Viterbo
      Mediazione in/formativa: una nuova generazione di strumenti di rete

      ORE 10.45-13.00  RELAZIONI INTRODUTTIVE
      Claudio Leombroni, AIB, Istituto per i beni artistici culturali e naturali dell’Emila Romagna
      Giovanni Michetti, ANAI, Sapienza Università di Roma
      Daniele Jalla, Direttivo nazionale ICOM Italia

      ORE 13.00-14.30  BUFFET
      (prenotazione obbligatoria tramite il form on line sul sito http://www.mab-italia.org/index.php/congresso-2017/iscrizione-2)

      ORE 14.30-18.00  SESSIONI PARALLELE

      Sala Conferenze: Workshop Strategie per l’accesso a lungo termine: digitalizzazione, conservazione digitale e licenze aperte

      Conducono:
      Stefano Allegrezza, Università di Udine
      Maurizio Messina, Biblioteca nazionale Marciana
      Anna Maria Marras, ICOM Italia

      Partecipano:
      Valeria Boi, Direttivo nazionale CIA; rappresentante AICRAB; esponenti del MAB regionale Toscana con esperienze significative da illustrare; esponenti del mercato dei prodotti e dei servizi.


      Sala 1/2: Workshop Strategie per l’usabilità e per il riuso: sistemi, linguaggi, servizi

      Conducono:
      Stefano Vitali, ICAR – Augusto Cherchi, ANAI
      Maurizio Vivarelli, Università di Torino
      Gianfranco Calandra, Museo delle Civiltà

      Partecipano:
      Monica Sperabene, Biblioteca nazionale centrale di Roma; Paola Romi, direttivo nazionale CIA; Chiara Veninata, Sapienza Università di Roma; esponenti dei MAB regionali Friuli Venezia Giulia e Marche con esperienze significative da illustrare; rappresentante AICRAB; rappresentante Wikimedia Italia; esponenti del mercato dei prodotti e dei servizi.

      ORE 20.30  CENA SOCIALE PRESSO IL RISTORANTE TERME DI DIOCLEZIANO
      Via del Viminale, 3/A, Roma http://www.termedidiocleziano.it/
      (prenotazione obbligatoria tramite il form on line sul sito http://www.mab-italia.org/index.php/congresso-2017/iscrizione-2)

      Venerdì 24 novembre 2017 

      ORE 9.30-12.30  ASSEMBLEE E INCONTRI DELLE ASSOCIAZIONI          

      Sala Conferenze: Assemblea generale associati AIB
      Sala 1/2: Conferenza Presidenti regionali ANAI
      Sala 3: Riunione Commissioni tecniche congiunte ICOM

      ORE 12.30-14.00  PAUSA

      ORE 14.00-16.00  SESSIONE CONCLUSIVA

      Tavola rotonda coordinata da Pierluigi Feliciati, Università di Macerata

      Partecipano:
      Un “portavoce” per ciascun workshop che illustrerà le conclusioni della discussione del giorno precedente; Klaus Kempf, Bayerische Staatsbibliothek; Simonetta Buttò, direttore Istituto centrale catalogo Unico; Luciano Sassi, AICRAB; Alessandro Pintucci, presidente CIA; Rosa Maiello, presidente nazionale AIB; Tiziana Maffei, presidente ICOM Italia; Grazia Tatò, direttivo nazionale ANAI, che concluderanno il convegno proponendo il lavoro futuro.


      La partecipazione al congresso è gratuita, ma è necessario iscriversi entro il 17 novembre 2017 compilando il form presente all’indirizzo:
      http://www.mab-italia.org/index.php/congresso-2017/iscrizione-2

       

      MAB è l’acronimo con cui AIB (Associazione Italiana Biblioteche), ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana) e ICOM Italia (International Council of Museum – Comitato Nazionale Italiano), nella primavera del 2011 (sviluppando un’iniziativa precedente avviata dalle loro Sezioni piemontesi), hanno dato vita a un coordinamento permanente per esplorare le prospettive di convergenza tra i mestieri e gli istituti in cui operano i professionisti degli archivi, delle biblioteche, dei musei.

      Segreteria operativa: c/o Icom Italia – Palazzo Regione Lombardia 29° piano

      via Fabio Filzi 22 – 20124 Milano – tel 02.4695693 – fax 02.4695693

      http://www.mab-italia.org – info@mab-italia.org

      STRATEGIA: diabete nuove cure complicanze secondo @portalediabete @IntDiabetesFed

      “diabete nuove cure complicanze”
      richiesto da giannina canu

      STRATEGIA IN PDF scaricabile

      cercando su web proponiamo di sottoporre a verifica le fonti:

      A) Portale Diabete
      http://www.portalediabete.org/
      https://www.facebook.com/groups/50912214568/
      https://twitter.com/portalediabete


      B) “Diabetes Research Institute (DRI)” dell’Ospedale San Raffaele di Milano
      http://dri.hsr.it/


      C) progetto open source, non commerciale, gratuito e fai da te, che consente l’accesso in tempo reale al sensore per il monitoraggio remoto del livello di glucosio
      http://deebee.it/
      https://www.facebook.com/deebee.it/


