Internet Mass-Media Informazione

FONTI: SIOPE Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici

FONTI: SIOPE Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici

La banca dati SIOPE è nata nel 2003 per risponde all’esigenza di migliorare la conoscenza dell’andamento dei conti pubblici, sia sotto il profilo della quantità delle informazioni disponibili, sia sotto il profilo della tempestività; e di superare, attraverso una codifica uniforme per tipologia di enti, le differenze tra i sistemi contabili attualmente adottati dai vari comparti delle amministrazioni pubbliche, senza incidere sulla struttura dei bilanci degli enti in questione. Il Siope rappresenta uno strumento fondamentale per il monitoraggio dei conti pubblici italiani, attraverso la rilevazione in tempo reale del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e l’acquisizione delle informazioni necessarie ad una più puntuale predisposizione delle statistiche trimestrali di contabilità nazionale

Nel patrimonio informativo raccolto attraverso il sistema SIOPE disponibile in modalità “aperta” è possibile reperire i dati relativi agli incassi e ai pagamenti annui di raggruppamenti omogenei di enti pubblici e i dati sono forniti con il dettaglio previsto dalla codifica gestionale dei singoli raggruppamenti.


UNA delle applicazioni degli opendata e’

http://soldipubblici.gov.it


FONTI: I.Stat è la banca dati ISTAT – Istituto nazionale di statistica

I.Stat è la banca dati, sempre aggiornata, delle statistiche correntemente prodotte dall’Istituto nazionale di statistica.

Le statistiche sono ricercabili per tema.
Il sistema è interrogabile anche per parola chiave.

I dati sono presentati sotto forma di tavole multidimensionali che gli utenti possono esportare in formato xls, csv. È inoltre possibile creare tabelle personalizzate agendo sulle variabili, il periodo di riferimento e la disposizione di testate e fiancate.
 


 

Altre banche dati derivanti da I.Stat

Per alcuni argomenti di particolare interesse, l’Istat ha riorganizzato le informazioni già presenti nella banca dati I.Stat all’interno dei seguenti sistemi tematici:

Banche dati sui censimenti (a partire dalla tornata 2010-11)

Il portale, tra l’altro già disponibile all’indirizzo http://datiopen.istat.it, consente di accedere e navigare dati in formato aperto sulla base di tecnologie e standard del web semantico e permette la pubblicazione di dati in formato Linked Open Data – LOD

STRUMENTI: “verification handbook” e-book gratuito in ITALIANO

http://verificationhandbook.com/book_it


«Nel mondo tecnologico di oggi, dove circolano voci non confermate e false informazioni, i giornalisti devono poter differenziare il materiale autentico dai falsi. Questo manuale è una letteura obbligatoria per tutti i giornalisti che hanno a che fare con ogni tipologia di contenuti prodotti dagli utenti». – Wilfried Ruetten, Direttore, The European Journalism Centre (EJC)

«Le informazioni accurate possono rivelarsi una risorsa cruciale per salvare molte vite nelle crisi umanitarie, ma le circostanze in cui tali crisi si presentano sono generalmente quelle in cui è più difficile reperire informazioni affidabili. Questo manuale sarà di grande aiuto non soltanto ai giornalisti, ma anche a chiunque operi direttamente in queste situazioni per la verifica dei fatti sul campo». – William Spindler, Portavoce, The United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR)

«Questo manuale è essenziale per giornalisti che seguono i conflitti inter-religiosi e interetnici, consentendo loro di lavorare in maniera più equilibrata, trasparente e accurata, contribuendo in definitiva a far calare la tensione all’interno e tra le comunità coinvolte». – Matthew Hodes, Direttore, The United Nations Alliance of Civilizations (UNAOC)

«Di questi tempi è sempre più vitale conoscere la verità e saper verificare le notizie e altre informazioni. Questo manuale fornisce gli strumenti fondamentali a tutti, giornalisti e cittadini, per farlo in maniera efficace». – Howard Finberg, Responsabile delle partnership di formazione e delle alleanze, The Poynter Institute

«Arrivare ai fatti è un principio cardine del giornalismo, ma i media fanno fatica a comportarsi eticamente di fronte alle situazioni d’emergenza. Questo manuale aiuta chi fa informazione a cercare la verità, anche quando online abbondano voci e fonti incontrollate». – Aidan White, Direttore, The Ethical Journalism Network (EJN)

«Il punto sta nell’avere le informazioni giuste al momento giusto e nel posto giusto. Quando in caso di disastri o emergenze l’accesso è limitato, diventa cruciale per i soccorritori poter reperire efficacemente le informazioni tramite i social network. Questo manuale sarà utile alle squadre di soccorso sul campo come anche ai volontari impegnati online». – Christoph Dennenmoser, Team Lead Urgent Needs, Humanity Road Inc.

