biblioverifica

STRATEGIE: “come riconoscere le bufale” secondo #Mashable

Che fare? Mashable definisce le bufale “i morti viventi del la rete” perché sono impossibili da uccidere.

Ed elenca 7 segni (più alcuni altri) che indicano un contenuto probabilmente falso:

1) titoli iperbolici.

2) la dichiarazione che “le vostre preghiere sono state esaudite”.

3) affermazioni urlate, anche attraverso l’uso di caratteri tutti maiuscoli.

4) l’indicazione che “l’articolo originale non è più disponibile”.
E poi:

5) Citazioni impiegate fuori contesto e in modo fuorviante (la frase è stata detta dal soggetto ma in una situazione e con intenti diversi).

6) Citazioni false, o falsamente attribuite.

7) foto che mettono intenzionalmente in cattiva luce il soggetto della notizia, o lo imbruttiscono.

Segni ulteriori: titoli fuorvianti rispetto ai contenuti dell’articolo. Linguaggio sciatto. Errori di grammatica. Grafica sommaria. Inserzioni promozionali discutibili.

http://mashable.com/2016/11/17/6-signs-of-fake-news/#8jZiSQ8OoSqF

STRATEGIE: “Diritto alla Conoscenza” lezione di Stefano Rodota’

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

In un bellissimo saggio dal titolo Fame di sapere, che poi nel testo diventa fame di conoscenza, Francesco Remotti ci conduce alle radici dell’umanità e alle origini della nostra cultura, quella delle parole iniziali della Metafisica di Aristotele: “Tutti gli uomini, per natura, desiderano sapere”. Fame indica un bisogno primario che, se non viene soddisfatto, porta la persona a morire. E dunque si può morite per mancanza di cibo, ma pure di sapere, in una unione tra corpo e mente.

A che cosa, però, ci riferiamo oggi parlando di conoscenza, poiché l’intera nostra società viene definita, appunto, della conoscenza? Viviamo in uno spazio sociale dilatato, senza precedenti nella storia dell’umanità, creato da Internet, identificato con la Rete, dove si mescolano soggetti e fenomeni diversi, dove i ruoli possono cambiare vorticosamente e gli interessi trovarsi in conflitto. Questo spazio è riempito d’una infinita conoscenza che, per le sue caratteristiche, Luciano Gallino ha definito un “bene pubblico globale” e che, anzi, viene ormai sempre più considerata un “bene comune”, liberamente accessibile da ogni persona. Che cosa vuol dire, allora, percorrere quest’immenso territorio muniti d’un diritto?

La risposta più ovvia – attingere la maggior quantità possibile di sapere – è ormai insufficiente, talvolta ingannevole. Bisogna andare oltre ogni formula semplice, scoprendo spesso che, una volta avviata una analisi appena più attenta, anche in passato l’accesso al sapere poneva numerosi problemi e, soprattutto, rifletteva una divisione netta tra produttori e consumatori della conoscenza. Oggi abbiamo la consapevolezza della impossibilità di tracciare una definitiva, stabile linea di confine tra quei due mondi e quelle due figure. Siamo di fronte ad un rapporto paritetico tra ricezione e produzione, ogni utente si fa produttore, cambiando così la natura stessa della conoscenza in rete, tanto che si è potuto concludere che ormai è stata annullata ogni differenza tra sfera culturale, sfera sociale, sfera mediatica.

Da queste considerazioni, tuttavia, non si può trarre la conclusione che diritto alla conoscenza significhi diritto a qualsiasi conoscenza, in qualsiasi modo o forma, guardando al mondo come ad una miniera a cielo aperto, dove qualsiasi informazione diviene liberamente disponibile. Esempi quotidiani mostrano che non è così. Basta ricordare il cosiddetto Datagate, la rivelazione che una agenzia americana raccoglie milioni di dati e li adopera per controllare le persone su scala planetaria. E’ stata così riscoperta l’importanza della privacy, diritto fondamentale da rispettare a tutela della libertà di ciascuno. Ma, all’interno della stessa sfera privata, il diritto di sapere può rovesciarsi nel diritto di non sapere, come accade quando una persona, ad esempio, non vuole che le vengano comunicate informazioni riguardanti il suo stato di salute. E la tutela della privacy può esigere una amputazione della conoscenza in rete, come accade con il diritto all’oblio che richiede appunto la cancellazione di informazioni già legittimamente raccolte.