      D) Federazione Internazionale https://www.idf.org/
      https://twitter.com/IntDiabetesFed
      https://fb.com/intdiabetesfed


      E) 14 novembre – giornata mondiale del diabete
      https://www.idf.org/our-activities/world-diabetes-day




      Diabete, ecco le fake news in rete
      https://www.wired.it

      Gli italiani eleggono i social a canale di informazione principale sul diabete, ma tra i primi 100 contenuti virali 60 sono bufale

      EVENTI: III convegno annuale: “Scienza aperta e integrità della ricerca” @Aisa_OA

      Scienza aperta e integrità della ricerca

      Programma

      9 novembre 2017

      aula 113 via Festa del Perdono 7

      ore 15-19

      Emilia Perassi (Università di Milano, delegata per l’Open Access), Paola Galimberti(consigliera AISA, Università di Milano), Maria Chiara Pievatolo (vice-presidente AISA, Università di Pisa),  Apertura dei lavori

      Alberto Baccini (Università di Siena) Giuseppe De Nicolao (Università di Pavia)
      ANVUR: i dati chiusi della bibliometria di stato

      L’Italia è probabilmente il paese del mondo occidentale dove l’ossessione per le etichette d’eccellenza sta modificando più profondamente i comportamenti dei ricercatori e delle istituzioni. Con l’esercizio di valutazione massiva della ricerca denominato VQR, si è inaugurata una fase di crescente controllo centralizzato, realizzato attraverso dispositivi apparentemente tecnici. Il tentativo di dare una giustificazione scientifica ai metodi di valutazione adottati nella valutazione ha generato un inedito conflitto tra dimensione politica, scientifica ed etica della ricerca. In questo contributo, l’attenzione è focalizzata sull’esperimento condotto e analizzato dall’Agenzia italiana per la valutazione della ricerca (ANVUR) per validare la metodologia adottata per la valutazione. Se ne descrive dettagliatamente la strategia di diffusione da parte dell’agenzia, con la pubblicazione di estratti dei rapporti ufficiali in working papers di diverse istituzioni, riviste accademiche e blog gestiti da think-tank. E si illustra un inedito conflitto di interessi: la metodologia e i risultati della valutazione della ricerca nazionale sono stati giustificati a posteriori con documenti scritti dagli stessi studiosi che hanno sviluppato e applicato la metodologia ufficialmente adottata dal governo italiano. Inoltre, i risultati pubblicati in questi articoli non sono replicabili, dal momento che i dati non sono mai stati resi disponibili a studiosi diversi da quelli che collaborano con ANVUR.

      Mario Biagioli (Center for Science & Innovation Studies – UC Davis)
      Metrics and misconduct: redefining “publication” and “evaluation”

      Tradizionalmente, la frode scientifica e accademica è stata legata alla mentalità “publish or perish” e, più recentemente, alle nuove possibilità offerte dalle tecnologie di pubblicazione digitale. Voglio suggerire, invece, che oggi la frode sta attraversando una fase di profonda trasformazione, adattandosi ai nuovi regimi di valutazione basati su indici quantitativi, ed ai nuovi incentivi a loro associati. Questi sviluppi stanno influenzando sia la pratica che il concetto di frode. La definizione tradizionale di frode era radicata sull’opposizione fra verità e falsità, giusto e sbagliato, errore onesto e manipolazione intenzionale. Invece, alcune delle nuove forme di frode connesse e incentivate dai regimi quantitativi di valutazione accademica sembrano più vicine a pratiche di “gaming” che a chiare violazioni di norme etiche o legali. Queste nuove forme di frode ci spingono quindi a ridefinire la frode ma, allo stesso tempo, ci chiedono anche di ripensare sia il concetto di pubblicazione che di quello d’impatto.

      Enrico Bucci (Sbarro Health Research Organization – Temple University, Philadelphia; Resis Srl – Ivrea)
      Metriche bibliometriche ed effetti distorsivi su etica e produzione scientifica

      La tendenza attuale ad inquadrare la ricerca scientifica di qualunque ambito come un’attività fortemente competitiva per i fondi e per l’avanzamento professionale è giustificata con l’argomentazione che, in presenza di un finanziamento pubblico limitato, le istituzioni che rappresentano il cittadino devono poter effettuare una scelta quanto più oculata possibile degli enti e dei ricercatori destinatari del denaro pubblico.
      Sebbene questa argomentazione possa essere condivisibile, essa costituisce il punto di partenza per la creazione di un meccanismo che in realtà tradisce proprio lo scopo che si intende raggiungere, quello cioè di identificare la migliore ricerca ed i migliori ricercatori e di garantire il miglior ritorno possibile all’investimento del cittadino. Trascurando infatti di approfondire cosa si intende per migliori scienziati e per scienza più promettente, è facile dimostrare come le politiche concretamente messe in atto, tutte poggiate sull’uso distorto e in taluni casi assolutamente infondato di metriche bibliometriche più o meno complesse, soprattutto quando tali politiche si accompagnano ad una eccessiva concentrazione di fondi su pochi istituti e ricercatori “di eccellenza”, producono di fatto una profonda distorsione nelle finalità stesse della ricerca scientifica ed in ultima analisi portano ad un’esponenziale crescita di pubblicazioni manipolate e false. Poiché queste sono a loro volta utilizzate tal quali per la valutazione della ricerca, si genera un pericoloso meccanismo a feedback positivo, con il catastrofico risultato finale che si può prevedere, per cui tutte le risorse finiscono per essere allocate nella peggiore ricerca.