STRATEGIE: “Diritto alla Conoscenza” lezione di Stefano Rodota’

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

In un bellissimo saggio dal titolo Fame di sapere, che poi nel testo diventa fame di conoscenza, Francesco Remotti ci conduce alle radici dell’umanità e alle origini della nostra cultura, quella delle parole iniziali della Metafisica di Aristotele: “Tutti gli uomini, per natura, desiderano sapere”. Fame indica un bisogno primario che, se non viene soddisfatto, porta la persona a morire. E dunque si può morite per mancanza di cibo, ma pure di sapere, in una unione tra corpo e mente.

A che cosa, però, ci riferiamo oggi parlando di conoscenza, poiché l’intera nostra società viene definita, appunto, della conoscenza? Viviamo in uno spazio sociale dilatato, senza precedenti nella storia dell’umanità, creato da Internet, identificato con la Rete, dove si mescolano soggetti e fenomeni diversi, dove i ruoli possono cambiare vorticosamente e gli interessi trovarsi in conflitto. Questo spazio è riempito d’una infinita conoscenza che, per le sue caratteristiche, Luciano Gallino ha definito un “bene pubblico globale” e che, anzi, viene ormai sempre più considerata un “bene comune”, liberamente accessibile da ogni persona. Che cosa vuol dire, allora, percorrere quest’immenso territorio muniti d’un diritto?

La risposta più ovvia – attingere la maggior quantità possibile di sapere – è ormai insufficiente, talvolta ingannevole. Bisogna andare oltre ogni formula semplice, scoprendo spesso che, una volta avviata una analisi appena più attenta, anche in passato l’accesso al sapere poneva numerosi problemi e, soprattutto, rifletteva una divisione netta tra produttori e consumatori della conoscenza. Oggi abbiamo la consapevolezza della impossibilità di tracciare una definitiva, stabile linea di confine tra quei due mondi e quelle due figure. Siamo di fronte ad un rapporto paritetico tra ricezione e produzione, ogni utente si fa produttore, cambiando così la natura stessa della conoscenza in rete, tanto che si è potuto concludere che ormai è stata annullata ogni differenza tra sfera culturale, sfera sociale, sfera mediatica.

Da queste considerazioni, tuttavia, non si può trarre la conclusione che diritto alla conoscenza significhi diritto a qualsiasi conoscenza, in qualsiasi modo o forma, guardando al mondo come ad una miniera a cielo aperto, dove qualsiasi informazione diviene liberamente disponibile. Esempi quotidiani mostrano che non è così. Basta ricordare il cosiddetto Datagate, la rivelazione che una agenzia americana raccoglie milioni di dati e li adopera per controllare le persone su scala planetaria. E’ stata così riscoperta l’importanza della privacy, diritto fondamentale da rispettare a tutela della libertà di ciascuno. Ma, all’interno della stessa sfera privata, il diritto di sapere può rovesciarsi nel diritto di non sapere, come accade quando una persona, ad esempio, non vuole che le vengano comunicate informazioni riguardanti il suo stato di salute. E la tutela della privacy può esigere una amputazione della conoscenza in rete, come accade con il diritto all’oblio che richiede appunto la cancellazione di informazioni già legittimamente raccolte.

Gli intrecci non si fermano qui. La stessa garanzia del diritto alla privacy si indebolisce, fino a scomparire, quando siamo di fronte a “figure pubbliche” – politici, attori, sportivi – che hanno scelto appunto di vivere in pubblico. E, considerando in particolare i politici, ci accorgiamo che il diritto alla conoscenza è funzionale al controllo diffuso che i cittadini devono poter esercitare su chiunque detenga un potere, facendo così emergere la dimensione della trasparenza come un connotato della democrazia.