Gli intrecci non si fermano qui. La stessa garanzia del diritto alla privacy si indebolisce, fino a scomparire, quando siamo di fronte a “figure pubbliche” – politici, attori, sportivi – che hanno scelto appunto di vivere in pubblico. E, considerando in particolare i politici, ci accorgiamo che il diritto alla conoscenza è funzionale al controllo diffuso che i cittadini devono poter esercitare su chiunque detenga un potere, facendo così emergere la dimensione della trasparenza come un connotato della democrazia.

Nasce così una sfera pubblico-politica dove gli arcana imperii sono sempre meno accettati. Vicende come quelle di Wikileaks e del Datagate hanno mostrato come fossero state colte tutte le opportunità tecnologiche per far crescere quasi senza limiti la raccolta delle informazioni e la loro conservazione in banche dati sempre più gigantesche, dove le informazioni sono divenute sempre più facilmente reperibili, alla portata di molti, accessibili a distanza, agevoli da divulgare. E questo ha fatto nascere la diffusa consapevolezza che lì si stava depositando un nuovo sapere sociale, che non poteva più essere sequestrato con le vecchie regole sul segreto e di cui i cittadini si sentivano i veri “proprietari”, dunque legittimati ad esercitare in questa direzione il loro diritto alla conoscenza, a quel “cercare, ricevere, diffondere” informazioni di cui parla la Dichiarazione universale dei diriti dell’uomo dell’Onu.

Di nuovo un radicale cambiamento di scenario. Il mondo si svela nella sua sempre più sconfinata ricchezza informativa, che ridisegna il ruolo del cittadino nella sfera pubblica, incidendo al tempo stesso, e in modo ancor più profondo, sul modo in cui ciascuno ridefinisce se stesso di fronte a questo sapere che gli si presenta come infinito, alla cui definizione e crescita anch’egli può contribuire. Abbiamo diritto alla conoscenza perché solo così possiamo liberamente costruire la nostra personalità, e dunque gli stessi sistemi istituzionali devono essere strutturati in modo da permettere pienezza del vivere, dell’essere davvero se stessi. Tutto il sapere del mondo è lì. a portata di mano, e nessun ostacolo deve essere posto alla libertà di accedervi.

Si innestano qui conflitti che non sono tra vecchio e nuovo, tra continuità e discontinuità, ma che hanno la loro origine nella molteplicità degli interessi Richiamando le “enclosures” dei fondi che si verificarono in Gran Bretagna a partire dal Settecento, sottraendo quei beni agli usi comuni, si denuncia oggi il rischio di un nuovo movimento per la “chiusura” di quel bene globale che è appunto la conoscenza. Reggono, di fronte alla nuova realtà, categorie proprietarie forti come il diritto d’autore e il diritto di brevetto? L’accesso al mondo della conoscenza deve passare attraverso la logica del mercato o attraverso la logica dei diritti? La conoscenza è una merce o un bene comune?

Questi sono conflitti reali che, tuttavia, proprio nella realtà possono trovare forme di composizione lontane dalla pretesa di far prevalere uno soltanto degli interessi in campo. Il punto di riferimento è rappresentato dal fatto, innegabile, che la tecnologia ha “reinventato” la conoscenza, sì che nessuno può pretendere di esserne il proprietario più o meno esclusivo. Il problema, allora, diventa quello di garantire al massimo la possibilità di essere protagonisti nella produzione della conoscenza (e questo implica diritto di accesso alla tecnologia e ostilità alla censura); quello di capovolgere l’assunto secondo il quale unico riferimento deve essere la logica proprietaria; quello di inventare forme anche giuridiche di riconoscimento concreto del diritto alla conoscenza, liberandosi dalla tentazione di rifugiarsi nelle vecchie categorie, che la forza delle cose continuamente scardina (ecco, allora, le tariffe flat, i creative commons e tutti gli altri strumenti che disegnano un contesto istituzionale dove diventa possibile la composizione degli interessi).