      Giuseppe Longo (Centre Cavaillès, CNRS, Ecole Normale Supérieure, Paris; Department of Integrative Physiology and Pathobiology, Tufts University School of Medicine, Boston)
      Scienza e senso: deformazioni scientiste del rapporto al reale

      Una nuova correlazione sembra stabilirsi fra strumenti di valutazione e «scientismo». Da una parte, tecniche bibliometriche rendono difficile quel che in scienza più conta: lo spirito critico, l’idea veramente originale, l’apertura di nuovi spazi di senso, necessariamente non con-sensuali. Dall’altra, sempre più si fa credere che la scienza coincida con l’occupazione progressiva e completa del reale con gli strumenti che già si hanno. Così «metodi di ottimizzazione», originari e pertinenti in teorie fisico-matematiche del XIX secolo, pretendono di governare l’economia all’equilibrio, individuare l’ottimalità di traiettorie filogenetiche ed ontogenetiche in biologia, guidare il «deep learning» sui Big Data. Promesse mirabolanti (curare l’Alzheimer ed il Parkinson capendoli nel silicio, personalizzare la medicina grazie ad una perfetta conoscenza del DNA, prevedere senza capire grazie ai Big Data …) sono accompagnate dall’uso di strumenti ben consolidati o vetusti, a tutti comprensibili, di facile successo bibliometrico a breve termine e presentate con parole d’ordine allettanti (il percorso migliore, l’unico possibile, in economia, in biologia, … ; macchine per il «deep learning», con o senza «supervisione» e con «ricompense», che evocano un bambino Pavloviano che apprende). Le tante promesse garantiscono finanziamenti miliardari, definiscono i progetti di “eccellenza”; il dubbio scientifico, l’incertezza, il “risultato negativo”, la critica che esplora altri punti di vista, ne vengono esclusi. Così, progetti ricchissimi portano a valanghe di pubblicazioni e di citazioni, in giochi di rinvii reciproci; queste garantiscono nuovi finanziamenti.
      Lo scientismo crede nel progresso cumulativo della scienza, lungo un’unica via possibile verso la verità, indicata ovviamente da chi detiene il “pacchetto di maggioranza”; le bibliometria è la misura e l’indicatore di tale progresso. Si metteranno infine in evidenza i legami stretti fra scienza e democrazia, fra scienza e costruzione storica di senso.

      Moderatore: Roberto Caso (presidente AISA, università di Trento)

      10 novembre 2017

      Sala Napoleonica via Sant’Antonio 12

      ore 9-13

      Maria Cassella (Università di Torino)
      Strumenti e pratiche per l’open science: l’open peer review tra opportunità e (qualche) perplessità

      L’intervento si propone di offrire una prima riflessione sulle pratiche dell’open peer review, un termine cappello che racchiude diverse modalità alternative di revisione “aperta” tra pari.
      Ford (2013), ad esempio ne cita otto, mentre Hellauer (2016) ne individua sette diverse tipologie.
      L’open peer review migliora il processo di revisione rendendolo più aperto e trasparente. Il contributo cerca, tuttavia, di rispondere a due temi cruciali per il futuro dell’open peer review:

      1. come raccogliere una massa critica di contributi che siano scientificamente rilevanti;
      2. se l’open peer review possa dirsi qualitativamente superiore al sistema di revisione più tradizionale (single blind o double blind che sia).

      Rispetto al primo problema l’autore propone come forma ottimale di opr non quella dell’open crowd review (open participation) che può essere utilizzata post-pubblicazione per raccogliere eventuali commenti e suggerimenti ma quella basata sull’invito a partecipare al dibattito rivolto ad una cerchia selezionata di revisori.Le diverse forme di opr non sono, infatti, neutrali rispetto alle comunità, ai gruppi di ricerca alle tipologie (monografia o articolo) e alle modalità di pubblicazione (piattaforma o rivista). Rispetto al secondo problema alcuni studi dimostrano la superiore valenza qualitativa dell’opr: Bormann (2011) e Maria K. Kowalczuk, et al. (2015).
      L’adozione dell’opr nella comunicazione scientifica richiede un cambio di paradigma. La tecnologia e la scienza aperta stanno favorendo la diffusione di diverse forme di opr. Grazie alla revisione partitaria aperta la peer review riacquista il valore di servizio per le comunità di ricerca e si esalta il dialogo tra scienziati e tra discipline diverse. “Somewhere along the way in education, we forgot that peer review is a conversation. The peer-review process reminds us of those human connections.”(Brito et al. 2014). Rispetto al nesso con le norme mertoniane della scienza l’opr facilita e velocizza il riconoscimento pubblico del lavoro del ricercatore. Aggiunge al riconoscimento per il lavoro di ricerca anche il riconoscimento del lavoro dei revisori. Al tempo stesso rispetta il valore mertoniano del comunismo. Nel mondo dell’open science le norme mertoniane della scienza riprendono vigore, anche se restano imperfette.