Nasce così una sfera pubblico-politica dove gli arcana imperii sono sempre meno accettati. Vicende come quelle di Wikileaks e del Datagate hanno mostrato come fossero state colte tutte le opportunità tecnologiche per far crescere quasi senza limiti la raccolta delle informazioni e la loro conservazione in banche dati sempre più gigantesche, dove le informazioni sono divenute sempre più facilmente reperibili, alla portata di molti, accessibili a distanza, agevoli da divulgare. E questo ha fatto nascere la diffusa consapevolezza che lì si stava depositando un nuovo sapere sociale, che non poteva più essere sequestrato con le vecchie regole sul segreto e di cui i cittadini si sentivano i veri “proprietari”, dunque legittimati ad esercitare in questa direzione il loro diritto alla conoscenza, a quel “cercare, ricevere, diffondere” informazioni di cui parla la Dichiarazione universale dei diriti dell’uomo dell’Onu.

Di nuovo un radicale cambiamento di scenario. Il mondo si svela nella sua sempre più sconfinata ricchezza informativa, che ridisegna il ruolo del cittadino nella sfera pubblica, incidendo al tempo stesso, e in modo ancor più profondo, sul modo in cui ciascuno ridefinisce se stesso di fronte a questo sapere che gli si presenta come infinito, alla cui definizione e crescita anch’egli può contribuire. Abbiamo diritto alla conoscenza perché solo così possiamo liberamente costruire la nostra personalità, e dunque gli stessi sistemi istituzionali devono essere strutturati in modo da permettere pienezza del vivere, dell’essere davvero se stessi. Tutto il sapere del mondo è lì. a portata di mano, e nessun ostacolo deve essere posto alla libertà di accedervi.

Si innestano qui conflitti che non sono tra vecchio e nuovo, tra continuità e discontinuità, ma che hanno la loro origine nella molteplicità degli interessi Richiamando le “enclosures” dei fondi che si verificarono in Gran Bretagna a partire dal Settecento, sottraendo quei beni agli usi comuni, si denuncia oggi il rischio di un nuovo movimento per la “chiusura” di quel bene globale che è appunto la conoscenza. Reggono, di fronte alla nuova realtà, categorie proprietarie forti come il diritto d’autore e il diritto di brevetto? L’accesso al mondo della conoscenza deve passare attraverso la logica del mercato o attraverso la logica dei diritti? La conoscenza è una merce o un bene comune?

Questi sono conflitti reali che, tuttavia, proprio nella realtà possono trovare forme di composizione lontane dalla pretesa di far prevalere uno soltanto degli interessi in campo. Il punto di riferimento è rappresentato dal fatto, innegabile, che la tecnologia ha “reinventato” la conoscenza, sì che nessuno può pretendere di esserne il proprietario più o meno esclusivo. Il problema, allora, diventa quello di garantire al massimo la possibilità di essere protagonisti nella produzione della conoscenza (e questo implica diritto di accesso alla tecnologia e ostilità alla censura); quello di capovolgere l’assunto secondo il quale unico riferimento deve essere la logica proprietaria; quello di inventare forme anche giuridiche di riconoscimento concreto del diritto alla conoscenza, liberandosi dalla tentazione di rifugiarsi nelle vecchie categorie, che la forza delle cose continuamente scardina (ecco, allora, le tariffe flat, i creative commons e tutti gli altri strumenti che disegnano un contesto istituzionale dove diventa possibile la composizione degli interessi).

Dinamiche, queste, che sembrano destinate a funzionare quando ci si trasferisce nella dimensione digitale. Ma il libro, il libro di carta, con il piacere di sentirlo fisicamente, con la sua persistenza che lo sottrae alle ingiurie del tempo che colpiscono i dati digitali e li fanno deperibili e non più leggibili? In questo nuovo universo il libro non custodisce solo una memoria, ma un modo d’essere che, nelle varie forme della scrittura e degli strumenti ai quali è stata affidata, davvero può dirsi che ha accompagnato la storia dell’umanità. E la sua fisicità, che incorpora un bene immateriale come la conoscenza, ha bisogno dei suoi luoghi anch’essi storici, ma adeguati al mutamento, le librerie appunto, dove rimane il contatto effettivo tra lettore e libro.