Dinamiche, queste, che sembrano destinate a funzionare quando ci si trasferisce nella dimensione digitale. Ma il libro, il libro di carta, con il piacere di sentirlo fisicamente, con la sua persistenza che lo sottrae alle ingiurie del tempo che colpiscono i dati digitali e li fanno deperibili e non più leggibili? In questo nuovo universo il libro non custodisce solo una memoria, ma un modo d’essere che, nelle varie forme della scrittura e degli strumenti ai quali è stata affidata, davvero può dirsi che ha accompagnato la storia dell’umanità. E la sua fisicità, che incorpora un bene immateriale come la conoscenza, ha bisogno dei suoi luoghi anch’essi storici, ma adeguati al mutamento, le librerie appunto, dove rimane il contatto effettivo tra lettore e libro.

Il precettore settecentesco rivolgeva questo invito al suo discepolo: “Si vous êtes curieux, allez voyager”. L’invito al viaggio rimane, continua ad essere fondato sulla curiosità intellettuale, si estende all’intero mondo della conoscenza, e ai molteplici strumenti che , lì, ciascuno di noi può adoperare.

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

EVENTI: “Archivi e biblioteche al tempo delle #fakenews le biblioteche digitali come servizio alla comunità”

mercoledì 21 giugno ore 15-19

Biblioteca della Camera dei deputati
Sala Galileo, secondo piano
Via del Seminario 76 – Roma


http://www.aib.it/attivita/2017/62975-archivi-biblioteche-fake-news/

 

Archivi e biblioteche sono servizi e strumenti di conoscenza critica della realtà fondamentali per la cittadinanza attiva, l’apprendimento, la ricerca scientifica, la salvaguardia della memoria culturale e il confronto delle idee. La digitalizzazione della documentazione storica, la crescita esponenziale delle pubblicazioni correnti born-digital e le tecnologie per facilitarne reperimento, integrazione, valorizzazione, rielaborazione e riutilizzo moltiplicano le opportunità di contribuire alla produzione di nuovi saperi a beneficio di tutti, ma al contempo accrescono la responsabilità dei gestori riguardo alla qualità, alla contestualizzazione, alla neutralità e alla affidabilità dell’informazione disponibile e affinché in ambiente digitale non si generino nuove barriere all’accesso e nuove forme di esclusione.
Il convegno prende spunto da un recente decreto del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo (DM 37/2017) istitutivo di un “Servizio per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital library”, che ha sollevato critiche e perplessità nel mondo degli archivi, delle biblioteche e della ricerca scientifica, e mira a promuovere un confronto pubblico tra esperti, utenti e decisori politici sulla natura e le finalità delle biblioteche digitali come istituti della democrazia e sulle architetture istituzionali che possono favorirne lo sviluppo.

Programma

Saluti
Antonio Casu, direttore Biblioteca della Camera dei deputati

Introduzione al Convegno. Il punto di vista delle Associazioni
Rosa Maiello, presidente Associazione italiana biblioteche
Mariella Guercio, presidente Associazione nazionale archivistica italiana
Giovanna Mazzola Merola, componente del direttivo Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

Presiede Giovanni Bergamin, responsabile servizi informatici Biblioteca nazionale centrale di Firenze

Interventi di

Benedetta Tobagi, giornalista (in attesa di conferma)
– Federico Valacchi, docente di Archivisitica e archivistica applicata Università di Macerata
Roberto Delle Donne, docente di Storia medievale, Storia della storiografia medievale e Metodologia della
ricerca storica Università degli studi di Napoli Federico II
Gino Roncaglia, docente di di Informatica applicata alle discipline umanistiche ed Editoria digitale Università della Tuscia
Lorenzo Casini, docente di Diritto amministrativo IMT School for advanced studies Lucca; Consigliere giuridico del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo

Discussione

Conclusioni a cura di
Claudio Leombroni, Responsabile del Servizio Biblioteche, archivi, musei e beni culturali Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

 

http://www.aib.it/attivita/2017/62975-archivi-biblioteche-fake-news

STRATEGIE: “10 regole per smascherare #fakenews” secondo giornalisti scientifici

Ecco i 10 comandamenti per orientarsi nella Rete:

1) VERIFICARE LA FONTE – Verificare sempre chi è il proprietario del sito, del giornale, del blog, sia esso istituzione, editore, industria, associazione, singolo cittadino. Questo serve per capire bene chi ha interesse a veicolare quel tipo di informazione. Tra i siti istituzionali Unamsi cita quelli del ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità, dell’Agenzia italiana del farmaco, degli ospedali e delle società medico-scientifiche. E’ importante che il sito di consultazione riporti sempre, nelle notizie pubblicate, autorevoli fonti di provenienza, una caratteristica che è una misura di attendibilità del sito stesso.