      Diego Giorio (Comune di Villanova Canavese – SEPEL Editrice)
      Gli open data pubblici a supporto e validazione della ricerca

      Nell’era dell’informazione, l’immenso patrimonio di dati detenuti negli uffici pubblici, può essere messo a disposizione di tutti: cittadini, studiosi, altre entità pubbliche e di ricerca. Dati demografici, nascite, morti con relative cause, rilievi topografici, cataloghi di musei e biblioteche, elementi sulle attività industriali ed artigianali, flussi di traffico… Solo per citare i primi esempi che vengono in mente di una lista quasi infinita.
      Le norme già ci sono, la diffusione dei dati stenta però a decollare per tanti motivi, dalla penuria di tempo e di personale negli uffici, alla scarsa attitudine mentale degli impiegati, agli applicativi software non ancora adeguati. Con opportune campagne di informazione, e con l’auspicabile svecchiamento della PA, non si tratta tuttavia di un problema insormontabile.
      Un secondo problema da non sottovalutare è l’anonimizzazione dei dati, che devono essere resi disponibili in forma sufficientemente dettagliata da essere utili e fruibili, ma abbastanza aggregata da non poter risalire all’interessato neppure per via indiretta, questione piuttosto scivolosa nell’era dei big data. Questo rischio si accentua per la peculiarità del territorio italiano, diviso in quasi 8000 Comuni anche molto piccoli.
      Assumendo comunque che i dati siano disponibili e correttamente gestiti, l’effetto non può che essere positivo per i ricercatori e per chi deve verificare il loro lavoro. Inoltre, poiché non sempre i dati in possesso della PA sono corretti e completi, potrebbe verificarsi anche il percorso inverso, ovvero la correzione di errori ed anomalie rilevate nel corso della ricerca.
      Insomma, un circolo virtuoso che non è facile innescare ma che, una volta messo in moto, non può che portare benefici a tutta la società.

      Daniela LuziRoberta RuggieriLucio PisacaneRosa Di Cesare (CNR – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali, Roma)
      Open peer review dei dati: uno studio pilota nelle scienze sociali

      L’open peer review (OPR) può essere applicata a tutte le tipologie di risultati della ricerca, dagli articoli scientifici, alle proposte di progetto fino ai dataset. Tuttavia, a partire dalla sua definizione, vanno ancora analizzati i criteri e modalità per assicurare una valutazione trasparente ed efficace per il progresso della ricerca scientifica. Ciò si inquadra nell’ambito dell’Open Science che coglie l’esigenza di analizzare le trasformazioni strutturali e tecnologiche nel sistema della comunicazione scientifica odierna. E’ proprio in tale contesto che i principi di Merton – in particolare quelli di communality e organized skepticism – diventano importanti punti di riferimento.
      Questo studio ha lo scopo di analizzare l’applicabilità della revisione paritaria aperta dei dati della ricerca prodotti nelle discipline afferenti alle scienze sociali. Lo studio inserisce nel progetto europeo OpenUP (OPENing UP new methods, indicators and tools for peer review, dissemination of research results, and impact measurement), che intende analizzare le trasformazioni nell’attuale scenario della ricerca scientifica allo scopo di 1) identificare meccanismi, processi e strumenti innovativi per la peer review applicata a tutti i risultati della ricerca (pubblicazioni, software e dati), 2) esplorare i meccanismi della disseminazione innovativa efficaci per le imprese, l’industria, il settore educativo e la società nel suo insieme e 3) analizzare un insieme di nuovi indicatori (altmetric) che valutano l’impatto dei risultati della ricerca collegandoli ai canali per la disseminazione.
      OpenUp utilizza una metodologia centrata sull’utente. Questo approccio metodologico non solo coinvolge tutti gli stakeholder (ricercatori, case editrici, enti che finanziano la ricerca, istituzioni, industria e il pubblico in generale) in una serie di workshops, conferenze e corsi di formazione, ma vuole testare i risultati acquisiti in un set di studi pilota. Questi ultimi sono collegati ai tre pilastri del progetto (revisione paritaria, disseminazione innovativa dei risultati e altmetric) e sono applicati ad alcune comunità e settori della ricerca specifici: scienze umane, scienze sociali, energia e scienze della vita.
      Nello specifico il lavoro presentato intende descrivere la metodologia usata per sviluppare lo studio pilota sull’OPR dei dati nelle scienze sociali. In particolare si concentra sulla prima fase che intende ricostruire il contesto generale della diffusione e condivisione dei dati. Sulla base di questa analisi, saranno identificati i criteri di selezione della comunità da coinvolgere nello studio pilota, insieme alle caratteristiche e alle problematiche specifiche che verranno successivamente indagate durante il suo svolgimento. L’analisi prende in considerazione sia la prospettiva di coloro che forniscono i dati sia quella degli utenti che li utilizzano. Essa si pone nella prospettiva di considerare i principi Mertoniani ed in particolare le problematiche legate alla loro applicabilità nella condivisione e valutazione dei dati della ricerca.