Il precettore settecentesco rivolgeva questo invito al suo discepolo: “Si vous êtes curieux, allez voyager”. L’invito al viaggio rimane, continua ad essere fondato sulla curiosità intellettuale, si estende all’intero mondo della conoscenza, e ai molteplici strumenti che , lì, ciascuno di noi può adoperare.

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

EVENTI: “Archivi e biblioteche al tempo delle #fakenews le biblioteche digitali come servizio alla comunità”

mercoledì 21 giugno ore 15-19

Biblioteca della Camera dei deputati
Sala Galileo, secondo piano
Via del Seminario 76 – Roma


http://www.aib.it/attivita/2017/62975-archivi-biblioteche-fake-news/

 

Archivi e biblioteche sono servizi e strumenti di conoscenza critica della realtà fondamentali per la cittadinanza attiva, l’apprendimento, la ricerca scientifica, la salvaguardia della memoria culturale e il confronto delle idee. La digitalizzazione della documentazione storica, la crescita esponenziale delle pubblicazioni correnti born-digital e le tecnologie per facilitarne reperimento, integrazione, valorizzazione, rielaborazione e riutilizzo moltiplicano le opportunità di contribuire alla produzione di nuovi saperi a beneficio di tutti, ma al contempo accrescono la responsabilità dei gestori riguardo alla qualità, alla contestualizzazione, alla neutralità e alla affidabilità dell’informazione disponibile e affinché in ambiente digitale non si generino nuove barriere all’accesso e nuove forme di esclusione.
Il convegno prende spunto da un recente decreto del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo (DM 37/2017) istitutivo di un “Servizio per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital library”, che ha sollevato critiche e perplessità nel mondo degli archivi, delle biblioteche e della ricerca scientifica, e mira a promuovere un confronto pubblico tra esperti, utenti e decisori politici sulla natura e le finalità delle biblioteche digitali come istituti della democrazia e sulle architetture istituzionali che possono favorirne lo sviluppo.

Programma

Saluti
Antonio Casu, direttore Biblioteca della Camera dei deputati

Introduzione al Convegno. Il punto di vista delle Associazioni
Rosa Maiello, presidente Associazione italiana biblioteche
Mariella Guercio, presidente Associazione nazionale archivistica italiana
Giovanna Mazzola Merola, componente del direttivo Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

Presiede Giovanni Bergamin, responsabile servizi informatici Biblioteca nazionale centrale di Firenze

Interventi di

Benedetta Tobagi, giornalista (in attesa di conferma)
– Federico Valacchi, docente di Archivisitica e archivistica applicata Università di Macerata
Roberto Delle Donne, docente di Storia medievale, Storia della storiografia medievale e Metodologia della
ricerca storica Università degli studi di Napoli Federico II
Gino Roncaglia, docente di di Informatica applicata alle discipline umanistiche ed Editoria digitale Università della Tuscia
Lorenzo Casini, docente di Diritto amministrativo IMT School for advanced studies Lucca; Consigliere giuridico del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo

Discussione

Conclusioni a cura di
Claudio Leombroni, Responsabile del Servizio Biblioteche, archivi, musei e beni culturali Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

 

http://www.aib.it/attivita/2017/62975-archivi-biblioteche-fake-news

EVENTI: “#bastabufale. Impegni concreti” Camera dei Deputati

“#Bastabufale. Impegni concreti”. http://www.camera.it/leg17/537?shadow_mostra=24156