2) ACCERTARSI DELL’AGGIORNAMENTO DEL SITO – Importantissima la verifica della data della pubblicazione. E’ una chiara indicazione dell’attualità di una notizia. Su Internet infatti non si perde nulla e può capitare, utilizzando un motore di ricerca, di arrivare su una notizia vecchia anche di anni.

3) CURE MEDICHE: EVITARE IL ‘FAI DA TE’ – Nessuna informazione scritta può sostituire la visita del medico. Medico e farmacista devono restare i principali punti di riferimento in materia di salute. I contenuti in Rete devono avere solo uno scopo informativo e in nessun caso possono sostituire la visita o la prescrizione di un medico o il consiglio di un farmacista.

4) DIFFIDARE DELLE PRESCRIZIONI SENZA VISITA – Nessun medico serio farà mai una prescrizione a un malato sconosciuto senza averlo visitato. Diffidare quindi dei siti e degli esperti che indicano farmaci e terapie sulla semplice descrizione dei sintomi. Non è serio, non è professionale, e può essere molto pericoloso.

5) MONITORARE IL RISPETTO DELLA PRIVACY – Accertarsi che il proprietario di un sito che gestisce le informazioni sulla salute degli utenti (per esempio attraverso il servizio ‘L’esperto risponde’) rispetti la normativa sulla privacy e garantisca la confidenzialità dei dati.

6) VALUTARE CON LA GIUSTA ATTENZIONE BLOG E FORUM – Possono essere fonti utili, ma anche insidiose perché propongono storie di pazienti e dei loro familiari che suscitano empatia e coinvolgono emotivamente. Fare attenzione perché sono quasi sempre racconti soggettivi, ma non è detto che abbiano affidabilità scientifica. La lettura critica è di rigore.

7) OCCHIO AI MOTORI DI RICERCA – Quando si digita una parola chiave il risultato della ricerca non mostra un elenco di siti in ordine di importanza, ma la selezione può dipendere da altri fattori. I motori di ricerca lavorano infatti come ‘Machine Learning’, cioè memorizzano le scelte e i gusti dell’utente per poi proporre argomenti in linea con le preferenze manifestate nelle scelte precedenti. Non fermarsi quindi alla prima ricerca, ma cercare di incrociare più ricerche e più dati.

8) NON ‘ABBOCCARE’ ALLA PUBBLICITA’ MASCHERATA – Un sito di qualità deve sempre tenere separata l’informazione indipendente da quella pubblicitaria che dovrebbe sempre essere palese e dichiarata.

9) ACQUISTARE CON CAUTELA FARMACI ONLINE – Acquistare farmaci online solo da farmacie autorizzate. In Italia devono avere sul loro sito l’apposito logo identificativo, comune in tutta l’Unione europea, ‘Clicca qui per verificare se questo sito web è legale’. Basta cliccare sul logo e si sarà rinviati al sito web del ministero della Salute, dove è possibile verificare se il venditore online è registrato nell’elenco di quelli autorizzati. Se al contrario il sito non è legato a una farmacia, invece, comprare un farmaco online può essere molto pericoloso.

10) NON CASCARE NELLA PSICOSI DEL COMPLOTTO – Nel web capita spesso di incappare in notizie catastrofiche sull’effetto di vaccini e farmaci. Non perdere mai la capacità di analisi e di critica e confrontarsi sempre col proprio medico.

http://www.adnkronos.com/salute/2017/05/11/smaschera-bufala-online-decalogo-dei-giornalisti-scientifici_YYJ7J4nHYNI3DtVcELRyNP.html

Smaschera la bufala online, il Decalogo dei giornalisti scientifici
(Fotogramma)

Pubblicato il: 11/05/2017 1

EVENTI: “#bastabufale. Impegni concreti” Camera dei Deputati

“#Bastabufale. Impegni concreti”. http://www.camera.it/leg17/537?shadow_mostra=24156