      Silvia Scalzini (LUISS Guido Carli, Lider Lab – Dirpolis Scuola Superiore Sant’Anna)
      A chi appartengono le mie idee? Un itinerario tra diritto ed etica attorno al concetto di ‘scientific authorship’ nell’era della scienza aperta

      Un lavoro scientifico, a qualunque branca del sapere appartenga, è il frutto di intuizione, dedizione e della costruzione di una profonda conoscenza dell’argomento. Uno dei problemi più spinosi è la corretta attribuzione di un lavoro scientifico a colui o coloro che lo hanno posto in essere. Tale difficoltà deriva da una serie di fattori. Anzitutto un lavoro scientifico non si limita all’articolo finale, ma comprende misurazioni, sperimentazioni, scambi di idee, codici e così via, elementi non facilmente scomponibili ed attribuibili ai vari “autori”. Altre volte, la non corretta attribuzione di un lavoro deriva da condotte scorrette poste in essere dai ricercatori. Tali condotte si collocano in uno spettro di mutevole gravità, che va dal plagio ad “appropriazioni” sempre più sfumate. Per citare alcuni esempi estremi, sono diffusi i casi in cui il lavoro di giovani ricercatori non viene riconosciuto e la paternità è usurpata. Sono noti anche casi in cui l’ordine dei nomi degli autori in un paper scientifico è deciso arbitrariamente, in assenza di coercibilità della condotta. E l’elenco potrebbe continuare con la descrizione della morfologia di vecchie e nuove attività che si pongono più o meno nitidamente in esso, e che sono esacerbate dall’attuale contesto del “publish or perish”.
      La disciplina sul diritto d’autore protegge l’espressione dell’idea e non l’idea in sé. L’opera dell’ingegno, inoltre, per essere suscettibile di protezione dovrà superare la soglia del “carattere creativo”. I canoni del diritto d’autore non sono, quindi, spesso in grado di regolare “i debiti di idee degli scienziati” (M. Bertani, Diritto d’autore e connessi, in L.C. Ubertazzi (a cura di), La Proprietà Intellettuale, Giappichelli, 2011, p. 276), anche per motivi legati a esigenze di certezza del diritto e di effettività della tutela. In certi casi sono le stesse comunità scientifiche ad autoregolarsi, attraverso l’adozione di norme sociali – ad esempio in materia di ordine dei nomi nelle pubblicazioni – e di codici di condotta, come quelli – sempre più raffinati – in materia di integrità nella ricerca, che mirano ad indicare i – ed educare ai – “principi ed ai valori etici, dei doveri deontologici e degli standard professionali sui quali si fonda una condotta responsabile e corretta da parte di chi svolge, finanzia o valuta la ricerca scientifica nonché da parte delle istituzioni che la promuovono e la realizzano” (Linee Guida per l’integrità nella ricerca, elaborate nell’ambito delle attività della Commissione per l’Etica della Ricerca e la Bioetica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)). La scienza aperta, inoltre, può agevolare la corretta attribuzione di un lavoro, in quanto la diffusione di un’idea ad una vasta comunità scientifica dovrebbe sancirne pubblicamente la priorità. Labili sono, tuttavia, ancora i confini del concetto di attribuzione scientifica ed incerto il perimetro delle condotte illecite e scorrette che vi si associano, nonché del limite tra il fisiologico evolversi della scienza ed il suo carattere patologico.
      Il presente lavoro intende, dunque, illustrare una riflessione in corso sull’intersezione e la sovrapposizione di nozioni ed interpretazioni che ruotano attorno al concetto di “attribuzione scientifica” a cavallo tra le varie categorie del diritto e dell’etica.

      Moderatore: Marco Pedrazzi (presidente del Comitato etico dell’Università di Milano)

       

      Chi desidera partecipare al convegno, soprattutto se preferisce che la sua presenza sia certificata, può registrarsi qui.

      Programma

      Locandina

      Registrazione

      Sedi dei lavori

      Richiesta di contributi (cfp)

      English version

      STRATEGIA: articolo 18 statuto lavoratori – casi non applicazione secondo #leggepertutti #wikilabour

      STRATEGIE: #Fakenews cosa sono e come riconoscerle SECONDO @factcheckers_it #BIBLIOverifica #2aprile #factcheckingday

      Fake news: cosa sono e come riconoscerle. 29.03.2017 FONTE
      http://tg24.sky.it/mondo/2017/03/28/faq-fake-news-post-verita.html

      A cura di Factcheckers*

      In occasione dell’International Fact-checking Day organizzato in tutto il mondo per il 2 Aprile 2017, ecco una guida per comprendere meglio il fenomeno delle “notizie false”: chi le produce e perché, quali iniziative sono nate per arginarle e come difendersi nella navigazione quotidiana


      1) Cosa sono le “fake news”?

      “Fake news” è un’espressione inglese traducibile in italiano con “notizie false”. La si utilizza per indicare quelle fonti che “inventano del tutto le informazioni, disseminano contenuti ingannevoli, distorcono in maniera esagerata le notizie vere”. Questa definizione è di Melissa Zimdars, docente di comunicazione al Merrimack College, e promotrice del progetto OpenSources http://www.opensources.co/
      nato per mappare in maniera collaborativa le “fonti false, ingannevoli, clickbait o satiriche”.