Le proposte operative della scuola, dell’impresa, dell’informazione e dei social network per contrastare le fake news sono state al centro dell’incontro promosso dalla Presidente della Camera Laura Boldrini che si è tenuto oggi, martedì 2 maggio, alle ore 10,30, nella Sala della Regina di Montecitorio. Dopo il saluto della Presidente e l’intervento introduttivo del giornalista Paolo Attivissimo, hanno preso la parola: Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria; Monica Maggioni, Presidente della Rai; Maurizio Costa, Presidente della Federazione italiana editori giornali; Richard Allan, Vicepresident public policy Facebook. Ha condotto i lavori l’attrice Geppi Cucciari. I relatori hanno presentato le proposte che, ognuno nel proprio ambito, intendono attuare per fronteggiare il fenomeno della disinformazione. Idee messe nero su bianco a conclusione dei tavoli di lavoro tematici che si sono tenuti, sempre a Montecitorio, il 21 aprile scorso e che hanno permesso a 39 organizzazioni ed esperti di confrontarsi sul tema. Al termine della mattinata sono state premiate le scuole vincitrici del concorso ‘Bufale in rete: come riconoscerle!’, bandito dalla Ibsa Foundation for scientific research e dall’Istituto Pasteur Italia. L’iniziativa prevedeva la realizzazione di un fumetto, a colori o in bianco e nero. A premiare i ragazzi, oltre alla Presidente Boldrini e alla Ministra Fedeli, il fumettista di Gazebo Makkox.

Cataloghi online OPAC sbn


Selezione delle fonti

STRATEGIE: Suggerimenti contro #FakeNews secondo Facebook

Ci stiamo impegnando per limitarne la diffusione e ti vogliamo fornire alcuni suggerimenti che ti aiuteranno a capire a cosa fare attenzione:

Non ti fidare dei titoli: le notizie false spesso hanno titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi. Se le affermazioni contenute in un titolo ti sembrano esagerate, probabilmente sono false.
Guarda bene l’URL: un URL fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono siti autentici effettuando cambiamenti minimi agli URL di questi siti. Puoi accedere al sito per confrontare l’URL con quello della fonte attendibile.
Fai ricerche sulla fonte: assicurati che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile. Se la notizia proviene da un’organizzazione che non conosci, controlla la sezione “Informazioni” della sua Pagina per scoprire di più.
Fai attenzione alla formattazione: su molti siti di notizie false, l’impaginazione è strana o il testo contiene errori di battitura. Se vedi che ha queste caratteristiche, leggi la notizia con prudenza.
Fai attenzione alle foto: le notizie false spesso contengono immagini e video ritoccati. A volte, le immagini potrebbero essere autentiche, ma prese fuori contesto. Puoi fare una ricerca dell’immagine o della foto per verificarne l’origine.
Controlla le date: le date degli avvenimenti contenuti nelle notizie false potrebbero essere errate e la loro cronologia potrebbe non avere senso.
Verifica le testimonianze: controlla le fonti dell’autore per assicurarti che siano attendibili. La mancanza di prove o il riferimento a esperti di cui non viene fatto il nome potrebbe indicare che la notizia è falsa.
Controlla se altre fonti hanno riportato la stessa notizia: se gli stessi avvenimenti non vengono riportati da nessun’altra fonte, la notizia potrebbe essere falsa. Se la notizia viene proposta da fonti che ritieni attendibili, è più probabile che sia vera.
La notizia potrebbe essere uno scherzo: a volte può essere difficile distinguere le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire. Controlla se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli e il tono della notizia ne rivelano lo scopo umoristico.
Alcune notizie sono intenzionalmente false: usa le tue capacità critiche quando leggi le notizie online e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità.


notizie false su Facebook??

https://facebook.com/help/188118808357379


Tutti i contenuti sono in licenza CC0

EVENTI: “no alle bufale” esperti alla Camera dei Deputati contro la disinformazione

NO ALLE BUFALE, BOLDRINI RIUNISCE ESPERTI ALLA CAMERA PER CONTRASTO A DISINFORMAZIONE

Quattro tavoli di lavoro per mettere in campo misure concrete sul tema delle fake news sono ospitati alla Camera il 21 aprile (Montecitorio – Sala della Lupa – ore 11).

Dal Ministero dell’Istruzione a Facebook, dalla RAI a Confindustria, dal CNR alla FIEG, dalla Polizia Postale alla CRUI.
39 sigle in tutto sono venute a presentare proposte e misure concrete che hanno intenzione di attuare per arginare il fenomeno della disinformazione.

La Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha aperto il confronto tra gli esperti dei quattro settori interessati. (diretta webtv)

In particolare, al tavolo dedicato ai temi della Scuola, l’Università e la Ricerca sono intervenuti: Giuseppe Pierro del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca); Valter Malorni dell’Istituto superiore della Sanità; Massimo Inguscio, presidente del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche); Paolo Veronesi, presidente e Donatella Barus, direttrice della Fondazione Umberto Veronesi; Massimo Polidoro, segretario generale del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale); Gaetano Manfredi, presidente della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane); Roberta Lanciotti, portavoce del Forum nazionale delle associazioni studentesche.
Moderatore: Walter Quattrociocchi.

Al tavolo coi rappresentanti del mondo digitale partecipano Diego Ciulli, public policy Google; Laura Bononcini di Facebook Italia; Riccardo Capecchi, Segretario generale di Agcom; Licia Califano dell’Autorità garante della privacy; Silvia Brena, cofondatrice di Vox (Osservatorio italiano sui diritti); Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia postale; Vincenzo Cosenza di Blogmeter; Matteo Flora, fondatore di The Fool.
Moderatore: David Puente.

Per quello delle imprese ci sono Alfonso Dell’Erario, responsabile comunicazione di Confindustria; Lorenza Manessi, capo ufficio stampa Confartigianato, in rappresentanza di Rete imprese; Francesca Alfano, responsabile formazione di Coldiretti; Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di consumatori); Giovanna Maggioni, direttrice Generale di UPA (Utenti Pubblicità Associati); Luigi Mastrobuono, direttore di Confagricoltura per Agrinsieme; Roberto Calari, coordinatore Alleanza delle cooperative italiane; Carolina Mailander, consigliere Assorel (Associazione imprese di comunicazione e relazioni pubbliche); Raffaele Paciello, consigliere nazionale Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiana).
Moderatore: Michelangelo Coltelli.

Infine, per i media, sono presenti Fabrizio Carotti, direttore generale Fieg (Federazione italiana editori giornali); Maria Latella di Sky Tg24, Il Messaggero e Radio 24; Ida Colucci, direttrice del Tg2; Antonio Di Bella, direttore di Rai News 24; Riccardo Luna, direttore di Agi; Luigi Contu, direttore di Ansa; Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it; Paola Spadari dell’Ordine dei Giornalisti; Federica Gentile, di Rtl; Gianluca Di Feo, vicedirettore de La Repubblica; Raffaele Lorusso della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa italiana); Paolo Liguori, direttore di Tgcom24 per Mediaset; Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della sera; Francesca Sforza de La Stampa; Alexander Iahnadjiev, direttore dell’Agenzia Vista.
Moderatore: Paolo Attivissimo.

Appello per il diritto a una corretta informazione
Essere informati correttamente è un diritto. Essere disinformati è un pericolo.
https://www.bastabufale.it/
Ho deciso di lanciare questo appello perché ritengo che il web sia un importante strumento di conoscenza e democrazia. Ma spesso anche luogo di operazioni spregiudicate, facilitate dalla tendenza delle persone a prediligere informazioni che confermino le proprie idee. In rete sono nati fenomeni nuovi, come le fabbriche di bufale a scopo commerciale o di propaganda politica e certo giornalismo “acchiappaclick”, più interessato a incrementare il numero dei lettori anziché a curare l’attendibilità delle fonti.

Le bufale creano confusione, seminano paure e odio e inquinano irrimediabilmente il dibattito. 

Le bufale non sono innocue goliardate. Le bufale possono provocare danni reali alle persone, come si è visto anche nel caso dei vaccini pediatrici, delle terapie mediche improvvisate o delle truffe online.

Questo è il tempo della responsabilità. È necessario mobilitarsi, ciascuno di noi deve fare qualcosa per contrastare la disinformazione e contribuire a tutelare la libertà del web e la dignità di chi utilizza questo spazio che offre enormi opportunità culturali, relazionali ed economiche.

Non si tratta né di bavagli né di censure. Si tratta di reagire e affrontare un problema che ci riguarda tutti. Firmare questo appello significa fare la propria parte e dare il proprio contributo. Alcuni ambiti, poi, sono più esposti di altri e hanno una maggiore responsabilità: la scuola in primis, ma anche l’informazione, le imprese, i social network. A chi vi opera chiediamo uno sforzo aggiuntivo.

FIRMA PER DIRE NO ALLE BUFALE, SÌ ALLA CORRETTA INFORMAZIONE

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