Le proposte operative della scuola, dell’impresa, dell’informazione e dei social network per contrastare le fake news sono state al centro dell’incontro promosso dalla Presidente della Camera Laura Boldrini che si è tenuto oggi, martedì 2 maggio, alle ore 10,30, nella Sala della Regina di Montecitorio. Dopo il saluto della Presidente e l’intervento introduttivo del giornalista Paolo Attivissimo, hanno preso la parola: Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria; Monica Maggioni, Presidente della Rai; Maurizio Costa, Presidente della Federazione italiana editori giornali; Richard Allan, Vicepresident public policy Facebook. Ha condotto i lavori l’attrice Geppi Cucciari. I relatori hanno presentato le proposte che, ognuno nel proprio ambito, intendono attuare per fronteggiare il fenomeno della disinformazione. Idee messe nero su bianco a conclusione dei tavoli di lavoro tematici che si sono tenuti, sempre a Montecitorio, il 21 aprile scorso e che hanno permesso a 39 organizzazioni ed esperti di confrontarsi sul tema. Al termine della mattinata sono state premiate le scuole vincitrici del concorso ‘Bufale in rete: come riconoscerle!’, bandito dalla Ibsa Foundation for scientific research e dall’Istituto Pasteur Italia. L’iniziativa prevedeva la realizzazione di un fumetto, a colori o in bianco e nero. A premiare i ragazzi, oltre alla Presidente Boldrini e alla Ministra Fedeli, il fumettista di Gazebo Makkox.

Cataloghi online OPAC sbn


Selezione delle fonti

STRATEGIE: Suggerimenti contro #FakeNews secondo Facebook

Ci stiamo impegnando per limitarne la diffusione e ti vogliamo fornire alcuni suggerimenti che ti aiuteranno a capire a cosa fare attenzione:

Non ti fidare dei titoli: le notizie false spesso hanno titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi. Se le affermazioni contenute in un titolo ti sembrano esagerate, probabilmente sono false.
Guarda bene l’URL: un URL fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono siti autentici effettuando cambiamenti minimi agli URL di questi siti. Puoi accedere al sito per confrontare l’URL con quello della fonte attendibile.
Fai ricerche sulla fonte: assicurati che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile. Se la notizia proviene da un’organizzazione che non conosci, controlla la sezione “Informazioni” della sua Pagina per scoprire di più.
Fai attenzione alla formattazione: su molti siti di notizie false, l’impaginazione è strana o il testo contiene errori di battitura. Se vedi che ha queste caratteristiche, leggi la notizia con prudenza.
Fai attenzione alle foto: le notizie false spesso contengono immagini e video ritoccati. A volte, le immagini potrebbero essere autentiche, ma prese fuori contesto. Puoi fare una ricerca dell’immagine o della foto per verificarne l’origine.
Controlla le date: le date degli avvenimenti contenuti nelle notizie false potrebbero essere errate e la loro cronologia potrebbe non avere senso.
Verifica le testimonianze: controlla le fonti dell’autore per assicurarti che siano attendibili. La mancanza di prove o il riferimento a esperti di cui non viene fatto il nome potrebbe indicare che la notizia è falsa.
Controlla se altre fonti hanno riportato la stessa notizia: se gli stessi avvenimenti non vengono riportati da nessun’altra fonte, la notizia potrebbe essere falsa. Se la notizia viene proposta da fonti che ritieni attendibili, è più probabile che sia vera.
La notizia potrebbe essere uno scherzo: a volte può essere difficile distinguere le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire. Controlla se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli e il tono della notizia ne rivelano lo scopo umoristico.
Alcune notizie sono intenzionalmente false: usa le tue capacità critiche quando leggi le notizie online e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità.


notizie false su Facebook??

https://facebook.com/help/188118808357379


Tutti i contenuti sono in licenza CC0

EVENTI: “no alle bufale” esperti alla Camera dei Deputati contro la disinformazione

NO ALLE BUFALE, BOLDRINI RIUNISCE ESPERTI ALLA CAMERA PER CONTRASTO A DISINFORMAZIONE

Quattro tavoli di lavoro per mettere in campo misure concrete sul tema delle fake news sono ospitati alla Camera il 21 aprile (Montecitorio – Sala della Lupa – ore 11).

Dal Ministero dell’Istruzione a Facebook, dalla RAI a Confindustria, dal CNR alla FIEG, dalla Polizia Postale alla CRUI.
39 sigle in tutto sono venute a presentare proposte e misure concrete che hanno intenzione di attuare per arginare il fenomeno della disinformazione.

La Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha aperto il confronto tra gli esperti dei quattro settori interessati. (diretta webtv)

In particolare, al tavolo dedicato ai temi della Scuola, l’Università e la Ricerca sono intervenuti: Giuseppe Pierro del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca); Valter Malorni dell’Istituto superiore della Sanità; Massimo Inguscio, presidente del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche); Paolo Veronesi, presidente e Donatella Barus, direttrice della Fondazione Umberto Veronesi; Massimo Polidoro, segretario generale del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale); Gaetano Manfredi, presidente della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane); Roberta Lanciotti, portavoce del Forum nazionale delle associazioni studentesche.
Moderatore: Walter Quattrociocchi.

Al tavolo coi rappresentanti del mondo digitale partecipano Diego Ciulli, public policy Google; Laura Bononcini di Facebook Italia; Riccardo Capecchi, Segretario generale di Agcom; Licia Califano dell’Autorità garante della privacy; Silvia Brena, cofondatrice di Vox (Osservatorio italiano sui diritti); Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia postale; Vincenzo Cosenza di Blogmeter; Matteo Flora, fondatore di The Fool.
Moderatore: David Puente.

Per quello delle imprese ci sono Alfonso Dell’Erario, responsabile comunicazione di Confindustria; Lorenza Manessi, capo ufficio stampa Confartigianato, in rappresentanza di Rete imprese; Francesca Alfano, responsabile formazione di Coldiretti; Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di consumatori); Giovanna Maggioni, direttrice Generale di UPA (Utenti Pubblicità Associati); Luigi Mastrobuono, direttore di Confagricoltura per Agrinsieme; Roberto Calari, coordinatore Alleanza delle cooperative italiane; Carolina Mailander, consigliere Assorel (Associazione imprese di comunicazione e relazioni pubbliche); Raffaele Paciello, consigliere nazionale Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiana).
Moderatore: Michelangelo Coltelli.

Infine, per i media, sono presenti Fabrizio Carotti, direttore generale Fieg (Federazione italiana editori giornali); Maria Latella di Sky Tg24, Il Messaggero e Radio 24; Ida Colucci, direttrice del Tg2; Antonio Di Bella, direttore di Rai News 24; Riccardo Luna, direttore di Agi; Luigi Contu, direttore di Ansa; Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it; Paola Spadari dell’Ordine dei Giornalisti; Federica Gentile, di Rtl; Gianluca Di Feo, vicedirettore de La Repubblica; Raffaele Lorusso della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa italiana); Paolo Liguori, direttore di Tgcom24 per Mediaset; Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della sera; Francesca Sforza de La Stampa; Alexander Iahnadjiev, direttore dell’Agenzia Vista.
Moderatore: Paolo Attivissimo.

Appello per il diritto a una corretta informazione
Essere informati correttamente è un diritto. Essere disinformati è un pericolo.
https://www.bastabufale.it/
Ho deciso di lanciare questo appello perché ritengo che il web sia un importante strumento di conoscenza e democrazia. Ma spesso anche luogo di operazioni spregiudicate, facilitate dalla tendenza delle persone a prediligere informazioni che confermino le proprie idee. In rete sono nati fenomeni nuovi, come le fabbriche di bufale a scopo commerciale o di propaganda politica e certo giornalismo “acchiappaclick”, più interessato a incrementare il numero dei lettori anziché a curare l’attendibilità delle fonti.

Le bufale creano confusione, seminano paure e odio e inquinano irrimediabilmente il dibattito. 

Le bufale non sono innocue goliardate. Le bufale possono provocare danni reali alle persone, come si è visto anche nel caso dei vaccini pediatrici, delle terapie mediche improvvisate o delle truffe online.

Questo è il tempo della responsabilità. È necessario mobilitarsi, ciascuno di noi deve fare qualcosa per contrastare la disinformazione e contribuire a tutelare la libertà del web e la dignità di chi utilizza questo spazio che offre enormi opportunità culturali, relazionali ed economiche.

Non si tratta né di bavagli né di censure. Si tratta di reagire e affrontare un problema che ci riguarda tutti. Firmare questo appello significa fare la propria parte e dare il proprio contributo. Alcuni ambiti, poi, sono più esposti di altri e hanno una maggiore responsabilità: la scuola in primis, ma anche l’informazione, le imprese, i social network. A chi vi opera chiediamo uno sforzo aggiuntivo.

FIRMA PER DIRE NO ALLE BUFALE, SÌ ALLA CORRETTA INFORMAZIONE

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    1. CONSIDERA LA FONTE
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    2. APPROFONDISCI
      I titoli possono venire esagerati per attrarre click. Qual è la vera storia?