      Negli ultimi mesi l’espressione “fake news” è stata utilizzata per indicare fenomeni molto diversi tra loro. Tanto che c’è chi ha proposto di abbandonare del tutto questa espressione, perché ormai svuotata di significato. Donald Trump, ad esempio, l’ha utilizzata in diverse occasioni per attaccare testate rispettate come il New York Times e il Washington Post. Anche in Italia il blog di Beppe Grillo usa questa espressione in riferimento ad alcuni quotidiani.



      2) Le bugie ci sono sempre state, cos’è cambiato adesso?

      Lo studioso Robert Darnton ha ricostruito la storia della disinformazione a partire dal VI secolo d.C. L’uso manipolatorio delle informazioni è passato attraverso diverse modalità: si pensi alle “pasquinate” https://it.wikipedia.org/wiki/Pasquino#Pasquinate
      i sonetti spesso diffamatori appesi di notte sulle statue di Roma; o, ancora, ai “canard” https://it.wikipedia.org/wiki/Canard
      distribuiti nelle strade di Parigi con notizie spesso ingannevoli; fino ad arrivare ai giornali londinesi di fine ‘700, quando, secondo Darnton, le notizie false hanno raggiunto il proprio picco.

      Oggi però sono cambiate diverse cose rispetto al passato.

      Nello scenario del “giornalismo a rete” (la definizione è di Charlie Beckett) chiunque può accedere a molte fonti di informazione e allo stesso tempo creare un contenuto informativo con bassi costi e alte potenzialità di distribuzione.
      Queste caratteristiche hanno contribuito a migliorare in modo significativo la qualità dell’informazione. In questo contesto, si sono anche aperti nuovi spazi per chi insegue interessi diversi.

      E’ il caso di chi vuole sfruttare questa apertura per generare facili profitti pubblicitari: basta creare un sito web e saperlo promuovere sui social media con titoli accattivanti per guadagnare fino a 10.000 dollari al mese, come ha confessato al Washington Post Paul Horner, noto autore di notizie false. https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Horner

      Ma c’è anche chi produce “fake news” per influenzare l’opinione altrui con finalità politiche: in questo caso si può sfruttare l’effetto “bolla” https://it.wikipedia.org/wiki/Bolla_di_filtraggio
      che Facebook e gli altri social network producono quando ci fanno vedere contenuti personalizzati, provenienti da (poche) fonti che confermano i nostri pregiudizi e su cui molti utenti cliccano senza neppure chiedersi da dove provengono.

      Infine, altro fondamentale elemento di novità rispetto al passato è il formato in cui ci arrivano: Facebook e Google News impaginano le notizie in una modalità omogenea, uguale sia per il New York Times che per un sito di scienza spazzatura.

      Questi formati tendono a dare più risalto al singolo contenuto (un titolo sensazionalistico, una bella foto) che non alla fonte che l’ha prodotto. E questo elemento gioca molto a favore di siti che producono “fake news” per scopi di clickbaiting (acchiappaclick), come ha spiegato la webzine The Verge.



      3) Che cos’è invece la “post verità”?

      Post-verità è un’espressione entrata nell’Oxford Dictionaries nel 2016. Ecco la definizione data dagli autori del dizionario: “circostanze nelle quali i fatti obiettivi sono meno influenti nell’orientare la pubblica opinione rispetto agli appelli all’emotività e alle convinzioni personali’”.

      In pratica, le nostre convinzioni non vengono scalfite neanche quando smentite in modo evidente dai fatti, come confermano alcune ricerche.

      La scelta di introdurla nel dizionario è stata dettata proprio dal consistente uso che se ne è fatto nel corso del 2016 in ambito politico: prima con il referendum sulla Brexit e poi con le elezioni statunitensi.

      La nostra Accademia della Crusca ha commentato questa scelta, http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/viviamo-nellepoca-post-verit
      evidenziando come la “post verità” non sia un fenomeno nuovo, eppure “Le caratteristiche e le dimensioni assunte dal fenomeno ai nostri giorni sono però diverse e ci sono alcuni fattori che in particolare devono essere sottolineati, tutti legati alla rete: la globalità, la capillarità, la velocità virale della diffusione delle varie post-verità; e poi la generalità e genericità degli attori che possono alimentarle, spesso con una propaganda nascosta e inaspettata che può provenire da pseudo-istituti di ricerca, da esperti improvvisati”.



      4) Che differenza c’è tra una fake news e una notizia che dà un sito di news e che si rivela poi sbagliata?

      Claire Wardle, direttrice di First Draft News, https://firstdraftnews.com/
      network internazionale sulla verifica delle fonti online, ha proposto un’utile distinzione tra:
      – disinformazione: creazione e condivisione consapevole di informazioni che si sa essere false
      – misinformazione: la condivisione involontaria di informazioni false

      A chiunque può capitare di condividere informazioni non vere. Non tutti, però, lo fanno con l’obiettivo di ingannare chi legge.

      E, soprattutto, chi produce involontariamente un’informazione falsa tende poi a rettificarla e/o integrarla appena emergono nuovi elementi. Lo stesso non vale per chi vuole diffondere disinformazione in maniera consapevole.