    3. VERIFICA L’AUTORE
      Fai una breve ricerca sull’autore. È plausibile? È reale?

    4. FONTI A SUPPORTO?
      Clicca su quei link. Determina se l’informazione data sostiene davvero la storia.

    5. VERIFICA LA DATA
      Le notizie vecchie ri-postate non sono per forza rilevanti per l’attualità.

    6. E’ UNO SCHERZO?
      Se è troppo stravagante potrebbe trattarsi di satira. Fai una ricerca sul sito e sull’autore.

    7. VERIFICA I TUOI PRECONCETTI
      Valuta se le tue convinzioni influenzano il tuo giudizio.

    8. CHIEDI AGLI ESPERTI
      Chiedi ad un bibliotecario, o consulta uno dei siti dedicati alla verifica dei fatti.

    Traduzione: Matilde Fontanin – IFLA

    NON DISPENSIAMO VERITA’ O GIUDIZI SU PERSONAGGI O PROPOSTE IN AMBITO POLITICO – FINANZIARIO – SOCIALE.

    CONDIVIDIAMO STRUMENTI E STRATEGIE DI VERIFICA DEI DATI (OGGETTIVI E DOCUMENTATI PALESEMENTE) E DELLE FONTI ISTITUZIONALI E CERTIFICATE.
    Non siamo la ghigliottina delle falsita’ o l’oracolo delle verita’, ma proprio come la BOCCA DELLA VERITA’,

    ci proponiamo di tagliare le dita ai produttori virtuali di notizie false #fakenews, come lo facciamo??
    proprio informando gli utenti su dove e su come CERCARE,


    SE SEI UN BIBLIOTECARIO, determinato a contribuire gratuitamente entra nella redazione BIBLIOVOLONTARI

    NO dossier su argomenti di attualita’

    NO sondaggi politici o partici

    NO autoproduzione di dati e informazioni

    NO pagelle politiche/manageriali

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    SI fonti istituzionali e verificabili in modo autonomo, libero, gratuito

    SI dati oggettivi e certificati da siti istituzionali o fonti autorevoli a livello nazionale e internazionale


    #BiblioverificaDay: il 25 marzo 2017 nasceva #Biblioverifica blog e spazio di digital reference tramite i social, i forum e le chat. Per festeggiare lanciamo il primo #oscardellebufale una graduatoria delle bufale circolate negli ultimi 12 mesi:
    chiunque può votare qui o proporre altre bufale:

     


    Quale e’ la bufala piu’ grossa degli ultimi mesi??


    INVIACI UNA BUFALA DA INSERIRE IN VOTAZIONE:

    foto di Marilyn Silverstone © 2017 Magnum Photos

      #oscardellabufala:


      smascherata sul sito (richiesto)


      AccettoRifiuto Biblioverifica   GDPR Privacy_Policy






       

      Partecipa dai nostri social:


      evento QUORA


      evento MEETUP


      evento FACEBOOK



      Chi sono i biblioVolontari?

      La redazione di bibliovolontari e’ disponibile via e-mail biblioverifica@votopalese.it
      jQuery(document).ready(function() { jQuery('#cftble_1808166148').dataTable({ "bJQueryUI": true, "aaSorting": [], "iDisplayLength": -1, "aLengthMenu": [[10, 25, 50, 100, -1], [10, 25, 50, 100, "All"]], "oLanguage": { "sUrl": "https://biblioverifica.altervista.org/wp-content/plugins/contact-form-7-to-database-extension/dt_i18n/it.json" } }) });

      CV
      Federica Viazzi
      Elena Almangano
      Virginia D'Ambrosio
      Daniela Picin
      Lucia Grassi
      Paola Coppola
      Damiano Orru
      gabriele romani
      elisabetta tamburini

      LE VOSTRE DOMANDE FREQUENTI suddivise per argomento:


         

         


      meetup.com/BiblioVerifica
      facebook.com/biblioVerifica
      facebook.com/groups/biblioVerifica
      instagram.com/biblioverifica
      quora.com/blog/biblioverifica
      twitter.com/biblioveri


      La redazione di BiblioVolontari e’ formata da bibliotecari e archivisti, specialisti della ricerca accademica e non solo, (gratuitamente) dediti alla collaborazione sui social network per condividere:

      – fonti istituzionali certificate a livello nazionale / internazionale,
      – strumenti di ricerca ad accesso libero e gratuito,
      – strategie di verifica
      – eventi divulgativi che agevolino l’information literacy e la media literacy

      REQUISITI:
      1) lavorare (o aver lavorato almeno 5 anni) come bibliotecario o archivista
      2) utilizzare almeno due canali social
      (ad.es. instagram o facebook o linkedin o twitter)
      3) contribuire a titolo volontario con almeno 3 post all’anno, senza finalita’ di lucro o politiche


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      Quali contenuti vengono condivisi nel blog?

      Come posso creare un profilo personale?

      Gratuitamente qui

      [uwp_register]


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      Come posso recuperare la password del mio profilo?

      Puoi recuperare la tua password utilizzando l’e-mail con cui hai completato la registrazione dalla pagina web

      biblioverifica.altervista.org/forgot/


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      Come posso modificare la password del mio profilo?

      Puoi aggiornare la tua password qui dopo esserti identificato

      [uwp_change]


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      Come posso consigliare fonti, strumenti, strategie, eventi?

      Basta comiplare il modulo

        #Free Social reference online:



        Sito (facoltativo)




        AccettoRifiuto Biblioverifica   GDPR Privacy_Policy





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        Come posso inviare le richieste di biblioVerifica?

        Puoi indicare dati e informazioni oggettivamente verificabili qui

          #Free Social reference online: AMBITO
          —Seleziona un'opzione—Ambiente Territorio EnergiaBeni Servizi ArtigianatoDiritto e normativeEconomia Lavoro AgricolturaFinanza Imprese BancheInternet Mass media InformazioneIstruzione Cultura RicercaPopolazione PrevidenzaSalute Medicina SanitaTurismo e sportUrbanistica Edilizia TrasportiALTRO










          Le nostre strategie sono disponibili su
          https://biblioverifica.altervista.org/tag/strategie/


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          Cosa viene sottoposto a biblioVerifica?

          noi verifichiamo solo i dati e i fatti tracciati da fonti istituzionali certificate a livello nazionale o internazionale, non giudichiamo le opinioni: divulghiamo strategie e strumenti per il fact checking autonomo da parte del cittadino


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          Chi paga e chi finanzia il blog? Esistono quote associative o tariffe?

          Il blog non ha finanziatori, non ha sponsor, non ha fini di lucro, non riceve fondi pibblici o privati.

          Nessun biblioVolontario richiede pagamenti ai cittadini, tutti i contenuti sono gratuitamente fruibili in pubblico dominio.


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          Come posso diventare biblioVolontario? Quale impegno mi viene richiesto?

          Ogni redattore e’ un bibliovolontario, quindi sceglie quando e come produrre contenuti (almeno 3 post in 12 mesi), sceglie autonomamente cosa divulgare e in quale forma (video, slide, infografica, tutorial, ecc…), tutto senza finalita’politiche o di lucro.

          Compila il modulo https://biblioverifica.altervista.org/bibliovolontari/
          se hai i tre REQUISITI:

          1) lavorare (o aver lavorato almeno 5 anni) come bibliotecario o archivista
          2) utilizzare almeno due canali social
          (ad.es. instagram o facebook o linkedin o twitter)
          3) contribuire a titolo volontario con almeno 3 post all’anno, senza finalita’ di lucro o politiche

          Ti abiliteremo come autore del blog, come redattore/redattrice potrai condividere autonomamente e liberamente FONTI – STRUMENTI – STRATEGIE di ricerca e verifica di DATI! Non verifichiamo le opinioni, ogni indicazione che fornirai non sara’ sottoposta a giudizio di altri redattori, ma sara’ di pubblico dominio su Internet. Ogni redattore e’ personalmente responsabile (civilmente e penalmente) dei contenuti divulgati.


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          Chi gestisce e approva i contenuti del blog?

          Il blog non ha proprierari, non viene gestito da enti, associazioni o aziende.
          Ogni redattore/redattrice condivide autonomamente e liberamente FONTI – STRUMENTI – STRATEGIE di ricerca e verifica di DATI! Non verifichiamo le opinioni, ogni indicazione non e’ sottoposta a giudizio di altri redattori, ma e’ di pubblico dominio su Internet. Ogni redattore/redattrice e’ personalmente responsabile (civilmente e penalmente) dei contenuti divulgati


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