      5) Chi produce tutte queste notizie false? E per quale motivo?

      Nel caso delle ultime elezioni statunitensi è emerso che alcuni degli articoli più condivisi provenivano da Veles, cittadina della Macedonia, dove erano attivi una serie di adolescenti che producevano notizie inventate di sana pianta. Questi articoli spesso erano pro-Trump e contro la Clinton, non perché ci fosse un collegamento diretto con l’attuale presidente Usa, ma semplicemente perché quel genere di notizie generavano più click e quindi anche maggiori introiti pubblicitari.

      Uno di questi teenager ha spiegato di guadagnare fino a 1800 euro al mese (in un paese in cui lo stipendio medio è di 350 euro).
      Si è molto discusso, poi, dell’uso di “fake news” per scopi propagandistici in contesti elettorali. Questo utilizzo è stato spesso ricondotto alla Russia, che proverebbe a influenzare i risultati elettorali attraverso la disinformazione. Tentativi di questo tipo sono stati riscontrati negli Stati Uniti, in Germania, Olanda e, di recente, anche in Francia.

      Durante gli ultimi mesi, in Italia ha fatto molto discutere il caso di LiberoGiornale.com, sito web che diffondeva informazioni false in chiave politica. Come è emerso poi da due diverse inchieste, quel dominio faceva parte di una più grande galassia di siti fake riconducible a una società con sede in Bulgaria, gestita da italiani. Oltre a questo hub, ci sono molte altre galassie di siti web che diffondono notizie false in italiano con obiettivi economici o politici.



      6) Qualche esempio di fake news?

      Tre “fake news” più condivise di recente sono state, nell’ordine:

      Brexit: lo slogan a caratteri cubitali su un autobus del comitato per il “lasciare”, secondo cui il Regno Unito avrebbe potuto risparmiare 350 milioni di sterline a settimana una volta uscita dalla Ue. Il dato è stato poi smentito dagli stessi autori, ma solo dopo la vittoria al referendum.

      Elezioni Usa: la notizia più condivisa in assoluto su Facebook è stata quella “falsa” secondo cui il Papa Francesco aveva deciso di appoggiare Donald Trump.

      Referendum italiano: secondo un’analisi di Pagella Politica, l’articolo più condiviso sul tema è stato pubblicato dal sito “Italiani Informati” a proposito del (falso) ritrovamento di “500.000 schede già segnate col SI”. Nonostante provenisse da una fonte sconosciuta e il paese a cui si fa riferimento non esista, la news è stata condivisa più di 200.000 volte.

      Germania: Una foto con un siriano (con regolare permesso di soggiorno) che si scatta un selfie con Angela Merkel è stata manipolata e messa in associazione con gli attentati di Bruxelles o di Berlino. Il ragazzo ha fatto causa a Facebook perché il proprio volto non venga più associato agli attentati.

      Al di là della politica, molte notizie false riguardano anche il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento: negli Stati Uniti sono diventate molto virali le “fake news” dell’arrivo delle star in piccolissime località del paese.



      7) Come posso accorgermi se una notizia è una fake news?

      Craig Silverman, esperto di fact-checking e giornalista di Buzzfeed, ha creato un elenco di 6 semplici cose da fare per verificare una notizia:

      – Controlla l’URL: spesso non ce ne accorgiamo, ma il sito su cui stiamo cliccando è una copia di uno più famoso, tipo “La Gazzetta della Sera”, “Rebubblica”, “Il Fato Quotidiano”;

      – Leggi la pagina “Chi Siamo”: molti siti che diffondono “fake news” spesso hanno un disclaimer in cui indicano che si tratta di un sito di satira;

      – Occhio alle dichiarazioni: se provengono da una persona nota, basta selezionare la frase e lanciare una ricerca su Google tra virgolette. In questo modo si può controllare se le stesse parole sono state riprese anche da altre fonti; in caso contrario, meglio approfondire;

      – Segui i link: per vedere se effettivamente ti porta alla fonte che dice di linkare oppure no; in generale, è meglio essere diffidenti degli articoli che hanno pochi (o nessun) link;

      – Fai una ricerca inversa delle immagini: basta andare su Google Immagini e caricare un’immagine sospetta per scoprire se è stata già pubblicata altrove o se si riferisce a un altro evento;

      – Cautela: “Se una storia sembra troppo bella per essere vera, oppure ti provoca una forte reazione emotiva, è meglio calmarsi per un momento”, è il consiglio finale di Silverman.
      https://www.buzzfeed.com/craigsilverman/detect-fake-news-like-a-pro-1?utm_term=.fnqvV65KLm#.eh2MrWLpv4



      8) Quali iniziative sono state messe in campo per arginare la diffusione delle notizie false?

      Di recente Facebook ha lanciato negli Stati Uniti un servizio di segnalazione delle notizie che sono state messe in dubbio da alcune note testate di fact-checking (come Snopes o Associated Press, che fanno parte dell’International Factchecking Network e che hanno siglato il codice di condotta del Poynter Institute).
      http://www.poynter.org/fact-checkers-code-of-principles/

      Google ha invece deciso di colpire le testate “acchiappaclick” produttrici di false notizie, bloccando la propria pubblicità sui loro domini.

      In Europa diversi governi hanno lanciato proposte di legge per arginare il fenomeno: la Germania vuole introdurre multe fino a 50 milioni di euro per i siti che non rimuovono notizie diffamatorie o calunniose (il provvedimento non riguarda le “notizie false” in genere, ma solo alcune tipologie); nella Repubblica Ceca è stata creata un’unità governativa per timore di influenze russe in campo informativo.

      Anche in Italia è stata presentata una proposta di legge contro le fake news che però è stata giudicata come “pericolosa” sia da alcuni esponenti politici che da attivisti per le libertà digitali.
      https://www.wired.it/attualita/media/2017/02/16/cosa-dice-la-proposta-di-legge-sulle-fake-news/

      Parallelamente stanno prendendo piede iniziative di “educational fact-checking” con l’obiettivo di diffondere la cultura della verifica delle fonti nei contesti scolastici e familiari. Negli Stati Uniti sono attivi da tempo due progetti:

      A) il News Literacy Project che invita giornalisti nelle scuole e ha creato un’app per i docenti;
      http://www.thenewsliteracyproject.org/

      B) il Center for News Literacy della Stony Brook University che effettua attività educativa sia sugli studenti che sui docenti.
      http://www.centerfornewsliteracy.org/
      Tra le diverse iniziative, il centro ha anche lanciato un corso gratuito online disponibile sulla piattaforma Coursera.

      C) l’OCSE ha lanciato un appello affinché nelle scuole si insegni a riconoscere le notizie false: questa competenza sarà valutata nel prossimo PISA Test, che valuta il grado di alfabetizzazione nelle scuole di più di 60 paesi.
      http://www.bbc.com/news/education-39272841



      9) Che cos’è l’International Factchecking Day?

      E’ un’iniziativa lanciata dall’International Factchecking Network del Poynter Institute per il prossimo 2 Aprile. Si tratta di una giornata di sensibilizzazione creata per promuovere la cultura della verifica delle fonti in tutto il mondo.
      http://factcheckingday.com/map-of-activities

      Sul sito dell’evento si trova una mappa con le attività intorno al mondo, una lezione per i docenti, http://factcheckingday.com/lesson-plan

      un quiz da fare con gli amici http://factcheckingday.com/trivia-quiz



      10) Cosa possiamo leggere per approfondire questo tema?

      L’associazione Factcheckers ha realizzato una guida interattiva per diffondere la cultura della verifica delle fonti tra i più giovani. http://www.factcheckers.it/guida/

      La guida è disponibile anche in formato infografica da scaricare (qui in formato jpg) o attraverso una serie di social card per Facebook e Twitter.

      Sul sito dell’International Factchecking Day è poi disponibile uno schema di lezione (tradotto anche in Italiano) che i docenti possono scaricare per programmare una lezione sul tema nella propria scuola. Sempre su questo sito si trovano una serie di risorse in inglese per valutare l’attendibilità di un sito web, foto e video, account Twitter, voce di Wikipedia.

      In italiano il sito Valigia Blu ha tradotto la guida redatta da Claire Wardle su First Draft News: la si può trovare qui Facile dire fake news. Guida alla disinformazione. http://www.valigiablu.it/fakenews-disinformazione/
      Anna Maria Testa ha commentato su Internazionale.it i risultati di un importante test svolto dalla Stanford University per valutare le competenze informative degli studenti. http://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2016/12/12/vero-e-falso-in-rete

      Altra fonte utile con esercizi e quiz è poi First Draft News. https://firstdraftnews.com/

      Factcheckers è un’associazione no-profit nata nel 2016 per promuovere l’educational factchecking in Italia con un target mirato su studenti, docenti e genitori. http://www.factcheckers.it
      Si occupa della creazione di format innovativi per diffondere la cultura delle fonti e di una corretta informazione attraverso percorsi didattici e strumenti divulgativi. E’ partner dell’International Factchecking Network per l’organizzazione del primo International Fackchecking Day. Insieme a Sky Academy ha realizzato una guida interattiva per coinvolgere i più giovani sul tema della verifica delle fonti online.

      STRATEGIE: Decalogo contro #FakeNews secondo associazione Factcheckers


      24/10/2017 http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-55836654-b659-4050-b983-b9234ac3264f.html

      DAL MINUTO 10 al 29


      1. Non condividerai notizie non verificate.
      2. Ricordati che internet e i social network possono essere manipolati.
      3. Ricordati di risalire alle fonti.
      Sono alcune delle regole d’oro che, a partire dal 31 ottobre, saranno parte del programma nelle scuole italiane.
      Uno strumento in più per imparare a orientarsi nel mare magnum del web e a difendersi dalle fake news.
      Ne parliamo con Nicola Bruno, giornalista e cofondatore dell’associazione Factcheckers. Anche la comunità di Wikipedia deve continuamente confrontarsi sulle regole condivise per garantire la correttezza delle informazioni nelle sue voci enciclopediche, come ci spiega Luca Martinelli, amministratore di Wikipedia Italia.


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